Italo Calvino è stato uno scrittore e partigiano italiano, intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale.
“Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.”
Nasce il 15 ottobre del 1923 a Santiago de las Vegas, nell’isola di Cuba da genitori italiani. Il padre Mario, un agronomo originario di Sanremo e la madre Eva Mameli, originaria di Sassari, è laureata in scienze naturali e lavora come assistente di botanica all’Università di Pavia.
Dopo la Prima guerra mondiale si trasferiscono a Cuba, dove il padre dirige una Stazione Agronomica sperimentale per la produzione di canna da zucchero. Nel 1925 i coniugi Calvino decidono di ritornare in Italia e si trasferiscono a Sanremo, dove Calvino vive serenamente gli anni della fanciullezza.
Nel 1927 mentre lui inizia a frequentare l’asilo infantile al St. George College e nasce il fratello Floriano che diventerà geologo e docente all’Università di Genova.
“Sono cresciuto in una cittadina che era piuttosto diversa dal resto dell’Italia, ai tempi in cui ero bambino: San Remo, a quel tempo ancora popolata di vecchi inglesi, granduchi russi, gente eccentrica e cosmopolita. E la mia famiglia era piuttosto insolita sia per San Remo sia per l’Italia d’allora: scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori”
I rapporti della famiglia Calvino con il fascismo sono complicati, il padre è costretto a iscriversi al Partito Nazionale Fascista per ottenere un incarico presso l’Università di Torino.
Nel 1934, superato l’esame d’ammissione, frequenta il liceo-ginnasio «Giovanni Domenico Cassini», dove sarà esonerato dalle lezioni di religione, come richiesto dai genitori.
La famiglia Calvino non ha una fede religiosa, e per quei tempi manifestare un certo atteggiamento agnostico comportava almeno l’appellativo di “anticonformisti”.
La posizione ideologica di Calvino non ha, fino allo scoppio della guerra, come lo stesso dichiara, un indirizzo ben definito. Tra i sedici ed i venti anni scrive brevi racconti, opere teatrali ed anche poesie ispirandosi a Montale suo poeta prediletto per tutta la vita.
Dopo aver completato gli studi presso il ginnasio-liceo G.D. Cassini, si iscrive alla facoltà di Agraria presso l’Università di Torino dove il padre era incaricato di Agricoltura tropicale, ma i suoi veri interessi sono la letteratura, il cinema, il teatro. Scrive alcune recensioni di film e nell’estate del 1941 il “Giornale di Genova” gliene pubblicherà un paio.
“Ci sono quelli che si condannano al grigiore della vita più mediocre perché hanno avuto un dolore, una sfortuna; ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna di quella che si sentivano di reggere.”
L’ambiente culturale di Torino, che Calvino frequenta assiduamente, ed i fermenti politici di contrapposizione al regime, nel campo militare di Mercatale di Vernio, gli giunge la notizia dell’incarico dato a Pietro Badoglio di formare un nuovo governo e viene a conoscenza della destituzione e dell’arresto di Mussolini.
Dopo l’otto settembre, per sfuggire alla leva della repubblica di Salò, trascorse diversi mesi nascosto cercando di allontanare il senso di solitudine con intense letture che influenzeranno la sua vocazione di scrittore.
Il 9 agosto 1943 torna a Sanremo. All’indomani dell’uccisione del giovane medico e comandante partigiano Felice Cascione per mano fascista, avvenuta nel gennaio del 1944, Calvino aderisce assieme al fratello Floriano alla seconda divisione d’assalto partigiana “Garibaldi” intitolata allo stesso Cascione.
E’ opinione della critica più accreditata che la sua scelta di aderire al partito comunista non derivò da ideologie personali, ma dal fatto che in quel periodo era la forza più attiva ed organizzata.
“Si sa che i rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.”
Nel frattempo i genitori vengono sequestrati dai tedeschi. Finita la guerra e liberati i genitori, nel 1946 comincia a gravitare attorno alla casa editrice Einaudi, vendendo libri a rate.
Dopo la Liberazione, mentre la sua inclinazione anarchica e libertaria non affievolisce, in lui va costruendosi un’ampia e complessa visione del mondo che non cede a semplificazioni politiche e sociali. Non esalta l’idea comunista sotto il profilo culturale e filosofico. Matura, ciononostante, l’esigenza di organizzare forme politiche e strutture sociali a difesa dei diritti, della dignità umana e della libertà.
Con questo spirito aderisce al Partito Comunista Italiano e ne diviene attivista e quadro, esprimendo la sua partecipazione con interventi di carattere politico e sociale, su quotidiani e periodici culturali, oltre che nelle sedi istituzionali del partito.
Si iscrive alla Facoltà di lettere di Torino, accedendo direttamente al III anno.
Inserito nella casa editrice Einaudisi occupa dell’ufficio stampa e di pubblicità. Nel 1948, però, lascia momentaneamente Einaudi per collaborare, in veste di redattore della terza pagina, con l’Unità torinese. Collabora anche al settimanale comunista “Rinascita”.Nel 1948, però, lascia momentaneamente Einaudi per collaborare, in veste di redattore della terza pagina, con l’Unità torinese. Collabora anche al settimanale comunista “Rinascita”.
Conosce Cesare Pavese che diverrà guida culturale ed umana, oltre che “primo lettore” delle sue opere. Nel mese di agosto del 1950 Cesare Pavese si uccide e Calvino perde così un amico e un maestro. Ne rimane sconvolto poiché Pavese era da lui vissuto come uomo forte di carattere e di temperamento risoluto. Gli resta il profondo rammarico per non aver intuito il dramma dell’amico.
“I grandi sono una razza ambigua e traditrice, non hanno quella serietà terribile nei giochi propria dei ragazzi, pure hanno anch’essi i loro giochi, sempre più seri, un gioco dentro l’altro che non si riesce mai a capire qual è il gioco vero.”
Nel 1951 visita l’Unione Sovietica, dal viaggio nasce Taccuino di viaggio di Italo Calvino, pubblicato sull’Unità e che riceve il Premio Saint-Vincent.
Dal 1955 al 1958 ebbe una relazione con l’attrice Elsa De Giorgi, moglie di Sandrino Contini Bonacossi. Dei due amanti esiste un carteggio conservato dal 1994 nel Fondo Manoscritti di Pavia, e in parte pubblicato dalla stessa donna che voleva dimostrare quanto quella relazione incise sul percorso intellettuale e artistico dello scrittore.
La storia s’intrise di fosche tinte quando il marito della donna scomparve misteriosamente e non diede notizie di sé finché non venne trovato suicida nei pressi di Washington nel 1975.
Calvino esprime il dissenso per certi aspetti che la politica sovietica va prendendo, soprattutto in ragione della libera espressione e circa l’importanza della forma democratica. Ma non risparmia critiche neppure ad una certa chiusura culturale dei dirigenti del PCI, né a talune pratiche interne all’apparato.
L’idea di un nuovo PCI riformato e rifondato, che ispira Calvino, è dichiaratamente di matrice giolittiana. La disillusione è però incolmabile solo pochi mesi dopo il Congresso, quando l’armata rossa invade l’Ungheria. Con i fatti di Poznań e Budapest matura in Calvino la decisione di abbandonare il partito.
“Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse‚ stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso‚ e te l’auguro‚ ragazzo‚ capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo‚ ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine‚ perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.”
Nel frattempo la sua fama è ormai affermata. Spesso è chiamato per conferenze e dibattiti in ogni parte d’Europa. Nell’isola di Maiorca riceve il premio internazionale Formentor. Nel 1962, in occasione di un ciclo di incontri letterari, conosce a Parigi la sua futura moglie, la traduttrice argentina Esther Judith Singer, detta Chichita, lavoratrice in organismi internazionali come l’UNESCO e l’IAEA.
Nasce in quegli anni il gruppo ’63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne l’impostazione di fondo.
Nel febbraio 1964 lo scrittore torna all’Avana per sposarsi con Chichita, in quella occasione egli fu chiamato a fare parte della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto Che Guevara, al quale dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia. Quando a fine 1964 Calvino tornò in Italia e lavorerà presso la casa editrice Einaudi come addetto stampa, si attivò anche per cofondare l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.
“In un’epoca in cui altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, e rischiano d’appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto.”
Nel 1965 nasce a Roma la figlia Giovanna Calvino. Nell’estate del 1967 si trasferisce a Parigi per lavoro, assieme a tutta la famiglia, in una villetta della Square de Châtillon. Qui Calvino progetta di rimanere 5 anni, collaborando con intellettuali e letterati francesi; vi resterà per 13, fino al 1980, anno in cui egli ritorna a Roma con la famiglia.
Nel 1975 inizia un altro periodo di intensi viaggi.
Nella seconda metà di maggio è in Iran dove, per conto della RAI, cura la preparazione di un programma radiofonico, Le città della Persia. L’anno successivo si reca negli USA, in Messico ed in Giappone, per una serie di incontri e di conferenze.
A Vienna, nel 1976, viene insignito d’un importante premio letterario europeo, dal Ministero dell’Istruzione austriaco, lo Staatspreis für Europäische Literatur.
Nel 1979 pubblica Se una notte d’inverno un viaggiatore e inizia la sua collaborazione con il giornale La Repubblica.
Si trasferisce a Roma nel 1980 in piazza Campo Marzio ad un passo dal Pantheon. Nel 1981 riceve la Legion d’onore.
Durante il 1984 in seguito alla crisi aziendale dell’Einaudi decide di passare alla Garzanti.
Compie dei viaggi in Argentina e a Siviglia dove partecipa ad un convegno sulla letteratura fantastica.
“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare ad non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo.”
Dopo una vita piena di soddisfazioni culturali e sociali, il 6 settembre 1985 viene colto da un ictus nella sua villa nella pineta toscana di Roccamare, viene ricoverato, ma dopo aver ripreso parzialmente conoscenza per qualche giorno, si aggrava e muore il 19 settembre 1985, un mese prima di compiere 62 anni.
Dopo la sua scomparsa per ricordarlo, alcuni suoi amici, fondarono il Premio Italo Calvino, dedicato alle opere prime di narrativa, il Premio si è affermato negli anni come il più importante in Italia per autori italiani inediti.
“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”
Libri di Itali Calvino
1947 – Il sentiero dei nidi di ragno
1949 – Ultimo viene il corvo
1952 – Il visconte dimezzato
1952 – La formica argentina, in Botteghe Oscure
1954 – L’entrata in guerra
1956 – La panchina. Opera in un atto, su musica di Sergio Liberovici
1956 – Fiabe italiane
1957 – Il barone rampante
1958 – I giovani del Po, in “Officina”
1958 – I racconti
1957 – La gran bonaccia delle Antille, in “Città aperta”
1959 – Il cavaliere inesistente
1960 – I nostri antenati (Il cavaliere inesistente; Il visconte dimezzato; Il barone rampante)
1963 – La giornata d’uno scrutatore
1963 – La speculazione edilizia
1963 – Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città
1965 – La nuvola di smog e La formica argentina
1965 – Le cosmicomiche
1967 – Ti con zero, Torino
1968 – La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche
1970 – Orlando furioso, di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino
1970 – Gli amori difficili
1972 – Le città invisibili
1973 – Il castello dei destini incrociati
1979 – Se una notte d’inverno un viaggiatore
1982 – La vera storia, due atti di. Su musica di Luciano Berio.
1983 – Un re in ascolto. Azione musicale in due parti, su musica di Luciano Berio.
1984 – Cosmicomiche vecchie e nuove
Saggi di Italo Calvino
1952 – Taccuino di un viaggio in URSS di Italo Calvino
1967 – Vittorini. Progettazione e letteratura
1968 – Appunti sulla narrativa come processo combinatorio
1969 – Tarocchi. Il mazzo visconteo di Bergamo e New York
1973 – La tradizione popolare nelle fiabe, in Storia d’Italia.
1974 – Autobiografia di uno spettatore, in Federico Fellini.
1980 – Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società
1984 – Collezione di sabbia
1936 Sotto il sole giaguaro
1988 – Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio
1988 – Sulla fiaba, a cura di Mario Lavagetto
1990 – La strada di san Giovanni
1991 – Perché leggere i classici
1993 – Prima che tu dica «Pronto»
1994 – Eremita a Parigi. Pagine autobiografiche
2002 – Mondo scritto e mondo non scritto
2003 – Il libro dei risvolti
2012 – Sono nato in America… Interviste 1951-1985
2014 – Un ottimista in America, 1959-1960