Quando tutto inizia è il nuovo romanzo di Fabio Volo, pubblicato nel 2017. Una storia d’amore, ma anche di più, la scelta tra il noi e l’io, tra i sacrifici che facciamo per la nostra realizzazione personale e quelli che siamo disposti a fare per un’altra persona, per la coppia o la famiglia. La differenza di dimensione tra essere felici ed essere felici insieme.
“quando ami una persona fare un passo indietro significa farne uno avanti insieme. Scopri cose che da solo non avresti mai potuto vedere.”
Silvia e Gabriele si incontrano in primavera, quando i vestiti sono leggeri e la vita sboccia per strada, entusiasta per aver superato un altro inverno. La prima volta che lui la vede è una vertigine. Lei non è una bellezza assoluta, immediata, abbagliante, è il suo tipo di bellezza. Gli bastano poche parole per perdere la testa: scoprire che nel mondo esiste qualcuno con cui ti capisci al volo, senza sforzo, è un piccolo miracolo, ti senti meno solo. Fuori c’è il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà, ma quando stanno insieme nel suo appartamento c’è solo l’incanto: fare l’amore, parlare, essere sinceri, restare in silenzio per mettere in ordine la felicità.
Fino a quando la bolla si incrina, e iniziano ad affacciarsi le domande. Si può davvero prendere una pausa dalla propria vita? Forse le persone che incontriamo ci servono per capire chi dobbiamo diventare, e le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito.
“La donna sposa l’uomo pensando di cambiarlo, ma lui non cambia mai. L’uomo sposa la donna pensando che non cambierà mai, e invece cambiano sempre. Tutte.”
Uno
Le cose importanti iniziano quando tutto sembra finito.
Me lo ripeteva sempre mio padre, me l’ha detto così tante volte che quando ci penso sento ancora la sua voce.
Sono nudo, sdraiato sul letto, con il viso appoggiato al seno della donna che amo. Sento il calore della sua pelle, il battito del suo cuore, sto bene, come non mi sentivo da tempo.
Fuori da questa stanza d’albergo esiste il mondo, con i suoi rumori e le sue difficoltà. Ma io non sento nulla. L’unica cosa di cui mi importa è la mia felicità.
Sono stato molto contento quando, dopo averle chiesto di accompagnarmi, Silvia ha accettato. Per lei non è facile prendersi questo tempo.
La giornata di oggi è stata perfetta, magica.
Questa mattina abbiamo preso il treno per Verona.
Durante il viaggio ho lavorato al computer, mentre lei mi sedeva accanto, leggeva e teneva la mano appoggiata sulla mia gamba. Quel gesto ci faceva sembrare già una coppia.
Verso le undici ha chiuso il libro e mi ha chiesto se volevo un caffè.
«Preferisco continuare, voglio finire il prima possibile.»
Stavo seguendo la campagna pubblicitaria di una grossa azienda alimentare, un cliente importante che vende in tutto il mondo. Avrei dovuto presentare le prime idee il giorno seguente.
«Te lo porto io» ha detto prima di prendere la borsa e alzarsi.
Camminando ondeggiava insieme al movimento del treno. Sono rimasto a guardarla finché è sparita.
Sapevo già dove avremmo pranzato, una vecchia osteria nel centro che conoscevo bene, avevano dell’ottimo vino e dei piatti stagionali che non erano male. Per la cena, invece, avevo pensato a un posto speciale, un ristorante con un piccolo cortile interno, un’atmosfera molto riservata, romantica. Avevo prenotato con largo anticipo e mi ero assicurato uno dei cinque tavoli del cortile, già ci vedevo seduti sotto il pergolato a bere un buon rosso.
Mi sono buttato nel lavoro finché mi sono accorto che era passato più di un quarto d’ora da quando si era alzata. Ho guardato verso la porta automatica e l’ho vista tornare.
A volte è come se sentissi la sua presenza.
Aveva una gonna ampia color nocciola e una camicia bianca. Ho avuto un piccolo sussulto di piacere, con lei mi succede spesso, quando la guardo.