Nel primo pomeriggio del 6 febbraio compare su Twitter un post pubblicato da un vigile lettore che ha portato all’attenzione un fatto curioso ed unico nel suo genere: su due quotidiani tra i più importanti d’Italia sono state, a distanza di 10 giorni, pubblicate due recensioni del libro “Una rabbia semplice” di Davide Longo, una martedì 26 gennaio da La Repubblica attribuita a Alessandro Baricco e l’altra pubblicata sabato 6 febbraio dal Corriere della Sera attribuita a Carlo Lucarelli, le due recensioni sono identiche.
Ecco scoppiare il giallo al grido di plagio. Lucarelli risponde e sotto la quale partono una serie di commenti davvero simpatici e divertenti. La verità è molto semplice, si tratta di un errore, come la stessa La Repubblica spiega con un un tweet chiedendo scusa.
Alessandro Baricco aveva fatto una video recensione del libro di cui La Repubblica avrebbe dovuto pubblicare la trascrizione, invece un redattore ha pubblicato la recensione di Carlo Lucarelli scritta giorni prima per la casa editrice Einaudi che ha pubblicato il romanzo. Il giallo del giallo è risolto ed ogni cosa è tornata al loro posto regalando pubblicità gratuita al libro in questione.
Piccole riflessioni: l’errore umano ci può stare sicuramente, però mi chiedo da quante persone è composta la redazione di un giornale come La Repubblica. Sono dovuti passare dieci giorni per rendersi conto dell’errore segnalato da un solo lettore. Mi sa che si legge molto poco e con poca attenzione. Mi domando se ci sono state altre sviste di cui non ci siamo mai accorti. Non è che la velocità e la quantità di notizie da gestire alla lunga può causare distrazione e superficialità a discapito della qualità?