Poirot a Styles Court è il primo romanzo giallo scritto da Agatha Christie, nato per una scommessa con sua sorella maggiore che la sfidava a scrivere un libro giallo che fosse pubblicabile.
Il romanzo fu scritto durante durante la Prima guerra mondiale, quando lavorava come infermiera in un ospedale della Croce Rossa, fu terminato nel 1915 ed inviato senza successo a sei editori, solo nel 1920.
L’editore londinese John Lane, della casa editrice Bodley Head, decise di pubblicarlo per una cifra irrisoria di soltanto 25 sterline di anticipo e l’esclusione dagli utili della vendita delle prime 2000 copie. Edizione tradotta da Diana Fonticoli.
“Poirot era un ometto dall’aspetto straordinario.
Era alto meno di un metro e sessantacinque, ma aveva un portamento molto eretto e dignitoso. La testa era a forma di uovo, costantemente inclinata da un lato. Le labbra erano ornate da un paio di baffi rigidi, alla militare. Il suo abbigliamento era inappuntabile. Penso che un granello di polvere gli avrebbe dato più fastidio di una ferita. Eppure questo elegantone, che ora zoppicava leggermente, era stato ai suoi tempi uno dei funzionari più in gamba della polizia belga. Come investigatore, aveva un fiuto straordinario. Aveva all’attivo numerosi trionfi, essendo riuscito a risolvere i casi più complicati.”
La prima apparizione di Hercule Poirot
Nel romanzo fa la sua prima apparizione il celebre detective Hercule Poirot, dall’aspetto buffo, modi signorili e maniaco dell’ordine e della pulizia, il suo linguaggio è un miscuglio di inglese e francese, il suo successo lo deve tutto alle sue “piccole cellule grigie”.
Come Sherlock Holmes anche Poirot ha il suo dr. Watson, si tratta del capitano Arthur Hastings, un uomo dai solidi principi, spesso ingenuo e non molto sveglio, sempre attratto romanticamente dalle belle donne e soprattutto amico sincero. E’ proprio questo personaggio la voce narrante della storia.
“Mentre attraversavamo il paese, mi venne in mente che avevo bisogno di francobolli e perciò ci fermammo all’ufficio postale.
Ne stavo uscendo, quando investii un tizio che entrava in quel momento.
Mi affrettai a chiedergli scusa, e quello all’improvviso mi abbracciò e mi baciò calorosamente.
«Mon ami, Hastings!» gridò. «È davvero mon ami Hastings!»
«Poirot!» esclamai a mia volta.”
Styles Court è l’ambientazione sia di questo primo romanzo che dell’ultimo della serie con l’investigatore Hercules Poirot.
“La loro casa di campagna, Styles Court, era stata acquistata dal signor Cavendish poco tempo dopo il matrimonio. Il signor Cavendish era stato completamente dominato dalla moglie, e quando era morto le aveva lasciato in eredità la casa, oltre alla maggior parte delle sue sostanze.”
Trama di “Poirot a Styles Court”
Durante la Prima guerra mondiale un giovane ufficiale inglese ferito al fronte viene ospitato da un vecchio amico nella sua residenza di campagna. Il soggiorno nella lussuosa dimora sarà però tutt’altro che tranquillo. La padrona di casa, matrigna dell’amico, ha sposato un uomo di vent’anni più giovane di lei, e i figliastri, scavalcati nell’eredità, sembrano tramare qualcosa. La governante è sicura che presto gli avvenimenti precipiteranno e, in breve, la profezia si avvera. La padrona di Styles Court viene avvelenata e i sospetti si accentrano subito sui membri della famiglia. Fortunatamente, nel paese c’è qualcuno che di delitti se ne intende: un buffo profugo belga dai grandi baffi…
“C’eravamo tutti. Poirot si alzò dalla poltrona con il sussiego di un oratore famoso, e salutò con un grazioso inchino il suo pubblico.
«Messieurs, mesdames… Come sapete, ho ricevuto da monsieur John Cavendish l’incarico di risolvere questo caso.”
Recensione
Quando si parla di giallo classico Agatha Christie è la regina, la trama si srotola lentamente rendendo partecipe il lettore dalla prima all’ultima pagina, i personaggi sono ben descritti senza però eccedere, la scrittura è scorrevole, sconsiglio di leggerlo la sera, se non volete passare la notte a leggere.
Pur essendo il suo libro d’esordio è ben costruito e piacevole, come si dice? “Il buongiorno si vede dal mattino!”
Si percepisce piacevolmente l’influenza di Sherlock Holmes, tanto amato dalla scrittrice.
Incipit di “Poirot a Styles Court”
Il grande interesse suscitato nel pubblico da quello che a suo tempo fu battezzato “Il Caso Styles”, è ormai scemato. Ciononostante, data la risonanza che ha avuto, sia il mio amico Poirot sia la famiglia interessata mi hanno pregato di scrivere il resoconto dell’intera vicenda. In questo modo si spera di mettere a tacere i pettegolezzi che ancor oggi capita di ascoltare.
Prima di tutto parlerò di come mi trovai invischiato in questa storia.
A causa di una ferita, ero stato rispedito a casa dal fronte e, dopo aver trascorso alcuni mesi di convalescenza in un tetro ospedale, stavo cercando di decidere dove andare, quando m’imbattei in John Cavendish. Negli ultimi anni l’avevo visto poco. Anzi, debbo dire di non averlo mai conosciuto intimamente. Era più vecchio di me di una quindicina di anni, anche se non dimostrava affatto di averne quarantacinque. Da ragazzo ero stato spesso suo ospite a Styles, nell’Essex, dove sua madre aveva una casa.
Facemmo una lunga chiacchierata, ricordando i vecchi tempi, e John finì per invitarmi a Styles, perché vi trascorressi il mio periodo di licenza.
«La mamma sarà felice di rivederti, dopo tutti questi anni» mi disse.
«Tua madre sta bene?» gli domandai.
«Oh, sì. Lo sai che si è risposata?»
Non nascosi la mia meraviglia. Quando la signora Cavendish aveva sposato il padre di John, lui era vedovo con due figli. La ricordavo come una bella donna di mezza età. Adesso non doveva avere meno di settant’anni.
Era energica, dispotica, e si occupava di varie opere di beneficenza. Poteva permettersi il lusso di essere generosa, dal momento che era molto ricca.
Nel 1990 è stato girato un film diretto da Ross Devenish, con David Suchet nei panni di Hercule Poirot, la cui interpretazione sarà difficile da eguagliare, è riuscito magistralmente a sostituire qualsiasi immagine ci fossimo creati nella nostra mente di Poirot. Il film è inserito come primo episodio della terza stagione di Poirot.
C’è qualche differenza rispetto al libro, ma che non influisce sulla trama.