Oggi voglio proporvi la Cuddura o Pupu cu l’ovu, un dolce semplice che rappresenta, insieme ad altre specialità della tradizione siciliana, la Pasqua. Lo ritroviamo anche in qualche altra zona dell’Italia meridionale, specialmente in Calabria e Puglia.
Il termine “cuddura” deriva dal greco “coulloura”, così gli antichi Greci chiamavano delle particolari focacce offerte in dono agli dei.
La tradizione greca in Sicilia si è un poco modificata negli anni o meglio nei secoli, la cuddura non si dona più agli dei, ma ai promessi sposi, dopo averle portate in chiesa per la benedizione pasquale, le regalavano ai fidanzati nel giorno della Santa Pasqua, a dimostrazione del loro amore, così era almeno fino a qualche decennio fa.
Ce ne sono di vari tipi, con varie paste ma con una costante: le uova, come simbolo della Pasqua, di nascita o meglio di rinascita.
Nei tempi antichi le “cuddure” erano preparate dai pastori o viandanti con la pasta di pane, alla quale veniva data una forma circolare.
Per essere maggiormente sostanziosa, prima della cottura, venivano inserite delle uova, la forma a ciambella serviva anticamente per infilarla nel bastone o nel braccio e portarla comodamente durante gli spostamenti.
Con il tempo la preferenza per il dolce, ne ha modificati gli ingredienti ed oggi le “cuddure” sono diventate uno dei dolci più caratteristici della tradizione siciliana, nella zona di Palermo si chiamano “Pupa cu l’ova”.
La tradizione impone che siano preparati durante tutta la Settimana Santa e che non manchino mai durante la scampagnata del Lunedì dell’Angelo.
Ricetta per la Cuddura o Pupu cu l’ovu
1,500 gr farina 00
400 gr zucchero
4 uova per l’impasto + 9 uova sode per la decorazione + un albume da spennellare
250 gr burro a temperatura ambiente
circa 300 ml di latte (questa è indicativa, può variare in base alla grandezza delle uova)
1 bustina di lievito per dolci
La scorza grattugiata di 1 limone
Codette colorate
Lavare le 9 uova tenute a temperatura ambiente, metterle in una pentola ben coperte da acqua fredda, sistemarle su fuoco medio ed aspettare il bollore, non appena arriva il bollore, buttare una bella manciata di sale, questo provocherà un innalzamento rapido della temperatura che contribuirà a sigillare l’uovo evitandone la rottura, dopo un attimo la bollitura si stabilizzerà e andrà continuata per 9 minuti, levare dal fuoco e passare sotto un getto d’acqua corrente fredda.
In una ciotola capiente mettete la farina setacciata insieme al lievito, le uova, lo zucchero, il burro, la scorza di 1 limone e amalgamate tutti gli ingredienti aggiungendo il latte gradatamente.
Trasferite l’impasto su un piano di lavoro e continuate ad impastare, non avendo la forza di Superman ho preferito dividere il composto in quattro parti per poterlo lavorare meglio fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Avvolgetelo con pellicola trasparente e lasciatelo riposare circa 30 minuti.
Stendete l’impasto col mattarello dello spessore di circa ½ centimetro e ricavate le forme che preferite sulle quali poggerete l’uovo sodo e lo “ingabbierete” con delle strisce d’impasto.
Spennellate le cuddure cu l’ovu con l’albume e coprite con le codette colorate, dette in siciliano “diavulicchi”.
Trasferite i dolci su una teglia coperta da carta forno, vi conviene comporli direttamente su carta forno per trasferirli poi sulla teglia con più facilità e infornate a 180°C per circa 20 minuti.
Una volta raffreddate potete abbellirle ancora di più (io questa volta non l’ho fatto) coprendo i dettagli delle cuddure con una glassa bianca ricoperta con le codette.
La glassa si prepara mescolando 200 g di zucchero a velo, 1 cucchiaio di rum e 3 cucchiai di acqua.
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