Giovedì 5 luglio durante la serata finale dell’edizione 2018 del Premio Strega che si è svolta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la giuria (composta dai 400 Amici della domenica, di 40 lettori forti selezionati da librerie indipendenti italiane associate all’ALI e di 20 voti collettivi provenienti da Biblioteche di Roma, scuole e università. Da quest’anno si sono aggiunti 200 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti Italiani di cultura all’estero, per un totale di 660 aventi diritto) ha decretato il vincitore:
La ragazza con la Leica di Helena Janeczek (Guanda, 256 voti).
1° agosto 1937, una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa morta su un campo di battaglia che proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto. È stato lui a insegnarle l’uso della Leica e poi sono partiti assieme per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa. Ruth Cerf, l’amica di Lipsia, con cui ha vissuto nei tempi più duri a Parigi, dopo che entrambe erano fuggite dalla Germania. Willy Chardack, che s’accontenta del ruolo di cavalier servente da quando l’irresistibile ragazza gli aveva preferito Georg Kuritzkes, che ora combatte nelle Brigate Internazionali. Per tutti Gerda Taro rimarrà una presenza più forte e viva dell’eroina antifascista celebrata dai discorsi funebri. Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà, erano scintille capaci di riaccendersi a distanza di decenni. Basta che Willy e Georg si risentano per tutt’altro motivo. La telefonata intercontinentale avvia un romanzo caleidoscopico, incardinato sulle fonti originali, di cui Gerda Taro è il cuore attivo.
Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. Poetessa e scrittrice, ha esordito con la raccolta di poesie in lingua tedesca Ins Freie (Suhrkamp, 1989), mentre ha scritto in italiano il suo primo romanzo, Lezioni di tenebra (Guanda 2011), col quale ha vinto il Premio Bagutta Opera Prima. Ha scritto anche i romanzi Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa. Nel 2017 esce per Guanda La ragazza con la Leica, romanzo incentrato sulla fotografa Gerda Taro.
È redattrice di «Nuovi Argomenti» e di «Nazione Indiana».
http://www.helenajaneczek.com/
La serata è stata trasmessa in diretta su Rai Tre per la conduzione di Eva Giovannini.
Gli altri finalisti del Premio Strega 2018 erano:
Resto qui di Marco Balzano (Einaudi, 144 voti).
La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg di Sandra Petrignani (Neri Pozza, 101 voti).
Il gioco di Carlo D’Amicis (Mondadori, 57 voti).
Questa sera è già domani di Lia Levi (Edizioni E/O, 55 voti).
Potete trovare in dettaglio i libri nel post Premio Strega 2018: i 5 finalisti
Il 13 maggio è stato decretato il vincitore della quinta edizione del Premio Strega Europeo 2018:
Patria di Fernando Aramburu (Guanda), trad. Bruno Arpaia.
Due famiglie legate a doppio filo, quelle di Joxian e del Txato, cresciuti entrambi nello stesso paesino alle porte di San Sebastián, vicini di casa, inseparabili nelle serate all’osteria e nelle domeniche in bicicletta. E anche le loro mogli, Miren e Bittori, erano legate da una solida amicizia, così come i loro figli, compagni di giochi e di studi tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma poi un evento tragico ha scavato un cratere nelle loro vite, spezzate per sempre in un prima e un dopo: il Txato, con la sua impresa di trasporti, è stato preso di mira dall’ETA, e dopo una serie di messaggi intimidatori a cui ha testardamente rifiutato di piegarsi, è caduto vittima di un attentato… Bittori se n’è andata, non riuscendo più a vivere nel posto in cui le hanno ammazzato il marito, il posto in cui la sua presenza non è più gradita, perché le vittime danno fastidio. Anche a quelli che un tempo si proclamavano amici. Anche a quei vicini di casa che sono forse i genitori, il fratello, la sorella di un assassino. Passano gli anni, ma Bittori non rinuncia a pretendere la verità e a farsi chiedere perdono, a cercare la via verso una riconciliazione necessaria non solo per lei, ma per tutte le persone coinvolte.
Gli altri finalisti del Premio Strega Europeo 2018 erano:
La scomparsa di Josef Mengele di Olivier Guez (Francia, Neri Pozza), trad. Margherita Botto.
Peccati gloriosi di Lisa McInerney (Irlanda, Bompiani), trad. Marco Drago.
Hotel Silence di Auður Ava Ólafsdóttir (Irlanda, Einaudi), trad. Stefano Rosatti.
Si scioglie di Lize Spit (Belgio, E/O), trad. David Santoro.