Non so perchè, ma ho sempre avuto una forte curiosità per la storia, soprattutto per gli eventi della storia che riuscivo a farmi raccontare e raccontare e riraccontare torturando i miei nonni, cercavo di capire cosa si prova a stare sotto i bombardamenti, cosa davvero significasse la guerra, le privazioni, cosa spingeva uomini ad aiutare altri uomini sacrificando la loro vita. Tutto questo mi ha fatto crescere ponedomi degli ideali utopistici, cercando di pensare con la mia testa, ma ascoltando gli altri, rinnegando qualsiasi forma di dittatura (di destra, di sinistra, di centro, di giù e di sù), e portando un rispetto per la storia e per chi l’ha fatta, per chi con la sua vita mi ha regalato la libertà di pensiero (e mi ha permesso di scrivere anche questo post), a tutte quelle persone protagoniste delle battaglie operaie volte alla conquista dei diritti dei lavoratori.
Dove sono finite oggi tutte quelle persone pronte a lottare per i propri diritti non strettamente personali, ma per un paese migliore? Dov’è finita l’Italia che ci ha regalato la democrazia, dovè finito il rispetto per chi si è sacrificato per noi, ormai le feste commemorative non hanno più alcun valore, anche questa del Primo Maggio, Festa del lavoro, non ha più un senso, ho letto che a Portella della Ginestra, nel comune di Piana degli Albanesi (Pa), teatro della sanguinosa strage di lavoratori, comunisti e sindacalisti uccisi da un attentato attribuito alla banda Giuliano e i cui mandanti politici sono rimasti impuniti, il sindaco del Pdl ha deciso di mischiare la cerimonia di commemorazione delle 12 vittime di Portella con una festa a base di cannoli e di attività mondane, che avrà come padrino d’eccezione Lele Mora, che a parte essere una squallida figura da non prendere ad esempio, si dichiara fascista e che vive un perverso feticismo nei confronti delle icone del Duce e della simbologia mussoliniana.
Se digitate “primo maggio 2011” sul motore di ricerca escono quasi solo notizie dell’ormai famoso fenomeno musicale del concertone nato per essere simbolo di una rivendicazione di piazza reale, diventato anch’esso una forma mediatica.
La giornata dei diritti dei lavoratori, dovrebbe avere un senso soprattuto in questo momento delicato del nostro paese, questo paese che grida aiuto da tutte le parti, che grida unione, questo paese che ha ucciso i suoi eroi e martiri per la seconda volta, questo paese che non merita ciò che gli è stato donato, che non ha fatto tesoro dei suoi sbagli, questo paese che si vanta di essere stato protagonista della storia da sempre, ma che non riconosce più la sua storia.
2 commenti
Forse il Mora se avesse vissuto l'era fascista non parlerebbe in quel modo, a parte questo, abbiamo perso il lume della ragione verso troppe direzioni, e come tali non poteva non smarrirsi anche questa ricorrenza.
Saluti
Bisogna riscoprire i veri valori e la storia di questo giorno.Salutoni a presto