L’ amore non fa per me è un romanzo di Federica Bosco, pubblicato nel 2007, il secondo libro della trilogia con protagonista Monica, dopo il primo episodio Mi piaci da morire e prima di L’amore mi perseguita. Una storia ironica e leggera sui sentimenti e sui desideri e le paure delle giovani donne, soprattutto di quelle che non smettono di sognare il grande amore.
“È questo che mi intriga della vita, anche quando va tutto storto, può succedere qualcosa che rivoluziona tutti i tuoi piani suicidi e la ruota si rimette a girare.”
Monica è in procinto di mettere la testa a posto. Si trasferisce in Scozia per raggiungere il suo principe azzurro, il suo manoscritto sta per diventare un libro e lei è felice come una pasqua. Ma si sa, le cose immaginate sono sempre più belle della loro realizzazione. Una volta raggiunto il suo “castello”, Monica dovrà fare i conti con la convivenza che mette in luce i “piccoli difetti” del suo compagno, con la suocera e con un nuovo paese che sì, in vacanza è straordinario, ma forse viverci lo è meno, per non farsi mancare niente una vecchia fiamma, lancia messaggi seducenti. Riuscirà Monica a trovare finalmente un equilibrio e a riconquistare la felicità?
“La notte non passa mai qui in Transilvania.
Ho una paura fottuta a stare qui da sola stanotte. Il letto non si vuole scaldare, si è alzato il vento e ho nelle orecchie la voce di Re-becca. Accenderei pure il phon, se servisse a non sentirla più.
Ho mandato un messaggio a Ed, ma non mi ha risposto, occupato com’è, e ho paura che Ian gli abbia telefonato e gli abbia detto che ho frugato fra le sue cose.
Mi sento la coscienza sporchissima, mi batte il cuore e me la faccio sotto. Ma guardiamo il lato positivo: se muoio di paura almeno non dovrò giustificarmi con nessuno.
Ne ho la certezza matematica, i fantasmi esistono e lei è qui che mi guarda e mi disapprova, speriamo che il pezzo sulla mia morte lo scriva Siobhan: Muore misteriosamente alla vigilia del suo compleanno Quali oscure presenze nasconde quella casa?”
In questo secondo capitolo ritroviamo tutti i personaggi di quello precedente, anche se con qualche cambiamento, mentre Monica resta fedele a se stessa insieme ai suoi difetti. Qui la ritroviamo con un problema che almeno una volta nella vita ci accomuna tutti, idealizzare il grande amore e rendersi conto che c’è una grande differenza tra innamorarsi di una persona e viverci insieme. Noi amanti lettrici spesso non idealizziamo solo l’uomo, ma anche luoghi e tempi, chi non ha sognato di vivere nella campagna inglese di “Orgoglio e pregiudizio” o leggendo la saga di Poldark passeggiare sulle coste frastagliate della cornovaglia o quella più moderna descritta dalle pagine di Rasamunde Pilcher, forse la realtà non proprio come la immaginiamo e spesso delude. Il romanzo è davvero divertente ed ironico, lo consiglio agli amanti del genere. sicuramente non vedrete l’ora di leggere il terzo e ultimo capitolo di questa trilogia.
“Pronto Monica sei lì o hai riattaccato?”
“Pro… sì ci sono, ehm… come stai David?”
“Non mi lamento troppo, senti, ti va di mangiare una pizza con me stasera? So che il tuo fidanzato non è in città…”.
Il mio fidanzato, Edgar, è il cugino della ex moglie lesbica di David, ma io l’ho scoperto solo al loro matrimonio.
Uno deve venire fino a New York per trovarsi sul set di una soap opera messicana tipo La schiava Isaura!
“David, io sto partendo per Edimburgo, vado da Edgar”.
“Stai partendo? Ora? Okay non muoverti ti accompagno io”.
“No Dav…”.
Ha riattaccato.
Oddio ma è un incubo, sono sempre in balìa di qualche uomo.
Esco per dire al tassista pakistano che può andare e questo scherzetto mi costa trentacinque dollari più la mancia. Ed eccomi in mezzo alla strada con tre valigie enormi, di cui una piena di sensi di colpa, e rischio di perdere l’aereo.
Squilla il mio cellulare. È Edgar.
Perché d’improvviso mi sento in imbarazzo?
“Pronto tesoro come stai?”, mi sento rispondere dal fondo della mia chilometrica coda di paglia.
“Ehi sei allegra, contenta di partire?”
“Oh sai, ormai non c’è più motivo di stare qui, da quando sono partiti i miei coinquilini e poi tu…”.
“Fra poco ci vediamo, non vedo l’ora”.
“Mi manchi da morire sai?”
“Anche tu piccoletta”.
Vedo David girare l’angolo con la sua BMW blu e il cuore mi batte all’impazzata.
Stupido muscolo involontario.
“Oh è… è arrivato il… taxi… ti chiamo dopo, Ed”.
Eccolo… non c’è niente da fare, è il più bello del reame, accidenti a lui. Biondo, alto, occhi verdi, un fisico da paura, e sempre un adorabile bastardo!
Scende e si produce in uno dei suoi famosissimi abbracci con volteggio al quale mi oppongo come uno straccio bagnato.
“Partivi senza dirmi niente?”
“Io ti sapevo in luna di miele, sai com’è…”. Oops… forse avrei dovuto evitare di ricordargli l’argomento.
“Sì, luna di miele con sorpresa… avrai saputo immagino”.
“L’ho letto sulla Page six del “New York Post”…”.
“Già, è bello avere degli amici giornalisti…”.
Sembra sereno considerando la mazzata che ha appena ricevuto.
Prende i miei bagagli e li mette in macchina, un bicipite fa capolino dalla manica della maglietta blu e mi volto di scatto dall’altra parte, cercando di pensare insistentemente a Edgar, anche se sono alcuni giorni che faccio fatica a ricordarmi la sua faccia.
È anche normale credo, sono più di due mesi che è partito da New York. Mi sembra che qualcuno abbia detto che più ami una persona, più fai fatica a ricordarti il suo viso, O forse l’ho detto io…
Salgo in macchina in preda all’ansia. Non sopporto di non poter controllare le cose e finisco per non controllarle mai.
Dovevo essere già all’aeroporto a farmi un bel pianto di partenza e invece sono qui, con David. È un errore di Matrix?
2 commenti
Ottima recensione; salutoni a presto.
Magari non sarà un super-capolavoro però certamente piacevole e distensivo, considerata la recensione che ne hai fatta.