La compagna di scuola è un libro del genere narrativa rosa scritto da Madeleine Wickham, vero nome di Sophie Kinsella, è stato pubblicato nel 2010. Una storia che unisce la leggerezza stilistica di una commedia sofisticata alla profondità di un romanzo che va lucidamente al cuore dei destini di tre donne alle prese con le prove e le scelte che la vita mette loro davanti. Tre grandi amiche recitano la parte delle donne felici. Ma lo sono davvero?
“Così, quando durante uno degli incontri con le amiche al Manhattan Bar all’improvviso compare Heather, una sua ex compagna di scuola, la situazione prende una piega inaspettata. Chi è Heather, e perché Candice è tanto turbata da una ragazza che aveva perso di vista da anni?”
Si può essere amiche per la pelle senza mai rivelarsi completamente, ma anzi celando una parte essenziale di sé? È quello che succede a Maggie, Roxanne e Candice. Più o meno coetanee, le tre amiche lavorano in un’importante rivista di Londra e sono molto legate. Il loro rapporto si fonda su un rito irrinunciabile: una volta al mese si ritrovano al Manhattan Bar dove, tra un cocktail e l’altro, si confrontano in un frizzante teatrino di chiacchiere e confidenze. Ma dietro le apparenze – Maggie, Roxanne e Candice sembrano davvero realizzate, così padrone di sé nel lavoro e nel privato – ognuna di loro recita in qualche modo una parte, nascondendo alle altre aspetti importanti della propria vita.
Maggie, ad esempio, che incarna con efficienza e determinazione il ruolo di direttore del giornale, in realtà è divorata da mille ansie e non ha il coraggio di ammettere quanto la terrorizzi l’idea di diventare madre. Roxanne, affermata giornalista di turismo, così affascinante e ammirata da tutti, ha un unico sogno che non osa confessare nemmeno a se stessa, per paura di soffrire troppo: poter vivere con il suo amante, un uomo misterioso che però ha già una moglie e una famiglia. E Candice? Lei, così dolce e ingenua, apparentemente senza problemi, nel profondo è invece divorata da un antico senso di colpa che la spinge a eccedere nella generosità, con il rischio di rimanere sopraffatta dalle sue stesse azioni. Così, quando durante uno degli incontri con le amiche al Manhattan Bar all’improvviso compare Heather, una sua ex compagna di scuola, la situazione prende una piega inaspettata. Chi è Heather, e perché Candice è tanto turbata da una ragazza che aveva perso di vista da anni? E soprattutto, che effetto avrà sul suo rapporto con Maggie e Roxanne?
“Di colpo le sembrò di dire addio per sempre alle sue amiche. Era come se stesse per entrare in un mondo nuovo nel quale loro non sarebbero riuscite a seguirla.”
La mia esperienza con quest’autrice è piuttosto altalenante, sebbene abbia faticato a leggere e abbia abbadonato l’idea di leggere ancora i libri scritti come Sophia Kinsella, per momenti di evasione mi concedo qualche libro scritto come Madeleine Wickham, molto diversi, che cercano di essere leggermente più profondi.
Una storia costruita a più voci che intreccia temi come l’amicizia, la maternità e l’amore, regala una lettura simpatica, però scontata.
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Candice Brewin spinse la pesante porta di vetro del Manhattan Bar e si sentì sommergere dalla familiare ondata di calore, rumore e voci. Erano le sei di un mercoledì pomeriggio e il locale era già quasi pieno. Camerieri in papillon verde scuro si spostavano silenziosamente sul pavimento chiaro e lucido servendo i cocktail ai tavoli. Ragazze in abiti aderenti se ne stavano in piedi davanti al bancone e si guardavano intorno con occhi vivaci e speranzosi. In un angolo un pianista pestava sui tasti motivi di Gershwin, quasi soffocati dal ronzio delle chiacchiere metropolitane. “Questo posto sta diventando troppo affollato” pensò Candice, togliendosi il cappotto. All’epoca in cui l’aveva scoperto con Roxanne e Maggie, il Manhattan Bar era un posticino tranquillo, poco conosciuto. Ci erano capitate per caso, mentre erano alla disperata ricerca di un locale dove bere qualcosa dopo una giornata di lavoro particolarmente tesa. Erano entrate nel bar un po’ buio e dall’aria antiquata, con sgabelli traballanti davanti al bancone, un murale dello skyline di New York che andava sfaldandosi su una parete e pochi clienti silenziosi, in gran parte signori di una certa età in compagnia di donne molto più giovani. Candice, Roxanne e Maggie avevano spavaldamente ordinato un giro di cocktail, seguito da molti altri, e prima della fine della serata avevano deciso, tra scoppi di risatine, che quel posto aveva un suo perché e dovevano tornarci. Così era nato il loro cocktail club.
Ma adesso, recentemente ampliato, rilanciato e citato da ogni rivista patinata, il bar era diventato un posto diverso. Ogni sera, dopo il lavoro, una folla giovane e attraente si riversava al suo interno. Vi erano state avvistate anche alcune celebrità. Perfino i camerieri sembravano tutti modelli. “Sul serio” pensò Candice mentre tendeva il cappotto alla guardarobiera e in cambio riceveva una contromarca argentata Art Déco “dovremmo trovarci un altro locale. Un posto meno affollato, meno ovvio.”