La Spia è un romanzo d’avventura e di formazione di Paulo Coelho, che torna con uno straordinario ritratto di donna, frutto di una ricerca basata su documenti inediti, ma condotta con lo sguardo del narratore, nella vita di Mata Hari.
“Vivevo in una casa perennemente vuota, con un marito che non mi portava da nessuna parte per paura che lo tradissi, in una città la cui bellezza era così intensa da risultare quasi opprimente. Abitavo in un paradiso, ma affrontavo quotidianamente un inferno personale.”
Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza il proprio destino. Ha un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità, che non creda ad altri che a sua madre. E così prende carta e penna per raccontarle la sua vita avventurosa e controversa.
Lei è Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo: ballerina scandalosa, seduttrice infallibile degli uomini più ricchi e potenti, capace di diventarne cortigiana, amante e fidata confidente; e, forse per questo, di suscitare gelosie e invidie nelle donne e mogli dell’aristocrazia parigina. Lei è la donna dai molti nomi: Margaretha, il nome di battesimo; Mrs MacLeod, come la chiamavano a Giava; H21, il nome in codice che i tedeschi le avevano attribuito durante la guerra.
Il passato di Mata Hari è oscuro, il suo presente sempre pericoloso: ha dedicato la sua vita alla libertà e al desiderio, ha sfidato i pregiudizi della società, e ora sconta l’accusa infamante di spia. La sua unica colpa: essere una donna libera.
“Poi le racconterò delle mie danze – per fortuna, ho ancora alcune fotografie che mostrano l’armonia dei movimenti e i dettagli dei costumi. Contrariamente a quanto affermavano quei critici che non mi hanno mai apprezzata, sul palcoscenico io mi dimenticavo del mio essere donna e offrivo tutta me stessa a Dio. Ecco perché mi spogliavo così disinvoltamente. Perché, in quel momento, io non ero nulla, neppure il mio corpo. Ero solo i movimenti che mi compenetravano all’universo.”
Le recensioni per questo libro passano da cinque stelle a due senza spazi intermedi, per alcuni è il libro più bello dell’autore e per altri è un’opera scarsa, una favoletta.
Non resta che leggerlo e farci una nostra idea.
Parigi, 15 ottobre 1917 – Anton Fisherman con Henry Wales, per l’International News Service.
Poco prima delle cinque del mattino, un gruppo di diciotto uomini – in gran parte ufficiali dell’esercito francese – salì al secondo piano di Saint-Lazare, il penitenziario femminile di Parigi. Preceduti da un secondino che reggeva una torcia con cui accendeva le lampade, si fermarono davanti alla cella numero 12.
Erano le monache a occuparsi di quel posto. Suor Léonide aprì la porta e chiese a tutti di attendere fuori. Entrò, sfregò un fiammifero sulla parete e accese la lampada della stanzetta. Poi chiamò una delle sorelle ad aiutarla.
Piano e delicatamente, suor Léonide cinse con un braccio il corpo addormentato della donna: stentava a svegliarsi, quasi non fosse interessata al mondo circostante. Quando aprì gli occhi, secondo la testimonianza delle monache, sembrò emergere da un sonno tranquillo. E si mantenne serena anche quando apprese che la domanda di grazia presentata alcuni giorni prima al presidente della repubblica era stata respinta. È impossibile dire se provò tristezza o sollievo per il fatto che tutto fosse ormai prossimo alla fine.