Il Premio Bancarella è un premio letterario nato nel 1953 a Mulazzo, si tiene ogni anno il penultimo sabato o domenica di luglio. Una prima selezione stabilisce i sei libri finalisti del Premio Selezione Bancarella tra cui è poi scelto il vincitore, premiato nella serata finale con una ceramica artistica raffigurante “S.Giovanni di Dio”, il santo spagnolo che durante la sua vita fu a lungo venditore di libri.
E’ stata annunciata la sestina finalista del Premio Bancarella 2016, giunto alla sessantaquattresima edizione, i librai, interpreti del gusto dei lettori, in un percorso iniziato il primo marzo 2015 e concluso il 10 marzo 2016, hanno scelto i sei volumi finalisti.
L’inaugurazione del calendario della manifestazione avrà luogo, come da tradizione, nella cornice della Sala Consiglio della Banca Cesare Ponti di Milano lunedì 21 marzo alle ore 10.30. Presenti i sei autori, i rappresentati delle case editrici e i giornalisti del settore.
Conosciamo meglio i sei finalisti del Premio Bancarella 2016:
La teologia del cinghiale di Nemus Gesuino (Elliot)
Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla luna, a Telévras, piccolo paese dell’entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l’altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico, da tutti considerato poco più che un minus habens. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a comprendere le logiche del luogo, inizia a indagare con l’aiuto dell’appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l’avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere… Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente in un romanzo dalle tinte gialle…
Gesuino Némus è nato in Sardegna in un piccolo paese dell’Ogliastra 57 anni fa. Questo è il suo primo romanzo.
La nave delle anime perdute di Alberto Cavanna (Cairo Editore).
Giovanbattista Parodi, rampollo della borghesia armatoriale genovese, è un giovane medico della Regia Marina che, disertore dopo il disastro della battaglia di Lissa, deve cercare un nuovo imbarco che gli consenta di sfuggire alle autorità e ai rimorsi per un delitto innominabile. Giunto a Marsiglia finisce per caso a bordo di un elegante veliero commerciale, il Neptuno, comandato da un misterioso e sfuggente spagnolo. Il capitano Blanco non pare particolarmente interessato ai segreti che Parodi nasconde, forse perché nemmeno lui gradisce troppe domande sulla sua attività, sulla sua nave, sul suo carico. Toccate le coste del Dahomey, il Neptuno scarica armi e imbarca avorio, ma, anziché salpare per la sua dichiarata destinazione, l’isola di Cuba, costeggia per giorni le rive africane verso sud. Mentre il viaggio procede, crescono nel protagonista inquietudine e disagio. Intorno a lui tutto si trasforma: i compagni di bordo, il paesaggio e infine anche la nave subiscono una tetra metamorfosi. Finché, un giorno, il Neptuno mostra il suo vero volto: trecentocinquanta esseri umani vengono trascinati a bordo in un crescendo di brutalità e orrore, e ammassati nelle stive come bestie. Il giovane medico, non potendo abbandonare il veliero, cerca in ogni modo di arrecare sollievo a quel popolo di dannati, sfidando ogni istante la ferocia a l’indifferenza del resto dell’equipaggio. Il viaggio della nave negriera diventa una discesa all’inferno, da cui non sembra esserci risalita…
Alberto Cavanna è nato nel 1961, scrittore, saggista, traduttore, disegnatore e illustratore italiano.
Già affermato dirigente di azienda, ha abbandonato la sua precedente attività per dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. Vive e lavora nel piccolo paese di Polverara (comune di Riccò del Golfo della Spezia), nella bassa Val di Vara.
L’ultima settimana di settembre di Lorenzo Licalzi (Rizzoli).
Pietro ha ottant’anni e ormai ha perso ogni entusiasmo. Scontroso e solitario, tutto ciò che desidera è essere lasciato in pace a leggere Moby Dick e mangiare penne all’arrabbiata. Ma quando il nipotino Luca gli piomba tra capo e collo è costretto a rivedere i suoi piani, almeno finché non lo avrà accompagnato a Roma da uno zio più giovane a cui affidarlo. Così rispolvera l’amata Mercedes Pagoda e si lancia sull’Aurelia, con Luca al suo fianco. Quello che inizia come un viaggio di sola andata si trasforma in un’avventura on the road piena di deviazioni e ripensamenti, vecchi amori e nuove gioie. Perché è proprio quando credi di aver visto tutto che scopri quanto la vita riesca ancora a sorprenderti.
Lorenzo Licalzi è nato nel 1956 a Genova e vive a Pieve Ligure, è uno scrittore e psicologo italiano.
Dopo aver fondato e diretto una casa di riposo, ha deciso di dedicarsi solo alle sue più grandi passioni: la psicologia e la scrittura.
Nel 2005 è stato già finalista del Premio Bancarella, vinto poi da Gianrico Carofiglio e nel 2009 ha vinto il premio Selezione Bancarella con il libro 7 Uomini d’oro.
Collabora, inoltre, come editorialista del Secolo XIX, per cui cura una rubrica sulla sua seconda grande passione: la Sampdoria.
La ragazza di fronte di Margherita Oggero (Mondadori).
Quando era bambino, arrivato a Torino dal Sud, lui era rimasto incantato dalla bambina che leggeva seduta sul terrazzino di fronte. Quando era bambina, tormentata dai fratelli gemelli scatenati, lei si rifugiava sul balcone per sognare le vite degli altri. La vita ha rimescolato le carte, e lei è sola, con un solo motto – “bastare a me stessa” – e un solo piacere segreto: spiare da dietro le tende, al buio, la finestra di fronte. Fino a quando succede una cosa imprevista, anzi due: che fanno battere forte il cuore… Un romanzo delizioso, a più voci, che dà uno splendido spaccato della storia sociale di Torino negli ultimi cinquant’anni e soprattutto racconta una storia d’amore sorprendente e bellissima. Il protagonista fa il guidatore di Frecciarossa, un altro personaggio è l’ultimo solitario guardiano di una diga nascosta tra le montagne, un altro ancora è un affascinante professore di fisica negli Stati Uniti… ciascun personaggio è caratterizzato in modo affascinante e contribuisce a fare di questo romanzo un coloratissimo mosaico contemporaneo.
Margherita Oggero è nata nel 1950 a Torino, dove vive. Si è dedicata alla scrittura dopo avere insegnato per trentatré anni Lingua e letteratura italiana ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Negli anni Settanta aveva scritto alcuni programmi radiofonici, tra cui “Ricerca automatica”, una specie di radio blob.
Nel 2002 il romanzo d’esordio, La collega tatuata (Mondadori), dal quale è tratta la versione cinematografica “Se devo essere sincera”, dalle avventure della “Prof”, protagonista anche dei successivi romanzi, è tratta la serie televisiva “Provaci ancora prof!
Ally nella tempesta. Le sette sorelle di Lucinda Riley (Giunti)
Distesa al sole di uno yacht in mezzo all’Egeo, la giovane Ally, velista esperta, sta vivendo uno dei momenti più emozionant della sua vita: l’intesa professionale con il famoso skipper Theo Falys-Kings si è da poco trasformata in un amore appassionato. Ma la loro felicità viene bruscamente interrotta dalla notizia della morte di Pa’ Salt, il magnate svizzero che ha adottato Ally e le sue cinque sorelle e che ha lasciato a ciascuna una serie di indizi per mettersi sulle tracce del loro passato. Ally è troppo sconvolta per esaudire la volontà di suo padre; vuole solo abbandonarsi nelle braccia di Theo e ritrovare un po’ di serenità: non sa però quello che sta per succederle, né sa che presto dovrà gettarsi nella lettura del volume lasciatole da Pa’ Salt, la burrascosa stioria di Anna Landvik, una cantante d’opera norvegese che nella seconda metà dell’Ottocento divenne la musa del compositore Edvard Grieg. Ed è proprio nella gelida e romantica Norvegia che Ally dovrà scoprire cosa la lega a questa donna misteriosa.
Lucinda Riley è nata in Irlanda e ha esordito come scrittrice a 24 anni, vive tra il Norfolk e il Sud della Francia, con il marito e i quattro figli.
I suoi romanzi hanno venduto oltre 5 milioni di copie nel mondo e sono tradotti in 30 Paesi. www.lucindariley.com
La moglie perfetta di Roberto Costantini (Marsilio).
Roma 2001. Due coppie: il matematico italoamericano Victor Bonocore e Nicole Steele, il magistrato Bianca Benigni e il marito Nanni; due crisi familiari. Tra loro una ventenne pericolosa, Scarlett. Intorno, la terra di mezzo del sordomuto e del puncicone. gli appalti pubblici, iI poker, l’usura. Una ragazza violentata e uccisa. Sembra tutto chiaro, ma seguono altri morti. Balistreri indaga insieme a Bianca Benigni. La miscela è esplosiva, l’esito disastroso. L’arresto delle sorelle Steele incrina le relazioni italoamericane. Roma 2011. Solo con il tempo Balistreri riuscirà a ricomporre la verità. Se non è tardi per la giustizia, forse non lo è neanche per l’amore.
Costantini Roberto è nato a Tripoli (Libia) nel 1952, ingegnere, consulente aziendale, ha lavorato dodici anni per società italiane e internazionali nel campo impiantistico e ha conseguito il Master in Management Science a Stanford (California). È oggi dirigente della Luiss Guido Carli di Roma dove insegna anche al Master in Business Administration.
Tu sei il male, suo romanzo d’esordio e il primo volume di una trilogia (Alle radici del male, 2012; Il male non dimentica, 2014) con protagonista Michele Balistreri ha vinto come migliore opera prima il Premio Scerbanenco e il Premio Azzeccagarbugli come Romanzo Poliziesco.