La verità sul caso Harry Quebert è un romanzo scritto da Joël Dicker, pubblicato nel 2012. Un giallo deduttivo che racconta la storia di Harry Quebert, uno scrittore famoso che viene accusato dell’omicidio una ragazza di quindici anni scomparsa trent’anni prima, dopo il ritrovamento del corpo della giovane sotterrato proprio nel suo giardino, accanto a una copia del manoscritto che lo ha reso famoso.
“Sappia che non serve fare alta letteratura: alla gente interessa soprattutto sapere cos’ha fatto Quebert con la fanciulla. Deve semplicemente raccontare i fatti, con un po’ di suspense, molto sangue e, ovviamente, palate di sesso.”
Trama del libro “La verità sul caso Harry Quebert”
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire, dove nulla sarà più lo stesso. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Trent’anni dopo le indagini vengono riaperte e inizia la ricerca della verità sul caso Harry Quebert.
Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è nel pieno di un blocco creativo, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Così decide di rivolgersi al suo mentore, Harry Quebert, uno degli autori più stimati del paese, nella speranza di superare la crisi e consegnare in tempo il suo nuovo libro.
Ma qualcosa di imprevisto accade: nel giardino della villa di Harry, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano, la polizia rinviene dopo trent’anni il corpo della giovane Nola Kellergan, scomparsa nel 1975, insieme a una copia del manoscritto che lo ha reso famoso.
Lo scrittore diventa presto l’indiziato principale, l’opinione pubblica gli si avventa contro e accusato di omicidio rischia la pena di morte. Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E contemporaneamente deve scrivere un romanzo di grande successo.
“Tu vuoi farmi parlare d’amore, Marcus, ma l’amore è complicato. L’amore è molto complicato. È la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L’amore può fare molto male. Questo non significa che si debba aver paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell’amore, perché l’amore è anche bellissimo ma, come tutto ciò che è bello, abbaglia e fa male agli occhi. È per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere.”
Recensione
La narrazione si alterna tra il principale io narrante di Marcus Goldman nel presente ai tanti flashback del 1975, l’anno della scomparsa di Nola Kellergan. L’indagine viene raccontata attraverso i ricordi dei personaggi e quindi dai diversi punti di vista, si sospetta di tutti.
Questo libro non raccoglie solo il genere giallo, racconta di amicizia, del rapporto spesso idealizzato con il proprio mentore, racconta del mondo della scrittura, ci parla anche di amore da vari punti di vista e delle debolezze umane, ha tutte le caratteristiche del classico romanzo americano.
Sappiate che la mole del libro è abbastanza consistente, ben 775 pagine, questo potrebbe scoraggiare la lettura, ma noi sappiamo per esperienza che la pesantezza di un libro è attribuita solo al suo contenuto. Una curiosità bizzarra è la numerazione dei capitoli parte dal 31esimo e torna indietro.
Ho deciso di iniziare a leggere questo libro dopo aver visto i primi due episodi dell’omonima serie tv, mi sono piaciuti così tanto che ho deciso di leggere prima il libro, solitamente il libro è sempre meglio, in questo caso mi sono piaciuti entrambi, la serie è molto fedele.
La scrittura è asciutta e moderna, a volte scorrevole, altre un po’ lenta, ma è talmente intrigante che si procede volentieri. Alcuni hanno trovato degli omaggi letterari nel suo contenuto, come La macchia umana di Philip Roth, Lolita di Vladimir Nabokov e la famosa serie TV “I segreti di Twin Peaks” di David Lynch.
“Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l’ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un’emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito.”
Incipit del libro “La verità sul caso Harry Quebert”
Il giorno della scomparsa
(Sabato 30 agosto 1975)“Centrale di polizia, qual è il suo problema?”
“Mi chiamo Deborah Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di avere appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta.”
“Cos’è successo esattamente?”
“Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c’era un uomo… Credo che stesse cercando di sfuggirgli.”
“Dove si trovano in questo momento?”
“Non… Non riesco più a vederli. Sono dentro la foresta.”
“Mando subito una pattuglia, signora.”
Fu quella telefonata a dare inizio alla vicenda che turbò la cittadina di Aurora, nel New Hampshire. Quel giorno, Nola Kellergan, una ragazza del posto di quindici anni, scomparve. Non venne più ritrovata.Prologo
Ottobre 2008
(Trentatré anni dopo la scomparsa)Tutti parlavano del libro. Non potevo più camminare in pace per le strade di New York; non potevo più fare jogging nei vialetti di Central Park senza che qualche passante mi riconoscesse ed esclamasse: “Ehi, è Goldman! Lo scrittore!” Capitava perfino che alcuni si mettessero a correre per seguirmi e farmi le domande che li assillavano: “Le cose che ha scritto nel suo libro sono tutte vere? Harry Quebert ha davvero agito così?” Nel bar del West Village che frequentavo abitualmente, alcuni avventori non si facevano più scrupoli a sedersi al mio tavolino per rivolgermi la parola: “Signor Goldman, sto leggendo il suo libro: non riesco a staccarmene! Il primo era bello, ma questo… È vero che le hanno dato un milione di dollari per scriverlo? Quanti anni ha? Solo trenta? Trent’anni! E ha già guadagnato tutti questi soldi!” Persino il portiere del mio palazzo, che vedevo procedere nella lettura tra un’apertura di portone e l’altra, una volta finito il libro mi aveva bloccato a lungo davanti all’ascensore, per confidarmi quello che gli pesava sul cuore: “Allora è questa la fine che ha fatto Nola Kellergan? Che orrore! Ma come si può fare una cosa simile? Eh, signor Goldman, com’è possibile?”
Tutta New York si appassionava al mio libro; era uscito da due settimane e già prometteva di diventare il libro più venduto dell’anno nel continente americano. Tutti volevano sapere cosa fosse successo nella cittadina di Aurora nel 1975. Se ne parlava dappertutto: alla televisione, alla radio, nei giornali. Avevo appena trent’anni e con quel libro, che era soltanto il secondo della mia carriera, ero diventato lo scrittore più in vista del paese.
Il caso che turbava l’America, e intorno al quale avevo costruito il mio racconto, era scoppiato qualche mese prima, all’inizio dell’estate, quando erano stati rinvenuti i resti di una ragazza scomparsa trentatré anni addietro. Fu così che vennero alla luce i fatti accaduti tanti anni prima nel New Hampshire, senza i quali Aurora sarebbe sicuramente rimasta una cittadina sconosciuta al resto degli USA.
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