Il 22 giugno, al Circolo dei lettori di Torino, in diretta streaming, è stato decretato il vincitore della 33esima edizione del Premio Italo Calvino, il principale premio di narrativa per aspiranti scrittori in Italia. La giuria, composta da Omar Di Monopoli, Helena Janeczek, Gino Ruozzi, Flavio Soriga e Nadia Terranova, ha assegnato il premio a:
Lingua madre di Maddalena Fingerle, nata a Bolzano nel 1993, vive a Monaco di Baviera, dove ha compiuto gli studi universitari, con un dottorato di ricerca su scrittori italiani tra Rinascimento e Barocco. Al momento è impegnata in un dottorato sulle strategie di evasione in Tasso e Marino. Suoi racconti sono apparsi su Nazione Indiana, Neutopia e CrapulaClub.
“Un romanzo compatto di grande maturità che riesce nella sfida di tenere insieme leggerezza e profondità, affrontando con piglio holdeniano e stile impeccabile il complesso tema della parola tra pulizia e ipocrisia nel singolare contesto del bilinguismo altoatesino”.
Menzioni speciali della giuria a:
Oceanides di Riccardo Capoferro.
“si distingue per la bellezza della lingua e la riuscita fusione di mondi immaginari e mondi conosciuti in un’originale rielaborazione del romanzo marinaresco sette-ottocentesco anglosassone che infrange le barriere fra tradizioni letterarie.”
Il valore affettivo di Nicoletta Verna.
“una conturbante tragedia moderna presentata sotto forma di romanzo famigliare neoborghese in cui risaltano la coerenza tra forma e contenuto, l’equilibrio della struttura e la sottile definizione di una protagonista prigioniera delle sue ossessioni.”
Schikaneder e il labirinto di Benedetta Galli.
“notevole la destrezza nel gestire registri ora buffi ora drammatici, ci troviamo nel mondo dell’opera viennese di fine Settecento al crepuscolo dell’illuminismo mozartiano.”
Vita breve di un domatore di belvedi Daniele Santero.
“colto romanzo d alla fascinazione ottocentesca per l’esotismo del circo e dello zoo, filtrata attraverso la vita di un uomo non illustre, Upilio Faimali da Gropparello.”
Menzione speciale Treccani a:
Giardino San Leonardo di Gian Primo Brugnoli.
“L’insolita e spiazzante maestosità del dettato, la crudezza icastica, il virtuosismo linguistico esagerato ma efficace: Giardino San Leonardo esibisce una prosa rocambolesca e ribelle, strabordanteed eccessiva, maneggiata con disinvolta duttilità e zeppa di neologismi ed espressioni vernacolari d’altri tempi che si rincorrono costruendo un’architettura narrativa di straordinario impatto. L’esperienza creativo-stilistica è bizzarra quanto basta a far girare la testa del lettore disorientato da un vortice trascinante di parole e personaggi, ma semanticamente consapevole e forse memore di qualche racconto degli Accoppiamenti giudiziosi.”
Menzione speciale del Direttivo a:
Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino di Davide Rigiani.
“con fantasia scatenata e una lingua mai stanca di sorprendere, sotto l’apparenza del mero divertimento, descrive con esattezza antropologica un mondo piccolo borghese (nel caso, ticinese), proponendo un’ariosa alternativa attraverso la famiglia del Tullio. Interessante tentativo di costruire un’opera ibrida rivolta contemporaneamente all’immaginazione infantile e a una sensibilità matura. Scommessa non facile che ci sembra vinta. Un libro da illustrare ‒ e da leggere insieme, bambini e grandi.”
Congratulazioni anche a tutti gli altri finalisti, scelti tra 889 opere pervenute:
Trash di Martino Costa
Sei colpi al tramonto di Vanni Lai
La sostanza instabile di Giulia Lombezzi
I martiri di Alessio Orgera
Ma’ di Pier Lorenzo Pisano
Il Premio Italo Calvino fu fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, come omaggio allo scrittore italiano che nella sua vita fu impegnato nella scoperta di nuovi talenti letterari, infatti il premio svolge un ruolo importante tra di ponte tra gli scrittori inediti e il mondo dell’editoria.
Oggi il premio è conosciuto anche con la sigla “PIC”, nata e diffusa sul web.