Sembra non esserci pace da nessuna parte per il povero lupo: dopo gli USA e la Norvegia, ora tocca alla Siberia aprire la caccia.
La Repubblica autonoma russa di Sakha, l’ex Yakutia sovietica, che occupa buona parte della Siberia, ha dichiarato lo stato di emergenza per una “invasione” di lupi nel nord-est della Russia. A partire dal 15 gennaio, i cacciatori yakuti avranno libertà di sparare ai lupi per tre mesi e quelli che ne abbatteranno di più riceveranno un bonus.
Non si capisce quale pericolo reale rappresentino davvero i branchi di lupi un una immensa repubblica siberiana che si estende su più di 3 milioni di Km2 (l’Italia è 301.277 Km2) e scarsamente popolata, ma il governo di Yakutsk dice che i carnivori stanno attaccando le mandrie di renne.
Per incentivare l’abbattimento dei lupi è stata promessa una «somma a 6 cifre» ai cacciatori che porteranno più pelli alle autorità: fino a 100.000 rubli (3.280 dollari), una bella cifra in una regione freddissima e poco sviluppata, se si tolgono gli insediamenti minerari e petroliferi dei coloni russi. Le autorità locali hanno promesso di rifornire gratis i cacciatori incaricati di sterminare di carburante, pezzi di ricambio, munizioni ed elicotteri. Insieme al bonus per ogni lupo ucciso verranno premiati i tre migliori cacciatori di lupi.
La Russia è uno dei Paesi con il maggior numero di cacciatori al mondo e non prende neppure in considerazione soluzioni alternative per il lupo. L’unico superpredatore che protegge è l’ormai rarissima tigre di Amur. I lupi, invece, non risultano in lista di protezione, così come gli orsi, e per questo vengono uccisi sistematicamente.
Le pelli di lupo, nella zona, valgono 660 dollari per un esemplare adulto e 50 per un cucciolo.
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Fonte Foto: Ellie Attebery Flickr