I Sgraffignoli è una serie di libri per ragazzi scritti da Mary Norton, scrittrice inglese, conosciuta soprattutto per il libro “Il magico pomo d’ottone, ovvero come diventare una strega in dieci facili lezioni” e il seguito “Falò e manici di scopa” resi famosi dalla Disney con il film ,“Pomi d’ottone e manici di scopa“.
Con questa saga Mary Norton ha vinto la Carnegie Medal, importante riconoscimento per la letteratura per ragazzi. In Italia la serie è stata pubblicata da Salani, con le illustrazioni di Serena Riglietti, famosa illustratrice di libri per ragazzi, sue sono le illustrazioni italiane della prima edizione dei volumi della saga di Harry Potter.
Mary Norton nacque all’inizio del Novecento a Londra e trascorse l’infanzia nel Bedfordshire, nella grande e vecchia villa abitata dagli Sgraffìgnoli. Indovinò la loro esistenza quando per caso scoprì, ammassato sotto il pavimento, tutto ciò che andava sparendo dalla casa, e che in ogni casa scompariva misteriosamente: chiodi, spille, aghi, piccoli ninnoli. Lei sola conobbe il seguito della storia degli Sgraffìgnoli, e l’ha raccontata nei suoi libri.
«Come mai sei così tranquilla, bambina mia?» le chiese un giorno la signora May vedendo che se ne stava seduta su uno sgabello con le spalle ricurve e senza far niente. «Cosa ti succede? Hai perduto la lingua?»
«No» disse Kate, tirandosi un bottoncino delle scarpe, «ho perduto l’uncinetto…» (stavano confezionando una trapunta a riquadri di lana e ne dovevano fare ancora trenta). «So dove l’ho messo» proseguì rapidamente, «l’ho messo sul ripiano più basso della libreria, proprio vicino al mio letto».
«Sul ripiano più basso?» ripeté la signora May mentre, con movimenti regolari, il suo uncinetto guizzava alla luce della fiamma. «Vicino al pavimento?»
«Sì» disse Kate, «ma ho guardato sul pavimento, e sotto il tappeto. Dappertutto. E non c’è più. La lana invece è ancora lì. Proprio dove l’ho lasciata io».
«Oh, santa pazienza!» esclamò la signora May leggermente. «Non mi dire che ci sono anche in questa casa!»
«Chi?» domandò Kate.
«Gli Sgraffìgnoli» disse la signora May, e in quella mezza luce sembrava che sorridesse.
La Saga degli Sgraffignoli di Mary Norton
è composta da 5 libri pubblicati tra 1952 e il 1975
Sotto il pavimento è il primo volume della serie, pubblicato nel 1952.Sotto il pavimento di una vecchia villa immersa nella campagna inglese vivono gli Sgraffignoli, esseri non più alti di un mignolo che passano la loro vita “sgraffignolando”, ovvero rubacchiando, loro dicono “prendendo in prestito”, gli oggetti e il cibo necessari all’esistenza quotidiana. Un tappo di champagne per loro è uno sgabello, un francobollo un quadro d’autore e un pezzo degli scacchi una statua a grandezza naturale.
Non sono banali folletti, ma piccolissimi uomini e piccolissime donne terribilmente veri: un padre, una madre e una figlia adolescente, Arietta, smaniosa di uscire dal soffocante appartamento costruito sotto il pavimento. Quando però Arietta viene vista da un bambino in vacanza alla villa, si scatena il panico in tutta la famiglia: perché per gli Sgraffignoli essere visti significa la fine.
“La prima volta che ne sentii parlare fu dalla signora May. Ma no, non è esatto. Non fu con me che ne parlò, bensì con una ragazzina scontrosa, trasandata, caparbia, che fissava tutti con occhi rabbiosi e veniva accusata di digrignare i denti. Kate, chiamiamola Kate. Ecco, adesso va meglio: Kate. Non che il nome abbia molta importanza, perché in questa storia Kate non c’entra quasi per niente.
La signora May viveva a Londra in due stanze della casa dei genitori di Kate; credo anzi che fosse una specie di parente. Aveva la camera da letto al primo piano e il suo soggiorno era stato ricavato da quella che di solito, quando lei non c’era, veniva chiamata «la stanza da colazione». Ora, stanze simili sono piacevolissime di mattina quando c’è il sole che entra a fiotti e inonda il pane abbrustolito e la marmellata di arance, ma quando arriva il pomeriggio non sono più quelle: sembrano dissolte nell’aria e vengono invase da una strana luce argentea che è il loro crepuscolo personale. A quell’ora acquistano una specie di malinconia tutta particolare, ma a Kate, da bambina, la malinconia piaceva molto. Si infilava nella stanza proprio un po’ prima dell’ora del tè, e la signora May le insegnava a lavorare all’uncinetto.
La signora May era vecchia, aveva le giunture irrigidite e se non proprio severa era per lo meno piena di una certa fermezza interiore che in fondo è la stessa cosa. Kate non era mai «scontrosa» con la signora May e neppure trasandata o caparbia, e oltre a lavorare all’uncinetto la signora May le insegnava un sacco di altre cose: come fare un gomitolo di lana a forma di uovo, come eseguire un rammendo a regola d’arte, come mettere ordine in un cassetto e stendere un foglio di carta velina sopra il contenuto per ripararlo dalla polvere.”
Ai piedi dell’erba è il secondo episodio della serie, pubblicato nel 1955. Ritroviamo la famiglia di esseri in miniatura che vivono “sgraffignando” ciò che gli umani rifiutano. La metafora poetica e sempre attuale dell’universo degli “invisibili”, dei senza fissa dimora e dei senza patria. Dopo essere sfuggiti dalla loro casa Sotto il pavimento, che l’acchiapparatti aveva affumicato credendoli topi («Topi vestiti!» aveva strillato la domestica), gli Sgraffìgnoli – inquietanti piccoli esseri che passano la vita sgraffignolando, o, come dicono loro, ‘prendendo in prestito’ dagli uomini gli oggetti necessari alla vita quotidiana – si trovano improvvisamente davanti allo spettacolo della natura, all’erba per loro alta come un albero, alle bacche grosse come cocomeri, agli uccelli pericolosi come draghi.
È una vita pericolosa, scomoda, dura, ma per Arietta, che si è sempre sentita soffocare al buio e al chiuso, è la libertà. Quando tutto sembra felicemente risolto sarà sempre Arietta, l’«innamorata degli umani», a non accontentarsi di una vita monotona e meschina, e a intrecciare una nuova, fiduciosa amicizia con un essere enorme, un gigante, un vero ragazzo.
“Fu Kate, ormai adulta, a completare la storia degli Sgraffìgnoli. La mise tutta per iscritto per i suoi quattro bambini e la compilò come se fosse un caso giudiziario o una biografia romanzata, ricucendo ogni genere di dati, cose che ricordava, cose che le avevano raccontato, e un paio (tanto vale confessarlo) che aveva semplicemente inventato. La testimonianza più rilevante era un minuscolo taccuino vittoriano dal taglio dorato, scoperto da Kate nella casupola di un guardacaccia della tenuta di Studdington vicino a Leighton Buzzard nel Bedfordshire.
Il vecchio Tom Bonassai, il guardacaccia, non aveva mai voluto che si scrivesse quella storia, ma dato che lui era morto ormai da tanti anni e che i bambini di Kate erano invece decisamente vivi, lei pensò che, ovunque lui fosse (e con un nome come Bonassai non poteva trovarsi che in paradiso), aveva ormai superato questo pregiudizio e l’avrebbe perdonata e compresa. Insomma, dopo averci pensato parecchio, Kate decise di correre il rischio.
Quando Kate era lei stessa bambina e viveva a Londra coi suoi genitori, abitava con loro una vecchia signora (era, credo, una lontana parente): la chiamavano signora May. Ed era stata la signora May, in quei lunghi pomeriggi d’inverno davanti al camino quando le insegnava a lavorare all’uncinetto, che aveva raccontato per prima a Kate le storie degli Sgraffìgnoli.
All’epoca, Kate non aveva mai dubitato della loro esistenza: una razza di creature minuscole, identiche agli esseri umani, che vivono la loro vita segreta sotto il pavimento e dietro i pannelli di legno di certe vecchie case tranquille.”
In teiera sull’acqua è il terzo episodio della serie, pubblicato nel 1959.
Sembra che finalmente per gli Sgraffignoli sia giunta la serenità : si sono ricongiunti agli Enderighi, lontani parenti dei quali avevano perso le tracce, hanno trovato una casa calda e sicura e Arietta ha fatto amicizia con un giovane umano… una di quelle enormi, goffe creature che costituiscono la croce e la delizia di ogni Sgraffignolo. Ma all’improvviso giunge una notizia: gli umani stanno per abbandonare la casa dove gli Sgraffignoli hanno stabilito il loro quartier generale e, senza gli umani cui “sgraffignolare” il necessario per sopravvivere, si prospetta un futuro di gelo e di carestia! Non resta che mettersi in viaggio alla ricerca di una casa abitata in pianta stabile.
Più leggeri dell’aria è il quarto episodio della serie, pubblicato nel 1961. (Purtroppo al momento è introvabile).
Con l’aiuto del loro amico Spiller , la famiglia Clock si è trasferita nella miniatura di Little Fordham dove cercano di vivere in segreto. Sono stati scoperti da una coppia che possiede un villaggio modello rivale e vengono rapiti con l’intenzione di essere messi in mostra come attrazione quando quel villaggio modello si apre per la stagione turistica. Imprigionati durante l’inverno nella soffitta della coppia, gli Orologi sono in grado di utilizzare i materiali che trovano per creare un pallone e un cesto che li sollevano fuori da una finestra e li portano alla libertà prima che possano essere messi in mostra. Sapendo che non possono rischiare di tornare a Little Fordham, la famiglia si dedica nuovamente ai grandi spazi aperti, alla ricerca di un nuovo posto da chiamare casa.
La rivincita degli Sgraffignoli è il quinto episodio della serie, pubblicato nel 1965. (Purtroppo al momento è introvabile).
Si conclude con questo volume la saga degli Sgraffignoli, quei minuscoli esseri che vivono sotto i pavimenti o sul caminetto o dietro gli antichi orologi delle vecchie ville, responsabili delle sparizioni di tanti piccoli oggetti nelle case: spilli, ditali, tappi, francobolli. Ma la saga sarà finita davvero? Gli Sgraffignoli sono imprevedibili e indipendenti: pur nella loro piccolezza hanno saputo affrontare prati con l’erba più alta di loro, navigare fiumi impetuosi in una teiera, e persino salvarsi in pallone. Sempre in fuga, alla ricerca del luogo adatto a loro. E ora che sembrano averlo trovato, ora che possiedono casa e libertà rimane nell’aria un’incertezza…
Nel 2010 lo studio di animazione giapponese Studio Ghibli ha prodotto Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento. Gli stessi racconti nel 1997 avevano già ispirato il film I rubacchiotti per la regia di Peter Hewitt.