Cartongesso di Francesco Maino è l’opera vincitrice della 26° edizione del Premio Italo Calvino.
La giuria, composta da Irene Bignardi, Maria Teresa Carbone, Matteo Di Gesù, Ernesto Ferrero, Evelina Santangelo, lo premia per la sua natura felicemente ibrida, non è un romanzo né un saggio né un pamphlet, e per la straordinaria potenza inventiva della lingua.
Il libro è un bilancio insieme personale e collettivo, nel quale la disperazione di un individuo e il suo intenso e inquieto disagio diventano una foto di gruppo antropologicamente esatta ed espressivamente efficace.
Il vincitore Francesco Maino è nato nel 1972 a Motta di Livenza, nella Marca Trevigiana, oggi risiede a San Donà di Piave e fa l’avvocato penalista a Venezia.
Tra carceri e tribunali, ha spesso la possibilità di frequentare una variegata e policroma umanità. Insegna diritto, alcune ore la settimana, ad un corso regionale per estetiste. Prima di esercitare l’avvocatura è stato aiuto necroforo per una ditta di onoranze funebri.
Due menzioni speciali della Giuria, una va al romanzo I costruttori di ponti di Simona Rondolini per l’originalità della struttura, per la competenza con cui affronta complessi temi musicali, psicanalitici e animalistici, per il pregio di dare voce a un sentimento lacerato della vita, per l’eccellenza della scrittura.
L’altra menzione riguarda Come fossi solo di Marco Magini, un esempio di letteratura di testimonianza che affronta con coraggio e in maniera attentamente documentata una pagina vergognosa e rimossa dell’Occidente, il massacro di Srebrenica.
Congratulazioni al vincitore ed a tutti i finalisti.
www.premiocalvino.it
Le opere finaliste del Premio Calvino 2013
Ricordo il Vincitore del 2012:
A viso coperto di Gazzaniga Riccardo.
Due eserciti contrapposti si fronteggiano ogni domenica su un campo dominato da violenza e frustrazione: sono gli ultra del Genoa e le forze dell’ordine. Ciascun gruppo è più sfaccettato di quanto sembri. Tra gli ultrà ci sono i vecchi destrorsi duri e puri, ma anche i reduci del G8 di Genova che allo stadio vogliono combattere il sistema, e gli adolescenti eccitati dalla scarica adrenalinica che gli scontri accendono. Tra i poliziotti c’è chi lavora solo per mandare avanti la baracca, chi non riesce a liberarsi da un rimorso troppo grande, chi prova a scrivere un saggio sul fanatismo sportivo. Riccardo Gazzaniga, Premio Calvino 2012, è un poliziotto e questo mondo lo conosce dall’interno. Nel suo romanzo d’esordio sa restituirlo con precisione disarmante, rivelando luci e ombre di celerini e tifosi. Attraverso la molteplicità dei punti di vista, con una narrazione al cardiopalma e una scrittura lucida e asciutta, ci racconta una storia universale di rabbia e amicizia, dove ciascun personaggio si trova ogni giorno a scegliere tra lealtà e omertà, tra giustizia e tradimento.
Riccardo Gazzaniga fa il poliziotto da 16 anni, ne ha 36. Dal 2004 lavora nella caserma di Bolzaneto a Genova, la sua città, alternando l’ordine pubblico alla gestione di una biblioteca unica nel suo genere.
Ha vinto il premio “Orme Gialle”, è stato due volte finalista al “Mystfest” e ha ottenuto altri premi minori.
Ha scritto un romanzo di vampiri segnalato al Calvino 2011.