Lev Nikolàevič Tolstòj è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo, nasce a Jàsnaja Poljana, 9 settembre 1828.
Divenne celebre grazie ad una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, ma la sua fama è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.
Tolstoj ebbe un’incessante, tormentosa evoluzione interiore, lottò con se stesso e con il mondo, e questa lotta, talora impetuosa, alimentò senza sosta l’impulso creativo.
“Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso.”
I genitori di Tolstòj sono d’antica nobiltà, la madre era la principessa Marja Nikolàevna Volkonskaja, morì quando egli aveva appena due anni. Mentre il padre Nikolàj Il’ìč era discendente di un conte, morì anche lui prematuramente dopo qualche anno dalla mogle, avvelenato dai suoi servi. Rimasto orfano fu cresciuto da alcune zie molto religiose ed educato da due precettori, un francese e un tedesco, che diventeranno poi personaggi della sua opera.
Nel 1844 si iscrive all’università di Kazan’, prima alla facoltà di filosofia, l’anno dopo a quella di giurisprudenza, ma non riuscirà mai ad ottenere la laurea.
In gioventù passa le serate tra feste e spettacoli, perdendo grosse somme al gioco d’azzardo, ma sua istruzione da autodidatta non si arresta, legge molto, soprattutto filosofi e moralisti, Jean-Jacques Rousseau lo influenza parecchio.
“Il poeta sottrae tutto il meglio della vita per trasferirlo nella sua scrittura. Perciò la sua scrittura è così splendida e la vita così brutta”
Tra il 1851 e il 1853 Tolstoj, seguendo il fratello maggiore Nikolaj, partecipa alla guerra nel Caucaso, prima come volontario, poi come ufficiale d’artiglieria. Combatte coraggiosamente, affronta rischi d’ogni sorta, osserva tutto con attenzione, guarda in faccia il pericolo, e tuttavia gli avvenimenti più tragici avvengono dentro di lui: si sente inquieto, costantemente in bilico tra la vita e la morte, ma col desiderio di dedicare la propria esistenza a nobili ideali.
Nel 1856 Tolstoj assiste il fratello Dmitrij, che muore di tubercolosi. Si interessa poi per migliorare le condizioni dei contadini di Jasnaja Poljana, ma questi sono diffidenti e rifiutano le sue proposte. Si apre per Tolstoj un periodo ricco di riflessioni, con ricerche, viaggi, un crescente interesse per l’istruzione popolare e l’attività di giudice di pace nelle contese tra proprietari e contadini che stimolano in lui lo svilupparsi di una particolare sensibilità verso le ingiustizie sociali.
Viaggia per l’Europa, dove ha modo di conoscere Proudhon, Herzen, Dickens. Lo sconvolgono gli abusi del potere, la miseria dei poveri, la pena di morte, contro la quale, dopo aver assistito a una condanna, scrive:
“… ho visto a Parigi decapitare un uomo con la ghigliottina, in presenza di migliaia di spettatori. Sapevo che si trattava di un pericoloso malfattore; conoscevo tutti i ragionamenti che gli uomini hanno messo per iscritto nel corso di tanti secoli per giustificare azioni di questo genere; sapevo che tutto veniva compiuto consapevolmente, razionalmente; ma nel momento in cui la testa e il corpo si separarono e caddero diedi un grido e compresi, non con la mente, non con il cuore, ma con tutto il mio essere, che quelle razionalizzazioni che avevo sentito a proposito della pena di morte erano solo funesti spropositi e che, per quanto grande possa essere il numero delle persone riunite per commettere un assassinio e qualsiasi nome esse si diano, l’assassinio è il peccato più grave del mondo, e che davanti ai miei occhi veniva compiuto proprio questo peccato.”
Il 23 settembre 1862, dopo appena una settimana di fidanzamento, sposa la diciottenne Sof’ja Andrèevna, seconda delle tre figlie del medico di corte Bers. Lo scrittore, non volendole nascondere nulla, le fa leggere, alla vigilia delle nozze, i suoi diari intimi.
Avranno tredici figli, cinque dei quali morti in età precoce.
Il 1880 è un anno che Tolstoj dedica pienamente allo studio critico-filologico dei Vangeli.
A partire dalla sua cosiddetta conversione, Tolstoj lavora instancabilmente, sino alla morte, a numerose opere saggistiche ed autobiografiche, oltre che narrative e drammaturgiche, di carattere morale e religioso.
Trasferitosi con la famiglia a Mosca, nel gennaio del 1882 decide di partecipare al censimento della popolazione: è l’occasione per scoprire i mille volti della miseria di città, non meno drammatica di quella delle campagne.
Abbraccia con fervore ideali radicalmente pacifisti, nella convinzione che solo l’amore e il perdono, come insegnato dal Discorso della Montagna, possano unire le genti e dar loro la felicità
Tolstoj si fa editore, oltre alle proprie opere, inizia a diffondere copie di testi formativi venduti per pochi soldi al popolo russo. La casa editrice è chiamata Posrednik (L’intermediario) e si propone di istruire le masse.
Nell’estate del 1891 una grande carestia si abbatte sulle provincie della Russia, per via di una siccità prolungata.
In tale circostanza, Sof’ja è molto vicina al marito nell’aiutarlo a mobilitare una catena internazionale di soccorsi per i contadini che stanno morendo letteralmente di fame, ma il rapporto tra loro si inasprisce quando Tolstoj trasmette ai giornali la sua decisione di rinunciare ai diritti d’autore per le opere scritte dopo la conversione. Nello stesso anno, lo scrittore si reca a Firenze per partecipare ad un convegno ecumenico dal titolo Conferenze sulla fusione di tutte le Chiese cristiane, dove si dichiara favorevole alla «proposta di fondere le Chiese cristiane in una sola che abbia per capo il Papa di Roma e per base la sua organizzazione esteriore nella formula cavouriana e per fondamento del suo pensiero le massime di Cristo e dell’Evangelo».
“L’arte è la più alta manifestazione di potenza dell’uomo. Si dà a pochi eletti ed eleva chi è eletto a una tale altezza da far girare la testa, tanto che è difficile non perder il senno. Nell’arte, come in ogni lotta, ci sono eroi che dedicano tutto alla loro missione e che muoiono senza raggiungere lo scopo.”
Tolstoj ricevette lettere e visite da persone di ogni età ed estrazione sociale che avevano letto i suoi scritti (molti dei quali proibiti dalla censura) e ne ammiravano il pensiero morale e sociale. Sulla spinta di Vladimir Čertkòv (e non per iniziativa dello stesso Tolstoj, che era scettico verso tutto ciò che assomigliasse ad una setta) nacque la corrente del tolstoismo, ispirata all’etica filosofico-religiosa di Tolstoj, ed i cui seguaci saranno poi violentemente perseguitati sotto il regime comunista.
Nel febbraio 1901 il Santo Sinodo scomunicò Tolstoj per le sue idee anarchico-cristiane e anarco-pacifiste. Konstantin Pobedonostsev, procuratore del Sinodo, aveva chiesto anni prima di rinchiudere con la forza Tolstoj in un monastero, ma ormai lo scrittore aveva raggiunto una fama enorme e le persecuzioni non facevano che aumentarne la popolarità, tanto che la sua eliminazione fisica era ritenuta imprudente dagli stessi vertici politici, i quali si rendevano conto che in tal modo lo avrebbe reso un martire scatenando grandi rivolgimenti sociali.
Nel 1901 lo scrittore è candidato al Premio Nobel per la letteratura e gli osservatori lo danno per favorito, tanto che Tolstoj si affretta a scrivere ad un giornale svedese perché l’importo della vincita sia devoluto ai doukhobors, ma il premio viene poi assegnato a Sully Prudhomme.
Tolstoj va via di casa. Il crescendo di liti con la moglie e con i figli gli causava del resto enormi sofferenze. Così, nella notte del 28 ottobre 1910, dopo essersi accorto che la moglie frugava di nascosto fra le sue carte e sentendosi più che mai oppresso, si allontanò di soppiatto da Jasnaja Poljana, dirigendosi verso la Crimea su treni di terza classe, accompagnato dal medico personale Dušàn Makovitskij, il quale gli era anche amico fidato.
“Ti ringrazio per i quarantotto anni di vita onesta che hai passato con me e ti prego di perdonarmi tutti i torti che ho avuto verso di te, come io ti perdono, con tutta l’anima, quelli che tu hai avuto nei miei riguardi.”
Durante il viaggio, a causa del freddo e della vecchiaia, lo scrittore ben presto si ammalò gravemente di polmonite e non poté andar oltre alla stazione ferroviaria di Astàpovo. Accorsero parenti, amici e giornalisti, febbricitante, Tolstoj dettò alla figlia Aleksandra questi pensieri per il Diario:
“Dio è quell’infinito Tutto, di cui l’uomo diviene consapevole d’essere una parte finita. Esiste veramente soltanto Dio. L’uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell’uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L’unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l’amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l’amore, tanto più l’uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente.”
Fu impedito alla moglie di avvicinarsi al capezzale se non poco prima che egli spirasse, la mattina del 20 novembre 1910.
Fu sepolto nei pressi della sua casa, nel luogo da lui stesso indicato, la tomba è semplice, con il cumulo di terra e la sola erba, senza croce, senza nome, sull’orlo di un piccolo burrone.
Libri di Lev Tolstoj
Romanzi di Tolstoj
1852 – Infanzia
1854 – Adolescenza
1856 – Giovinezza
1863 – I cosacchi
1859 – Guerra e pace
1877 – Anna Karenina
1899 – Resurrezione
Romanzi brevi di Tolstoj
1859 – Felicità familiare
1886 – La morte di Ivan Il’ič
1891 – Sonata a Kreutzer
1898 – Padre Sergij
1904 – Denaro falso o La cedola falsa
1904 – Chadži-Murat
1891 – Il diavolo
Racconti di Tolstoj
1850 – Storia della giornata di ieri
1852 – L’incursione. Racconto di un volontario
1853 – La notte di Natale
1854 – Zio Zhdanov e il cavalier Chernov
1855 – Il taglio del bosco
1855 – Memorie di un marquer
1856 – Racconti di Sebastopoli
1856+ – La tormenta
1856 – Inizio di un racconto fantastico
1856 – I due ussari
1856 – La mattinata di un proprietario terriero
1856 – Incontro nel distaccamento con un conoscente di Mosca
1856 – Dai ricordi del Caucaso: Il degradato
1857 – Dalle memorie del principe Nechljudov: Lucerna
1857 – Memorie di un marito. Frammento
1858 – Al’bèrt
1858 – Fiaba di come un’altra fanciulla Vàrin’ka si fece grande in fretta
1858 – Tre morti
1858 – La radiosa resurrezione di Cristo
1858 – Come muoiono i soldati russi o L’allarme
1858 – Nota sul tema della nobiltà
1861 – Idillio (Идиллия, Idillija, 1861)
1861 – Frammenti di racconti della vita di campagna
1863 – Polikuška
1863 – Il sogno
1865 – La battuta col bivacco
1865 – L’assassino della moglie
4869 – Stepàn Semënyč Prozorov
4869 – L’oasi
1872 – Dio vede quasi tutto, ma aspetta
1872 – Il prigioniero del Caucaso
1872 – La caccia all’orso nordico
1873 – Fiaba
1874 – Vita e passione di Giustino filosofo martire
1875 – Racconti dal «Nuovo abecedario» (
1875 – I quattro libri russi di lettura
1879 – Una conversazione sulla scienza
1879 – Le dispute sulla fede al Cremlino
1880 – Viveva in un villaggio un uomo giusto
1880 – Due cavalli
1880 – Memorie di un cristiano
1880 – Storia di un aeronauta
1881 – Di che cosa vivono gli uomini?
1884 – I due viandanti
1884 – Le memorie di un pazzo
1885 – Camminate nella luce finché avete luce
1885 – Cholstomér. Storia di un cavallo
1885 – Una scintilla trascurata brucia la casa o Il fuoco che non sorvegli non lo spegni più
1885 – Quel che è del nemico si appiccica, quel che è di Dio sta saldo
1885 – I due fratelli e l’oro
1885 – Il’jàs
1885 – Le bambine sono più furbe dei vecchi
1885 – I due vecchi
1885 – La candelina
1885 – Dove c’è amore c’è Dio
1885 – Passione del santo martire Teodoro on Perga Pamfilia
1885 – 18 di maggio. Passione dei santi Pietro, Dioniso, Andrea, Paolo e Cristina
1885 – Il corso dell’acqua
1885 – Il fuoco che non sorvegli non lo spegni più
1885 – La saggezza dei bambini
1886 – Se di molta terra abbia bisogno un uomo
1886 – I tre Starcy
1886 – La fiaba di Ivàn lo scemo e dei suoi due fratelli Semën guerriero e Taràs pancione e della loro sorella Malan’ja che era muta e di un diavolo vecchio e di tre diavoletti o Ivan lo scemo
1886 – Come un diavoletto riscattò un pezzo di pane
1886 – Il figlioccio
1886 – Il peccatore pentito
1886 – Un chicco grande come un uovo di gallina
1886 – Il lavorante Emel’jàn e il tamburo vuoto
1887 – Finale della leggenda piccolorussa
1887 – La bottega del caffè di Surat
1887 – I tre figli
1890 – In un regno lontano lontano
1890 – Costa caro
1891 – Françoise
1891 – Una madre
1891 – Chi ha ragione?
1891 – Il tribunale
1894 – Karma
1894 – Il sogno del giovane zar
1895 – Il padrone e il lavorante
1895 – Tre parabole
1895 – Vergogna
1901 – Il re e i suoi assistenti
1903 – La distruzione dell’inferno e la sua restaurazione
1903 – Tre fiabe
1903 – Il re assiro Asarhaddon
1903 – Dopo il ballo
1904 – Il processo a Socrate e la sua difesa
1904 – La morte di Socrate
1905 – Alëša Bricco
1905 – Il divino e l’umano
1905 – La preghiera
1905 – Kornèj Vasil’ev
1905 – Memorie postume dello starets Fëdor Kuzmìč
1906 – Perché?
1906 – Cosa ho visto in sogno
1906 – Padre Vasilij
1906 – Le bacche
1907 – Racconti del «Ciclo di lettura per i bambini»
1908 – Il figlio del ladro
1908 – La forza dell’infanzia
1908 – Buddha
1908 – Il lupo
1908 – La parabola dell’uomo buono
1908 – Era il 7 di novembre del 1897
1909 – Due diverse versioni della storia di un’arnia dal tetto di tiglio
1909 – Conversazione di un padre con il figlio
1909 – Lo ieromonaco Iliodor
1909 – Chi sono gli assassini?
1909 – Conversazione con un passante
1909 – Il viaggiatore e il contadino
1909 – Canti al villaggio
1910 – Racconto per bambini
1910 – La buona terra
1910 – Tre giorni in campagna
1910 – La Chodynka
1910 – Senza accorgersi
1910 – Non ci sono colpevoli al mondo
1910 – C’era una volta uno zar giovane
Opere teatrali di Tolstoj
1864 – La famiglia infetta o La famiglia contagiata
1886 – La potenza delle tenebre
1896 – E la luce risplende nelle tenebre (incompiuto)
1891 – I frutti dell’istruzione
1900 – Il cadavere vivente
1910 – La causa di tutto (1910, in 2 atti)
Opere filosofiche, pedagogiche, morali e saggi di Tolstoj
1859 – Discorso all’associazione amanti della letteratura russa
1862 – Articoli dalla rivista sull’educazione “Jasnaja Poljana”
1862 – Sull’importanza dell’istruzione popolare
1862 – Per chi deve imparare a scrivere
1862- A proposito dei libri in dialetto
1880 – Saggio di teologia dogmatica
1881 – Perché vivo?
1882 – La confessione
1884 – La mia fede
1884 – Sulle pubblicazioni popolari
1888 – Della vita
1888 – È tempo di recuperare!
1889 – A proposito dell’arte
1891 – Perché la gente si droga?
1892 – Il primo gradino
1893 – Il non agire
1893 – Il regno di Dio è in voi
1894 – Cristianesimo e patriottismo
1898 – Lettera ai Liberali
1900 – La schiavitù del nostro tempo
1901 – L’educazione religiosa
1901 – Patriottismo e governo
1902 – Che cos’è la religione e quale ne è l’essenza?
1902 – Che fare?
1903 – Contro la proprieta fondiaria
1903 – Pensieri di saggi per ogni giorno
1903 – Denaro e lavoro
1905 – Il bastoncino verde
1907 – Per tutti i giorni
1908 – La legge della violenza e la legge dell’amore
1908 – La schiavitu moderna
1909 – Su Gogol’
Diari (1847-1910)