Questa volta è nella Spagna andalusa che la Wickham Madeleine, alias Kinsella Sophie, ambienta “Vacanze in villa“, pubblicato dalla Mondadori il 29 marzo 2011, racconta le comiche dinamiche di due coppie in crisi all’insegna di una nuova relazione. Due famiglie in vacanza e una sola casa. Ma chi dorme con chi?
“In parte è perché ho preso coscienza che la mia vita non è come voglio che sia».
«Nessuno ha la vita che vorrebbe!» esclamò Amanda. «Tu pensi che la mia vita sia quella che vorrei? Questo non significa che si debba buttare via tutto, gettare ogni cosa nel maledetto…»
«Io non sto buttando via niente» disse Hugh. «Sto afferrando ciò che è davvero importante prima di perderlo del tutto».”
Metti una splendida villa andalusa, due coppie infelici e un’imprevista vacanza insieme: che cosa succederà?
Chloe ha davvero bisogno di una vacanza, non ne può più di confezionare abiti nuziali, lei poi che non è neanche sposata! Ed è un momento delicato perché Philip, il suo compagno, ha seri problemi di lavoro e non riesce a pensare ad altro. Meno male che Gerard, uno dei suoi più cari amici, le presta la sua meravigliosa villa in Spagna dove trascorrere qualche giorno in pace… Perfetto!
Hugh non è felice. Amanda, la sua impeccabile moglie, sembra più interessata ai colori delle pareti del loro lussuoso appartamento che a lui, e a Hugh non resta che lavorare dalla mattina alla sera, trascurando la sua famiglia e soprattutto trasformandosi in un estraneo per le sue due bambine. Ma Gerard, un vecchio compagno di scuola che ha rincontrato per caso, gli dà l’occasione di spezzare questa opprimente routine proponendogli un breve soggiorno nella sua casa in Spagna…
Perfetto!
E così Chloe ed Hugh si ritrovano con le rispettive famiglie nello stesso momento e nello stesso posto, scoprendo con grande disappunto che Gerard ha promesso la villa a entrambi. Dopo lo sconcerto iniziale, sono costretti a convivere tra piccoli disagi e, soprattutto, tensioni sotterranee. Perché Chloe ed
Hugh hanno un passato in comune, un passato che torna prepotentemente a galla durante una vacanza che si rivelerà piena di imprevisti e sorprese.
Madeleine Wickham racconta con grande naturalezza e sensibilità, senza rinunciare al consueto tocco di humour, le dinamiche di due coppie in crisi e l’attrazione esercitata dalla prospettiva di una nuova relazione, con le sue incognite che affascinano e spaventano al tempo stesso.
Vacanze in villa è una commedia sofisticata sulla difficoltà di difendere l’amore dalle insidie dell’abitudine e della quotidianità, in una sfida che si combatte – e si vince – giorno dopo giorno.
“La gente si riprende” rifletté Chloe, voltandosi sul lettino e chiudendo gli occhi. “Qualunque cosa accada, si trova sempre un modo per andare avanti.”
Un racconto leggero e scorrevole accompagnato da una buona dose d’ironia, con un sguardo sulla complessità dell’amore, che si fa lotta a fatica tra le insidie del quotidiano, anche se a volte sembra un po’ affrettato e dal finale non per tutti condivisibile.
CAPITOLO PRIMO
Il sole, un’abbagliante sfera bianca, risplendeva attraverso la finestra, surriscaldando come un forno il minuscolo salotto di Chloe. Mentre si avvicinava un po’ di più a
Bethany Bridges, sentì una goccia di sudore scenderle sotto l’abito di cotone, seguendo con noncuranza la linea della spina dorsale come un piccolo insetto. Infilò uno spillo in una piega della pesante seta bianca, tirò con forza il tessuto sulla pelle di Bethany e la sentì trattenere il fiato, quasi in preda al panico.
“Fa troppo caldo per lavorare” pensò Chloe, indietreggiando e scostandosi dalla fronte qualche ricciolo di capelli chiari e fini. Di certo faceva troppo caldo per starsene in quella stanzetta priva d’aria, cercando di strizzare un’ansiosa ragazza sovrappeso dentro un abito da sposa quasi sicuramente di due taglie troppo piccolo. Diede per la centesima volta un’occhiata all’orologio e avvertì un leggero brivido di eccitazione. Era quasi ora. Tra qualche minuto sarebbe arrivato il taxi, quella tortura sarebbe finita e la vacanza avrebbe avuto ufficialmente inizio. Si sentiva quasi mancare dalla voglia di partire, dal disperato bisogno di fuga. Si sarebbe trattato solo di una settimana, ma sarebbe stata sufficiente. Doveva esserlo, giusto?
“Lontano” pensò Chloe, chiudendo gli occhi per un attimo.
“Lontano da tutto”. Lo desiderava talmente da averne quasi paura.
«Bene» disse, aprendo gli occhi e sbattendo le palpebre.
Per un istante non riuscì quasi a ricordare cosa stesse facendo: sentiva solo il caldo e la stanchezza. La notte prima era rimasta alzata fino alle due per cucire tre abitini per le piccole damigelle d’onore, un ordine urgente dell’ultimo minuto. Aveva l’impressione che l’orrenda seta rosa stampata scelta dalla sposa le ballasse ancora davanti agli occhi.
Le dita le dolevano per essersi punta più volte maldestramente con l’ago.
«Bene» ripetè, cercando di dimostrare un minimo di professionalità. Si concentrò gradualmente sulla carne sudata di Bethany, che traboccava dal corsetto come l’impasto di un dolce troppo lievitato. Si trattenne dal fare una smorfia e si voltò verso la madre della ragazza che, seduta sul piccolo divano, osservava la scena stringendo le labbra. «Questo è il massimo che riesco a ottenere. Ma è ancora molto aderente…
Tu come te lo senti, Bethany?»
Le due donne si girarono verso Bethany. La ragazza stava lentamente diventando cianotica.