Martin Chuzzlewit è un libro pubblicato mensilmente su un giornale tra il 1843 e il 1844 dall’autore inglese Charles Dickens.
I primi numeri non ebbero successo come le precedenti opere di Dickens ed ebbero una tiratura di una ventina di migliaia di copie ciascuna (invece delle quaranta-cinquantamila che ebbero Il circolo Pickwick e Nicholas Nickleby e delle sessanta-settantamila di Barnaby Rudge e La bottega dell’antiquario), per cui ci fu una rottura tra Dickens e i suoi editori Chapman e Hall, i quali, appellandosi ad una clausola del contratto, costrinsero l’autore a rimborsare loro il denaro speso. Per rimediare al calo di vendite Dickens cambiò il titolo del suo libro in “America” quando non aveva ancora terminato la stesura del romanzo, il che gli permise di parlare anche del suo viaggio negli Stati Uniti, dal quale era rimasto deluso in quanto sperava di vedervi attuati i suoi ideali di democrazia. A causa della sua feroce satira nei confronti di questo Stato alcuni fascicoli furono accolti con rabbia nel continente americano; alcuni lettori inviarono a Dickens lettere offensive.
L’opera è dedicata ad Angela Georgina Burdett-Coutts, un’amica dell’autore.
Trama:
Difficile raccontare sommariamente la trama, che, come nella sua migliore tradizione, presenta tali e tanti personaggi la cui storia incrocia quella degli altri al punto tale che si rischia di dimenticarne qualcuno.
Il protagonista, il vecchio Martin Chuzzlewit, uomo ricchissimo che si sente attorniato da una massa di parenti e conoscenti che ritiene mirino esclusivamente al suo denaro, decide di allevare un’orfana che si prenda cura di lui senza attendersi altro riconoscimento che la sua educazione ed il suo mantenimento.
Ma l’erede del vecchio, il nipote Martin Chuzzlewit junior, si innamora della ragazza all’insaputa del nonno che, una volta venutone a conoscenza, irato, lo scaccia e lo disereda. Il giovanotto decide di andare a pensione dal rinomatoM. Pecksniff, un vanesio pomposo buffone che rimarrà memorabile nella nostra memoria, che lo accoglie sperando di ingraziarsi il nonno.
Seguiamo le disavventure di Martin, un giovanotto che si crede generoso e di buon animo, ma che si rivela solamente un piccolo egoista di bassa levatura, lo vediamo alla ricerca di un impiego all’altezza delle sue aspettative stratosferiche e irrealiste; frustrato nei suoi sogni, decide di emigrare in America, figurandosi grandi e facili successi, seguito da uno dei più bei personaggi del libro, l’onesto Mark Tapley, paese in cui diventerà preda di uomini senza scrupoli che distruggeranno totalmente l’alta concezione del suo valore e della sua intelligenza. Lo seguiamo nella sua discesa agli inferi ma soprattutto, insieme a lui, risaliamo la china del suo abbrutimento e lo scopriamo rinato ad una nuova coscienza.
Quando il giovane Martin tornerà in Inghilterra, sarà un uomo diverso: e davanti a quell’uomo il nonno riconoscerà le sue mancanze nei suoi confronti e, chiamando idealmente alla ribalta tutti i personaggi, concluderà a modo suo tutta l’intricata vicenda, risanando torti, impartendo vendette.
La storia di Martin Chuzzlewit è una storia di sentimenti non riconosciuti, di speranze disattese, di entusiasmi e di perfidie.
Dickens specifica nel postscriptum del maggio 1868che in occasione del pranzo offerto in suo onore il giorno sabato 18 aprile del 1868, avvenuto a New York e organizzato da duecento rappresentanti di tale Stato egli ritirò le accuse mosse agli Americani. Egli sostiene poi di aver notato dei grandi cambiamenti morali, materiali, urbani, di sensibilità nei confronti delle città antiche, di distribuzione delle terre e della stampa, che scusa per eventuali gravi inesattezze che ha riscontrato; inoltre, afferma di non stare scrivendo un altro libro polemico verso gli Americani, come alcuni sostenevano, e garantisce di stare riferendo in Inghilterraquesti suoi pensieri.