Ci ha lasciati Ezio Bosso, pianista, compositore e direttore d’orchestra, era un artista intenso e un uomo immenso che riusciva toccare le corde dell’anima, un maestro.
“Il tempo è un pozzo nero. E la magia che abbiamo in mano noi musicisti è quella di stare nel tempo, di dilatare il tempo, di rubare il tempo. E la musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più.”
E’ morto a 48 anni nella sua casa di Bologna. Nato a Torino nel 1971, si era avvicinato alla musica all’età di 4 anni, a 16 anni ha esordito come solista in Francia e poi comincia a girare le orchestre europee. Ha studiato all’Accademia di Vienna, facendosi poi conoscere nel mondo intero per le sue performance live nei grandi teatri negli anni Novanta e per le direzioni d’opera. Aveva l’orecchio assoluto, riusciva a identificare le frequenze del suono, secondo me anche quelle dell’anima. Tra le sue composizioni anche molte colonne sonore di film come quelli di Gabriele Salvatores: “Io non ho paura”, “Quo vadis, baby?” e “Il ragazzo invisibile”.
“La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.”
Nel 2011 ha subito un intervento per l’asportazione di una neoplasia ed è stato anche colpito da una sindrome autoimmune e poi il peggioramento di una malattia neurodegenerativa. Le patologie non gli hanno impedito di continuare a suonare, comporre e dirigere, fino al settembre 2019 costretto alla cessazione dell’attività di pianista, avendo compromesso l’uso delle mani.
“Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono.”
Ho deciso di fare questo post per dirgli grazie. Grazie per la tua musica che spesso mi ha fatto compagnia guardando il mare e nelle notti insonni, per aver alleggerito quel peso sconosciuto che spesso ci schiaccia e grazie per le tue parole che mi hanno allargato il cuore e aperto la mente.
Nell’ultima intervista fatta nel periodo del lockdown aveva detto: “La prima cosa che farò quando si apriranno le gabbie è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero” ed io spero che possa essere così, libero.
Sono in ogni nota che ho curato Esisto in ogni nota insieme Alle mie sorelle e fratelli Figli o nipoti Sono ogni nota studiata Suonata e donata Amata perché non c’è nota che non ami E che non abbia amato Sono rinato Nota dopo nota Una nota alla volta Fino ad abbracciarle tutte Mi mancate Quel sorriso che mi date È dura Il corpo non distratto dalle vostre note Cura e terapia E in ogni nota che sto curando Preparando, studiando Ci siete In ogni nota E saremo Ogni nota2 aprile 2020 |
Io li conosco I domani che non arrivano mai Conosco la stanza stretta E la luce che manca da cercare dentroIo li conosco i giorni che passano uguali Fatti di sonno e dolore e sonno per dimenticare il doloreConosco la paura di quei domani lontani Che sembra il binocolo non bastiMa questi giorni sono quelli per ricordare Le cose belle fatte Le fortune vissute I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci Questi sono i giorni per ricordare Perché il domani quello col sole vero arriva Perché domani non dovremo ricostruire Perché rinascere vuole dire costruire Adesso però state a casa pensando a domani E costruire è bellissimo 14 marzo 2020 |
Rai “Che storia è la musica”
Rai “I dieci comandamenti“