La stella del deserto è un thriller dello scrittore statunitense Michael Connelly, pubblicato in Italia il 15 novembre 2022, da Piemme, tradotto da Alfredo Colitto. I due cacciatori, Ballard e Bosch, sono più in forma che mai e aprono la caccia. Un caso che ossessiona da tempo Harry Bosch e adesso, grazie a Renée e ai suoi mezzi, potrà finalmente occuparsene.
“«È così facile dimenticare che c’è tanta bellezza nel deserto» disse.
Bosch annuì.
«Questi fiori sono incredibili» aggiunse Ballard.
«Stelle del deserto» disse Bosch. «Uno che conosco dice che sono un segno che Dio esiste, in questo mondo di merda. Sono fiori forti e implacabili, resistono al caldo e al freddo, a qualunque cosa provi a fermarli.»”
Trama di “La stella del deserto”
Un’intera famiglia sterminata. Un assassino a piede libero. Un vecchio caso che ossessiona Harry Bosch. E che potrà risolvere solo grazie a una persona: Renée Ballard.
Non si può dire che il rapporto di Renée Ballard con il Los Angeles Police Department, meglio noto come LAPD, sia sempre stato rose e fiori. Tutt’altro. Troppa misoginia a rovinare le sue possibilità di carriera, troppe lungaggini burocratiche a rallentare i casi: e infatti, impaziente e determinata com’è, da un anno ormai Renée ha lasciato la polizia.
Ma certi amori non finiscono: e quindi ecco che, di fronte alla possibilità di diventare capo di una nuova unità all’interno del LAPD, Ballard non può che riprendere in mano badge e pistola, chiamata a ricostruire dalle fondamenta la vecchia squadra che si occupava di casi freddi, ribattezzata
Unità Crimini Irrisolti e rimessa a nuovo. E quando si tratta di crimini irrisolti, con chi lavorare se non con il migliore? Harry Bosch , ormai detective freelance, è già alle prese con uno di questi omicidi: quello di un’intera famiglia, perpetrato da uno psicopatico che da anni ha fatto perdere le sue tracce.
“Ciascun quaderno era la storia di un omicidio irrisolto. Quella per lui era terra consacrata. La biblioteca delle anime perse. Troppi casi perché lui, Ballard e gli altri potessero mai risolverli. Troppi per placare il dolore.”
Incipit di “La stella del deserto”
PARTE PRIMA
LA BIBLIOTECA DELLE ANIME PERSE
1
Bosch aveva allineato le pillole sul tavolo, pronte all’uso. Stava versando l’acqua nel bicchiere quando suonò il campanello. Restò seduto, pensando di non aprire. Sua figlia aveva le chiavi e non suonava mai, e lui non stava aspettando nessuno. Doveva essere un venditore porta a porta o un vicino di casa, anche se non li conosceva. Il quartiere cambiava ogni quattro o cinque anni, e dopo averne trascorsi in quella casa più di trenta, aveva smesso di presentarsi e salutare i nuovi arrivati. In realtà gli piaceva interpretare il ruolo del vecchio ex poliziotto scorbutico che gli altri non osavano avvicinare.
Ma il secondo squillo del campanello fu accompagnato da una voce che gridò il suo nome. Una voce che conosceva.
«Harry, so che ci sei. La tua macchina è qui fuori.»
Aprì il cassetto sotto il tavolo. Conteneva posate di plastica, tovaglioli e bacchette cinesi di quelle che ti arrivano insieme al cibo da asporto. Con una manata gettò le pillole nel cassetto e lo richiuse. Poi si alzò e andò ad aprire la porta.
Renée Ballard lo aspettava in piedi sul gradino. Non la vedeva da quasi un anno. Gli sembrò più magra di quanto ricordasse. Notò il rigonfiamento della pistola su un fianco, sotto la giacca.
«Harry» disse lei.
«Ti sei tagliata i capelli.»
«Sì, già da un po’ di tempo.»
«Come mai sei qui, Renée?»
Ballard aggrottò la fronte, come se si fosse aspettata un’accoglienza più calda. Ma Bosch non capiva perché, visto com’erano finite le cose l’anno prima.
«Finbar» rispose.
«Chi?»
«Lo sai, chi. Finbar McShane.»
«Cos’ha fatto?»
«È ancora libero. Da qualche parte. Vuoi lavorare al caso con me o preferisci crogiolarti nella tua rabbia?»
«Di cosa stai parlando?»
«Se mi fai entrare, te lo dico.»
Bosch esitò, poi si fece da parte e sollevò un braccio per farla passare.
Ballard si fermò accanto al tavolo dove lui era seduto poco prima.
«Niente musica?»
«Non oggi» rispose Bosch. «Allora, McShane?»
Lei annuì, era chiaro che doveva lasciar perdere i convenevoli.
«Mi hanno dato la responsabilità dei casi freddi, Harry.»
«Avevo sentito che l’Unità Casi Irrisolti era stata smantellata. Perché mettere gli agenti a pattugliare le strade era più importante.»
«Vero, ma le cose cambiano. Ora il dipartimento è sotto pressione proprio per la quantità di casi rimasti irrisolti. Sai chi è Jake Pearlman, giusto?»
«Un consigliere comunale.»
«E tra l’altro proprio quello del tuo quartiere. Molto tempo fa sua sorella minore venne assassinata. Il caso non è mai stato risolto. Poi Pearlman è stato eletto e ha scoperto che l’unità era stata smantellata e che non c’era più nessuno a dedicarsi ai casi freddi.»
«E quindi?»
«Quando l’ho saputo, sono andata dal capitano con una proposta: spostarmi dalla Divisione Rapine e Omicidi, ricostituire l’Unità Casi Irrisolti e lavorare ai casi freddi.»
«Da sola?»
«No, è questo il motivo della mia visita. Al decimo piano sono d’accordo: un ufficiale in servizio attivo, cioè io, e il resto dell’unità composto da riserve, volontari o personale a contratto. Non mi sono inventata nulla, altri dipartimenti usano questo modello da anni e ottengono buoni risultati. È un sistema che funziona. In realtà, è stato il lavoro che svolgevi a San Fernando che mi ci ha fatto pensare.»
«Quindi mi vorresti in questa… squadra, o come la vuoi chiamare. Non posso fare la riserva. Non passerei l’esame fisico. Correre per un chilometro e mezzo in meno di dieci minuti? Scordatelo.»
«Infatti, perciò dovresti essere un volontario, oppure ti assumeremo a contratto. Ho già preso tutti i fascicoli sul caso Gallagher. Sei raccoglitori per quattro omicidi, è più roba di quella che ti sei portato a casa, ne sono sicura. E potresti tornare a occuparti di McShane a livello ufficiale.»
Bosch ci pensò su per qualche secondo. McShane aveva spazzato via l’intero nucleo familiare dei Gallagher nel 2013, seppellendoli nel deserto. Ma Bosch non era mai stato in grado di provarlo. E poi era andato in pensione. Non aveva risolto tutti i casi che gli erano stati assegnati in trent’anni di carriera. Nessun detective della Omicidi ci era mai riuscito. Ma lì si trattava di un’intera famiglia. Era il caso irrisolto che più gli bruciava.
«Sai che con i vertici sono in pessimi rapporti» disse. «Mi sono licenziato prima che mi buttassero fuori. E poi gli ho fatto causa. Non mi lasceranno mai rientrare.»
«Se accetti, è cosa fatta» rispose Ballard. «Ho già incassato l’approvazione prima di venire da te. Adesso c’è un nuovo capitano, gente diversa. Sinceramente, Harry, sono rimasti in pochi a sapere di te. Da quant’è che te ne sei andato… cinque, sei anni? Il dipartimento è cambiato completamente.»
«Al decimo piano però scommetto che di me si ricordano ancora.»
Al decimo piano del Police Administration Building, o più semplicemente PAB, si trovavano gli uffici del capo della polizia e dei vari comandanti di reparto.
«Be’, indovina? Non lavoriamo al PAB» disse Ballard. «Siamo a Westchester, al nuovo archivio della Omicidi. Molta politica in meno, e anche meno ficcanaso.»
Quello era un aspetto che a Bosch non dispiaceva affatto.
«Sei raccoglitori» disse, pensando ad alta voce.
«Impilati su una scrivania con il tuo nome sopra.»
Bosch aveva fatto copie di molti documenti di quel caso, quando era andato in pensione. La cronologia e tutti i rapporti erano gli elementi più importanti. Da allora ci aveva lavorato in modo intermittente, ma doveva riconoscere di non essere arrivato da nessuna parte. Finbar McShane era ancora libero. Bosch non aveva mai trovato prove solide, ma lo sentiva che il colpevole era lui. L’offerta di Ballard lo tentava.
«Quindi se torno lavorerò al caso della famiglia Gallagher?» chiese.
«Sì» rispose Ballard. «Ma dovrai lavorare anche ad altri.»
«Il trucco c’è sempre.»