La scienza dell’incredibile di Massimo Polidoro, pubblicato il 28 marzo 2023, da Feltrinelli. Massimo Polidoro, il più celebre indagatore di misteri e smascheratore di inganni al servizio della scienza, ci conduce a esplorare uno dei bisogni più antichi dell’uomo: credere.
“oggi più che mai, diventa importante capire le radici biologiche, psicologiche e sociali che si celano dietro la necessità di credere, che negli esseri umani è così profonda. Ed è proprio questo il viaggio che ci apprestiamo a intraprendere insieme …”
Come si formano credenze e convinzioni e perché le peggiori non muoiono mai.
Ammettiamolo: la realtà se ne infischia di ciò in cui crediamo. Tuttavia, le nostre convinzioni trasformano il modo in cui percepiamo il mondo. Ma dove nascono e come si diffondono le credenze?
Che cosa ci porta a sostenere le idee più insolite o totalmente assurde, a scambiare per prove inossidabili semplici suggestioni, illusioni o, al massimo, ideologie e atti di fede? Perché finiamo per contraddire anche l’evidenza dei fatti? E chi coltiva le convinzioni più estreme è solo un pazzo o piuttosto una vittima della manipolazione dei social?
In realtà, la tecnologia si limita ad amplificare ciò che da sempre è radicato negli esseri umani: il bisogno di dare un senso a ciò che ci circonda. Per capire come si formano le nostre convinzioni occorre allora risalire alle origini per scoprire come l’evoluzione abbia reso il cervello un sistema formidabile per la sopravvivenza della nostra specie, anche credendo a cose decisamente false.
Attraverso la narrazione di alcune storie incredibili, perlustreremo le radici biologiche e psicologiche che alimentano la necessità di credere e, ricorrendo alle ricerche più recenti, scopriremo le funzioni tuttora svolte dai sistemi di credenza.
Nel corso del viaggio, acquisiremo familiarità con gli strumenti dell’indagine scientifica e, imparando a valutare l’attendibilità e la veridicità delle credenze, ci abitueremo a ragionare come scienziati, diventeremo consapevoli dei nostri limiti ed errori, saremo pronti a cambiare idea di fronte a evidenze solide che ci contraddicono e a trattare con chi non vuol dare retta alla ragione. Ma, soprattutto, impareremo a coltivare l’unico vero antidoto contro il pregiudizio e la superstizione: una curiosità inesauribile.
Eccole in azione, le credenze: le troviamo in chi vede complotti ovunque o in chi compie atrocità, pensandosi nel giusto; le riconosciamo in chi cerca conforto negli extraterrestri, in medium o guru di varia origine e provenienza; le sentiamo radicate in chi crede in entità spirituali e cerca spiegazioni sovrannaturali. Perché?
“Uno dei nostri obiettivi, al termine del viaggio, sarà quello di individuare e impadronirci di alcuni strumenti di analisi critica tipici dell’indagine scientifica, in modo da imparare a valutare l’attendibilità delle credenze e riconoscere quali hanno più probabilità di essere vere rispetto a quelle che sono probabilmente false. Ma non c’è solo questo. Oltre ad abituarci a ragionare come scienziati, è anche importante cambiare il nostro atteggiamento nei confronti della realtà. Come?
Diventando consapevoli dei nostri limiti, certo, ma anche comprendendo che credere è un istinto naturale e che non è dovuto alla stupidità; anzi, spesso sono le persone più capaci e competenti a coltivare forme estreme di credulità. E, dunque, occorre riconoscere con umiltà che c’è sempre la possibilità di sbagliare, che non possiamo sapere tutto ciò che c’è da sapere, restando pronti a cambiare idea di fronte a evidenze solide capaci di contraddirci e, soprattutto, coltivando e mantenendo una curiosità inesauribile.”
Le recensioni sono molto positive e da lettrice di Polidoro non avevo dubbi. Questa sarà la mia prossima lettura e presto troverete la recensione qui sul blog, nel frattempo ci tenevo a segnalarvi il libro perché, certa della sua validità ed importanza, merita di essere divulgato il più possibile.
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Incipit di “La scienza dell’incredibile”
Introduzione
Un bisogno di credereLa guerra in Ucraina? È solo una grande simulazione costruita dai media occidentali per attaccare la Russia di Putin.
Il Covid? Una leggera influenza, amplificata per imporre una dittatura sanitaria.
Le elezioni americane? Un furto per sottrarre la vittoria a Donald Trump.
Il riscaldamento globale? Normali fluttuazioni climatiche, esagerate da chi pretende ingiuste restrizioni al nostro stile di vita.In quest’epoca di post-verità sembriamo aver perso la bussola che, fino a poco tempo fa, ci aiutava a trovare l’orientamento per distinguere il vero dal falso. Diventa sempre più difficile districarsi nel caos informativo crescente, e anche conoscenti, amici o famigliari, persone che ci erano sempre sembrate serie e affidabili, dall’oggi al domani iniziano a inseguire e a sostenere le idee più balzane, indifendibili se non palesemente false. Pensare che il mondo sia improvvisamente impazzito, magari per colpa del Web o dei social, però, sarebbe un errore. La tecnologia non fa altro che amplificare ciò che siamo e, in particolare, qualcosa che è profondamente radicato dentro di noi: il bisogno di credere. Si potrebbe infatti ricordare che da sempre gli esseri umani sono portati a credere a ciò che li fa stare bene, a ciò che li rassicura, a ciò che conforta i loro punti di vista, e a rifiutare ciò che non capiscono o che rischia di metterli in crisi. Ma sarebbe riduttivo.
Dunque, per capire che cosa ci porta a credere alle idee più incredibili o totalmente assurde, e che cosa ci induce a scambiare per prove convincenti quelle che sono solamente suggestioni, illusioni o, al massimo, convinzioni ideologiche o fideistiche, è necessario allargare lo sguardo e, magari, fare un lungo passo indietro nel tempo. Del resto, anche nella scienza si trovano sempre idee e teorie che sulle prime sembrano “incredibili”, ma che poi, con il progresso delle conoscenze e l’accumularsi delle conferme si rivelano molto credibili, dall’evoluzione al Big Bang, per citarne solo due. E, naturalmente, all’opposto, sono spesso esistite ipotesi e spiegazioni credute vere per decenni, in qualche caso per secoli, su entità mai osservate, e che si sono poi rivelate del tutto sbagliate: dall’idea del flogisto, che sembrava spiegare bene il fenomeno della combustione, a quella dell’etere, con cui si cercava di comprendere il propagarsi della luce.
Per capire come si formano le nostre convinzioni e le nostre credenze, e come il processo dell’evoluzione abbia trasformato il nostro cervello in un sistema formidabile per dare un senso al mondo, occorre dunque risalire alle origini. In fondo, ci basta poco: un collegamento casuale tra due avvenimenti del tutto scollegati, l’indizio di un’intenzione dietro un fatto occasionale… e si forma una convinzione, che si rafforza a posteriori e diventa certezza, grazie anche al rinforzo del gruppo cui apparteniamo e che condivide le nostre credenze. Spesso queste convinzioni sono fondate, l’esperienza le dimostra vere e queste scoperte ci permettono di far progredire le nostre conoscenze. È un percorso che troviamo nella scienza, certo, ma anche nell’economia, nella politica, persino nell’amore. Altre volte, però, i medesimi meccanismi li vediamo in azione in coloro che credono di scovare complotti ovunque e si convincono che entità nascoste e malvage manipolino il mondo a loro piacimento. Li ritroviamo in chi compie atrocità, ma è sicuro di essere nel giusto e di fare il bene dei suoi simili. Li riconosciamo in coloro che cercano conforto in idee come quella degli extraterrestri, considerati guardiani e protettori dell’umanità, ma anche in chi crede in entità spirituali, dagli angeli ai diavoli, agli dèi di ogni tipo, e dà spiegazioni sovrannaturali alla realtà.
Per quanto a volte ci possano sembrare assurde, però, queste idee hanno una loro funzione. In fondo, la costruzione e la condivisione di storie e miti sono alla base della civiltà e della cooperazione umana. E non serve nemmeno che tali storie siano vere: ciò che conta è che le crediamo vere. Se siamo riusciti a costruire città e società complesse, infatti, è solo perché grandi masse di persone hanno scelto di aderire agli stessi potenti sistemi di credenze politiche, ideologiche o religiose, vere o false che fossero. Queste credenze sono come lenti attraverso le quali vediamo e interpretiamo il mondo e gli eventi che in esso si verificano. È questo il motivo per cui il medesimo fenomeno o accadimento può essere visto e interpretato in maniera radicalmente differente da gruppi di persone differenti.