Il demone incarnato è un romanzo gotico scritto da Anne Rice, secondo libro della saga delle Streghe Mayfair, pubblicato nel 1993, la storia riprende dalla fine del precedente romanzo “L’ora delle streghe”.
“In principio era la voce del Padre.
«Emaleth!» sussurrava, accostato al ventre della madre di sua figlia mentre questa dormiva. E poi cantava per lei la lunga ballata del tempo che fu. Canti che parlavano della valle di Donnelaith e del castello, del luogo dove un giorno si sarebbero congiunti e di come lei sarebbe nata sapendo tutto ciò che sapeva il Padre. È così che noi siamo, le diceva, usando quel linguaggio accelerato che gli altri non potevano capire.”
Rowan è l’ultima delle streghe, la più potente, colei che è riuscita a evocare il più terribile dei demoni, e a dargli un corpo. Da un sanguinoso e arcaico rito del paganesimo celtico prende così vita Lasher, colui che si è incarnato, il demone bellissimo e corrotto.
Lasher è venuto al mondo la notte di Natale: è nato già adulto e ora vuole continuare a essere l’amante della bella Rowan, vuole fecondarla, perché dal suo ventre risorga la nuova stirpe dei Taltos, esseri di puro Male che, come lui, hanno un corredo cromosomico diverso da quello degli uomini. E sulle tracce dei Taltos, Lasher parte alla ricerca delle sue origini, che affondano in tempi perduti e bui.
“Pazzia, forse, pensare che la casa fosse viva, ma era una cosa che aveva conosciuto prima in una miscela inestricabile di felicità e sofferenza e ora tornava a conoscerla, ed era molto meglio di quei due mesi derelitti di solitudine, malattia e annebbiamento da farmaci, in cui lui si era sentito ‘mezzo amoroso della morte amica’ e la casa era silenziosa e priva di personalità, testimone di nulla, e di lui proprio non sapeva che farsene.”
Come sempre Anne Rice non delude, coinvolgente come il primo, ottime descrizioni dei personaggi e delle situazioni nello stile Rice, tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, ma aspettatevi qualcosa di crudo, alcuni lo hanno inserito nella categoria splatter, sconsigliato decisamente a coloro i quali si impressionano o si scandalizzano facilmente.
“Ed uno sorgerà, malvagio e tristo
Uno verrà, dal cuore buono e pio.
E tra loro la strega che, esitando,
Spalancherà la porta.Vagando incerti avran pena e dolore
Terrore e sangue prima ch’altri apprenda.
Disgrazia muti il bel giardino in valle
Di lutto e di cordoglio.Da chi guardava allor convien guardarsi
Ai dottori la casa sia sbarrata
Al mal daranno nutrimento i dotti
E gli scienziati lode.
Che il demone racconti la sua storia
Risvegliando dell’angelo la furia
Il morto torni a testimon; sia posto
In fuga l’alchimista.Trucidate la carne non umana
Fidando in armi che sian rozze e crude.
Forse morendo a un passo dal sapere
L’alma troverà luce.Debellate i bambini non bambini
Senza alcuna pietà per gli innocenti
O l’Eden perderà la primavera
E nostra stirpe il regno.”