A Natale regala un libro randagio: giunto alla quinta edizione, giovedì 18 dicembre nelle stazioni Conca d´oro e Lepanto dalle 8.30 fino alle 18.30 a Roma, si ripeterà il Bookcrossing Atac, lo scambio di libri gratuito.
Nato ad aprile 2013, sulla scia di eventi simili proposti in altre capitali europee e città italiane, il Bookcrossing Atac è ormai diventato uno degli appuntamenti ricorrenti che l’azienda di trasporto ha con la promozione della cultura in città.
In questa edizione alcune case editrici romane, Fandango Libri, Fazi Editore, Minimum Fax, Edizioni e/o e Di Renzo Editore si sono unite ad Atac nell’iniziativa donando libri nuovi.
I passeggeri potranno lasciare e ritirare libri gratuitamente, iniziando il proprio viaggio sui mezzi pubblici, all’insegna della lettura.
Spero tanto che l’iniziativa verrà copiata anche da altre città d’Italia.
La classifica dei libri di questa settimama regala una sola novità, molte conferme e un ritorno:
1.
Il podio resta immutato anche questa settimana ed al primo posto ritroviamo Gianrico Carofiglio con La regola dell’equilibrio.
È una primavera strana, indecisa, come l’umore di Guido Guerrieri. Messo all’angolo da una vicenda personale che lo spinge a riflettere sulla propria esistenza, Guido pare chiudersi in sé stesso. Come interlocutore preferito ha il sacco da boxe che pende dal soffitto del suo soggiorno. A smuovere la situazione arriva un cliente fuori del comune: un giudice nel pieno di una folgorante carriera, suo ex compagno di università, sempre primo negli studi e nei concorsi. Si rivolge a lui perché lo difenda dall’accusa di corruzione, la peggiore che possa ricadere su un magistrato. Quasi suo malgrado, Guerrieri si lascia coinvolgere dal caso e a poco a poco perde lucidità, lacerato dalla tensione fra regole formali e coscienza individuale. In un susseguirsi di accadimenti drammatici e squarci comici, ad aiutarlo saranno l’amico poliziotto, Carmelo Tancredi, e un investigatore privato, un personaggio difficile da decifrare: se non altro perché è donna, è bella, è ambigua, e gira con una mazza da baseball.
2.
Anche la seconda posizione resta invariata con Massimo Gramellini e Chiara Gamberale con Avrò cura di te.
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L’angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, sia possibile silenziare la testa e l’istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
3.
Sale fino alla terza posizione Alberto Angela con I tre giorni di Pompei che ricostruisce come i giorni che ne segnarono il tragico destino di Pompei, ci fa respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti, la ricca matrona Rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici, facendo scorrere davanti agli occhi, come in un film, la vita quotidiana (prima) e la morte (poi).
24 ottobre del 79 d.C. sembra un venerdì qualsiasi a Pompei, una città abitata da circa dodicimila persone che lavorano, vanno alle terme, fanno l’amore, Ma alle 13 dal vicino Vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, Pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina Ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Migliaia di uomini e donne cercano di scappare, invocano gli dèi, ma trovano una morte orribile.
4.
Scende di solo un gradino Jeff Kinney con Diario di una schiappa. Sfortuna nera, oggi al terzo posto.
Racconta con molta ironia le sfortunate vicende di un ragazzino di undici anni di nome Gregory Heffley, detto Greg. Frequenta la prima media e considera la scuola media la cosa più stupida che sia mai stata inventata, nel suo “giornale di bordo” dice che lo scrive perché così da grande, quando sarà ricco e famoso, non dovrà passare le giornate a rispondere a domande stupide dei giornalisti riguardo alla propria infanzia. Per Greg è un momento difficile. Il suo migliore amico Rowley passa le giornate con la fidanzata e non ha più tempo per lui. E trovarsi dei nuovi amici alla scuola media è una vera impresa. Per migliorare la sua sorte, Greg decide di affidarsi alla “Palla magica”. Basta fare una domanda e la palla fornisce tutte le risposte. Evviva! All’inizio tutto sembra funzionare a meraviglia, ma la Palla magica riuscirà a cambiare davvero le cose?
5.
Al quinto posto si riconferma Wilbur Smith con il suo nuovo romanzo Il dio del deserto.
Vent’anni dopo Il dio del fiume, il romanzo che ha consacrato Wilbur Smith al successo di scrittore bestseller in Italia, il re dell’avventura torna all’antico Egitto con il romanzo più avvincente, trascinante e appassionante di sempre.
I suoi libri contengono un mix di elementi irresistibile per i lettori: storia e romanzo, sentimenti e adrenalina, qualità letteraria ed energia nella scrittura, ritorna lo straordinario protagonista: Taita il mago, il medico, il poeta, il consigliere intimo del faraone Mamose e poi del figlio, Tamose.
aita, l’uomo che regge nell’ombra le sorti dell’Egitto. Non c’è pace per lui, tanto più ora che ha avuto anche l’arduo compito di occuparsi, come tutore e mentore, delle due vivaci figlie dell’amata regina Lostris. A complicare la non facile situazione si aggiungono gli affari di stato e la minaccia degli Hyksos. Che hanno ormai invaso il delta del Nilo. Costringendo il faraone a ritirarsi nel sud del paese. Per tentare di scacciarli Taita dovrà chiedere l’appoggio del re di Creta, il potente Minosse. Ma ogni alleanza vuole un pegno in cambio. E il pegno è un sacrificio estremo per Taita…
6.
Ritorna conquistando la sesta posizione Aldo Cazzullo con La guerra dei nostri nonni.
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini: i nostri nonni. Aldo Cazzullo racconta il conflitto ’15-18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie. Perché la guerra è l’inizio della libertà per le donne, che dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine, prostitute, portatrici, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano quelle di alpini, arditi, prigionieri, poeti in armi, grandi personaggi e altri sconosciuti. Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, “La guerra dei nostri nonni” conduce nell’abisso del dolore. Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine, come quelle raccolte dall’autore su Facebook, restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell’Italia unita; e fu vinta. L’Italia poteva essere spazzata via; dimostrò di non essere più “un nome geografico”, ma una nazione. Questo non toglie nulla alle gravissime responsabilità, che il libro denuncia con forza, di politici, generali, affaristi, intellettuali, a cominciare da D’Annunzio, che trascinarono il Paese nel grande massacro. Ma può aiutarci a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.
7.
Precipita in settima posizione Andrea Cammilleri con Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, romanzo è composto da otto racconti.
Protagonista, un giovane Montalbano, Commissario audace e senza paura, più impulsivo che riflessivo, il più possibile in compagnia di Livia, la donna con la quale nella matura età avrà un rapporto intenso ma burrascoso.
Le otto storie sono ambientate negli anni Ottanta, in un’Italia misteriosa, in cui la mafia torna ad alzare la testa e posa la sua lunga mano su droga, abusivismo, appalti e rapimenti.
8.
In ottava posizione troviamo la prima novità con L’incredibile Urka di Luciana Littizzetto, una supereroina che come tutte le persone normali a un certo punto sbrocca e diventa verde dalla rabbia. Sconfigge i cretini a colpi di ironia, e con i suoi superpoteri trasforma le loro pirlate in perle di umorismo, la nostra incazzatura in una grande, liberatoria, risata.
“Piccole donne s’incazzano. Perché siam buone e care, ma anche al balengo c’è un limite. E a un certo punto i nervi escono dalla guaina. Per esempio, quando scopriamo che anche gli idoli cadono: Giorgione Clooney si è sposato, e non con me. Niente più Martini, niente più party. Banderas prima affettava le mutande di Catherine Zeta-Jones con la spada e adesso impasta taralli. E Kevin Costner balla coi tonni. Anche Hollande impazzisce per la Jolanda, confermando la legge della fisica per cui tir plus un pluc degnoc che due Renault. Gli uomini d’altra parte non sono mai maturi… Passano dall’essere acerbi all’essere marci. Come i cachi. Oppure quando, forse per confermarci in che periodo siamo e da che cosa siamo sempre più sommersi, scopriamo la moda del caffè ricavato dalla cacca di animale, praticamente il caffè defecato, il Nescaghè. Per non parlare di quelle scienziate indonesiane che con la cacca ci hanno fatto un profumo, un Popò Chanel.”
9.
Scende in nono posizione Bruno Vespa con Italiani voltagabbana.
Fino all’autunno del 2013 Matteo Renzi era solo, attaccato più all’interno che all’esterno del suo partito. Nel giro di pochi mesi, molti dei suoi avversari hanno voltato gabbana, sono diventati renziani, e alcuni fanno parte della squadra di governo. Dopo la clamorosa vittoria del Pd alle elezioni europee del maggio 2014, un folto gruppo della classe dirigente del paese si è messo a disposizione del presidente del Consiglio, sperando di conquistare un ruolo di primo piano. «Ma visto che da noi non cambiava niente, l’ondata di renzismo è improvvisamente cessata» racconta il premier nel lungo colloquio accordato a Bruno Vespa per questo libro. I voltagabbana sono una costante della storia nazionale. Dal Risorgimento, quando venivamo accusati di vincere le guerre con i soldati degli altri, alla prima guerra mondiale quando in nome del «sacro egoismo» a un certo punto ci trovammo a combattere a fianco delle due fazioni opposte, per scegliere infine quella vincente. Mussolini, che voltò gabbana come interventista prima della Grande Guerra, si alleò con Hitler nella seconda. Alla caduta del fascismo, i voltagabbana furono milioni. E sulla pagina dell’8 settembre 1943 è ancora aperto il dibattito. Nella Prima Repubblica i politici cambiavano spesso corrente (specie nella Dc) piuttosto che partito, ma i tradimenti più clamorosi furono senza dubbio quelli di molti dirigenti socialisti nei confronti di Craxi. Tuttavia, il trionfo dei voltagabbana si è avuto nella Seconda Repubblica e all’alba della Terza, quella che stiamo vivendo con la riforma costituzionale. Centinaia di parlamentari hanno cambiato casacca con sconcertante disinvoltura e diversi governi sono nati e caduti con il contributo decisivo dei «senza vergogna».
10.
Scende anche il giallo di Maurizio De Giovanni dal titolo Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone, fino al decimo posto.
Nella città schiaffeggiata dal vento di tramontana, dove ogni calore e ogni legame sembrano perduti, l’omicidio feroce di due ragazzi, fratello e sorella, mette i Bastardi di Pizzofalcone contro tutto e contro tutti. E li costringe ad affrontare il gelo peggiore, quello del cuore. Un giovane ricercatore di grande talento e sua sorella, una ragazza tanto bella da togliere il fiato, vengono assassinati nel loro misero appartamento. Qualcuno ha interrotto le loro vite un attimo prima che trovassero il riscatto, ma non sembra esserci movente. Lojacono e Di Nardo sono impegnati in una corsa contro il tempo. Gigi Palma, il commissario, è stato chiaro: risolvere il caso, e in fretta, non significa solo assicurare un assassino alla giustizia, ma anche salvare il commissariato di Pizzofalcone, che qualcuno desidera chiudere per lavare una macchia del passato. Avranno l’aiuto di tutti i colleghi: Romano, Aragona, Calabrese e Pisanelli. Ognuno con le proprie paure, ognuno con le proprie ferite, ognuno grato quando uno sprazzo di calore sembra allentare per un momento la morsa del freddo. Da soli erano dei reietti. Insieme sono la più formidabile squadra di poliziotti della città. Per tutti continuano a essere i Bastardi di Pizzofalcone.