Come la prima volta è un romanzo scritto da Nicholas Sparks nel 2003, proseguimento della storia narrata in “Le pagine della nostra vita”. Un romanzo che mostra come il corteggiamento sia un’opportunità costante per vivere l’incanto di quella “straordinaria normalità” che è l’amore. Dopo un’intera vita condivisa con la moglie Jane, Wilson deve affrontare una dolorosa verità: l’amore da tempo non ha più dimora nel suo matrimonio e la colpa è solo sua.
“Può un uomo cambiare veramente? Oppure il carattere e le abitudini creano limiti invalicabili nelle nostre esistenze?
E’ una notte di ottobre del 2003, e mi pongo questi interrogativi mentre osservo una falena svolazzare impazzita intorno alla luce della terrazza. Sono solo. Mia moglie Jane dorme di sopra e non si è mossa quando mi sono alzato dal letto. E tardi, mezzanotte è passata da tempo e nell’aria c’è una nota frizzante che preannuncia l’inverno.”
Nessun matrimonio è perfetto. Ma Wilson Lewis ha sotto gli occhi l’eccezione che conferma la regola: il suocero Noah Calhoun, la cui struggente storia d’amore è stata narrata in “Le pagine della nostra vita”. Ora, arrivato alla mezza età e messo di fronte alla prospettiva delle nozze della figlia, Wilson riflette sul proprio rapporto con la moglie Jane. Così scopre che lei è infelice, e la colpa è tutta sua. Adesso lei gli sembra all’improvviso lontana, forse irraggiungibile. Non gli rimane che ricorrere alla saggezza di Noah per riconquistare Jane e ritrovare la suggestione dei primi tempi.
“Gli avvenimenti dell’ultimo anno mi hanno insegnato molte cose su me stesso e anche qualche verità universale. Per esempio, ho imparato che, mentre è molto facile ferire coloro che amiamo, è ben più complicato curare quelle ferite.”
Recensioni sono molto positive per questo libro, forse esageratamente romantico per i miei gusti, la scrittura è leggera e scorrevole, scivola via in poco tempo. Dopo “Le pagine della nostra vita” e “I passi dell’amore”, questa è l’opera di Sparks che preferisco.
È straziante pensare che tua moglie non ti ami più e quella sera, dopo che Jane era salita in camera con la sua bottiglietta di profumo, rimasi seduto per ore sul divano a chiedermi come fossimo arrivati a quel punto. Dapprincipio tentai di convincermi che stavo dando più importanza del dovuto a una sciocchezza. Eppure, a mano a mano che ci riflettevo, mi risultava evidente non solo il suo dispiacere di fronte alla mia disattenzione, ma anche la traccia di una malinconia che aveva origini lontane, come se quella mia dimenticanza non fosse che l’ultima di una lunga, lunga serie.
Il matrimonio si era forse rivelato una delusione per Jane? mi domandai. Sebbene non volessi crederlo, la sua espressione sembrava indicarlo, e mi ritrovai a interrogarmi sul futuro.
Lei stava già mettendo in dubbio la nostra convivenza? E, soprattutto, si era pentita di avermi sposato? Ammetto che ero piuttosto agitato, perché fino a quel momento avevo sempre creduto che mia moglie fosse soddisfatta di me come io lo ero di lei.
Che cosa ci aveva spinto a considerarci Pun l’altro in modo tanto differente?
A questo punto devo dire che, visto dall’esterno, il nostro modo di vivere sarebbe sembrato del tutto normale. Come la maggior parte degli uomini io avevo l’obbligo di mantenere economicamente la famiglia, e per questo la mia esistenza gravitata intorno alla carriera. Negli ultimi trent’anni ho lavorato per lo studio legale Ambry, Saxon and Tundle di New Bern, nel North Carolina, e le mie entrate – seppur non eccezionali ci hanno permesso uno stile di vita da media borghesia. Durante il fine settimana mi piace giocare a golf e occuparmi di giardinaggio, amo ascoltare musica classica e leggo il giornale ogni mattina. Jane, invece, ha abbandonato il suo lavoro di maestra elementare per allevare i nostri tré figli. Ha organizzato la nostra vita domestica e quella sociale, e la proprietà di cui va più fiera è la serie di album fotografici amorevolmente riempiti negli anni con le testimonianze visive della storia famigliare.