Il Biancomangiare è un dolce che mi fa tornare alla mente la mia infanzia ed i pomeriggi trascorsi con la mia nonna a prepararlo.
Il suo nome deriva dal colore bianco dei suoi ingredienti principali, il latte e/o mandorle macinate, preparata già in epoca medievale, in origine veniva preparato con il lardo sciolto nel latte di capra, di pecore oppure di mandorle per essere abbinato alle carni e pesci, poi col tempo il lardo è stato sostituito dallo zucchero e la ricetta diventa dolce.
Presumibilmente fu importata dagli Arabi e si diffuse in Italia, principalmente in Sicilia, verso il XII secolo, dove è presente in molti ricettari dell’epoca. Venne nominato tra le pietanze preparate da Matilde di Canossa per riappacificare Papa Gregorio VII ed Enrico IV di Franconia. La ricetta è riportata anche da Pellegrino Artusi nel suo famoso libro di ricette “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” e fu citato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo, quando Don Fabrizio, al ballo, si siede al tavolo per dialogare e contemporaneamente gustare il dolce:
“Mentre degustava la raffinata mescolanza di biancomangiare, pistacchio e cannella racchiusa nei dolci che aveva scelti, don Fabrizio conversava con Pallavicino e…”
Ricetta per il biancomangiare:
1 L di latte vaccino o latte di mandorla
200 g. zucchero (alcuni sostituiscono una parte dello zucchero col 50 gmiele)
100 g. di amido
vaniglia o altri aromi (mandorla, agrumi, cannella)
Amalgamare il latte freddo, lo zucchero, l’amido setacciato e l’aroma senza fare grumi.
Portare ad ebollizione, appena si addensa ritirare dal fuoco e versare negli stampini.
Raffreddare e poi in frigo per almeno 3 ore.
Decorare con mandorle in granella o lamelle, pistacchi, con salse dolci o cacao in polvere.