Questa è una festa cristiana, ma che tu sia buddista, ebreo, musulmano, ateo o quello che vuoi tu non conta, non c’è distinzione, ci accomuna una sola cosa: il desiderio unico e forte di ricostruzione, la speranza di un avvenire migliore, la dolce percezione dei buoni sentimenti, la rivalutazione di cose semplici, la gentilezza dei gesti, il gusto delle giornate normali, la gratitudine di ciò è stato e che sarà.
Auguro a tutti che possiate ancora stupirvi, che quella sensazione di dover essere più buoni durante le feste sante la proviate tutto l’anno … buona Pasqua!