Figlia della cenere è un thriller scritto da Ilaria Tuti, è stato pubblicato nel 2021 da Longanesi. Quarto romanzo con protagonista il commissario di polizia Teresa Battaglia, impegnata nell’indagine più pericolosa che segna la fine di un’epoca.
È arrivato il momento per Teresa di riassemblare il proprio passato, rincorrere i frammenti di ricordi che hanno contribuito a plasmare la donna che è diventata oggi. Mentre la nebbia dell’oblio si diffonde implacabile, lasciando il segno sul suo destino, Teresa affronta la belva più feroce.
“La gabbia del carcere si aprì con clangore di serrature e cancelli in movimento, un’eco che conquistava spazi ciechi. Come l’ingranaggio di un meccanismo progettato per ingoiare anime in pena, divorò anche loro.”
Sinossi del libro Figlia della cenere
«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me.
È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare.
Eppure, nessun sollievo mi è concesso.
Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero.
Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità.
Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.»
“Finalmente uno di fronte all’altra, si osservarono. Non erano passati nemmeno venti giorni dalla conclusione del caso Ninfa dormiente ed entrambi ne portavano ancora addosso i graffi. Infiammazione del nervo sciatico per lei, qualche ustione ed ecchimosi per l’ispettore. Ma come bruciava il suo sguardo. Teresa rivide in lui la ragazza che era stata, insonne e smaniosa di farsi valere. Era già pronto a scendere nel vortice di un altro caso e voleva che fosse Teresa ad accompagnarlo, senza sapere che lei, laggiù, ci era già precipitata, quasi trent’anni prima.”
Serie con Teresa Battaglia
2018 – Fiori sopra l’inferno
2019 – Ninfa dormiente
2021 – Luce della notte
2021 – Figlia della cenere
2023 – Madre d’ossa
Incipit del libro Figlia della cenere
Prologo
Ventisette anni fa
Alla fine di tuttoAveva poco più di trent’anni e si sentiva polvere. Dalla polvere che cosa poteva ricavare? Una seconda vita, ma solo impastandola con lacrime e sangue, col sudore delle creature aggrappate al bordo di una voragine.
Stesa sul lettino, sottoposta a una nuova seduta di terapia per alleviare il dolore e ricostruire ciò che dentro era ancora frantumato, Teresa aveva temuto il contatto di mani estranee sul corpo, invece si era scoperta a provare sollievo. Il tocco esperto della dottoressa la faceva tornare bambina, cullata, come se i lamenti fossero vagiti.
«Si muore e si rinasce più volte nel corso di una sola esistenza, Teresa. È capitato. Forse accadrà ancora, e farà male, ma guarda chi sei diventata adesso.»
Teresa spostò lo sguardo dal soffitto al viso della donna. Si sentiva cavità incapace di accogliere.
La dottoressa si chinò sul lettino che ospitava quel vuoto asciutto.
Ogni parola le usciva dalla bocca modellata dall’inflessione della lingua madre. L’Oriente era racchiuso tra il palato e i denti della donna, si contorceva sul dorso della fenice fenghuang ricamata sulla seta dell’abito. Rossa, come i frutti del corbezzolo che negli inverni brumosi fiammeggiavano nel giardino dei nonni di Teresa.
«Tutti parlano di quello che sei riuscita a fare.»
Era inquietante la facilità con cui i ricordi si riavvolgevano, quando tutto sembrava perduto. La fine era un piano che si inclinava e lasciava scivolare ogni cosa verso l’origine. Teresa rotolava lentamente verso un buco nero.
Gli incensi rituali liberavano fili di fumo serpeggianti. In sottofondo, flauti di bambù imitavano il vento bisbigliante di terre lontane.
La dottoressa infilò un secondo ago sotto la sua pelle.
«Il nome di questo punto energetico è Da Ling, significa ’grande collina’. Rappresenta il tumolo di terra delle tombe…»
Teresa chiuse gli occhi, lei stessa sepolcro vivo.
«Ma ogni tomba custodisce un segreto, ecco perché Da Ling ha anche altri nomi. Per svelare, per sanare.» Un altro ago nella pelle. «Gui Xin, fantasma del cuore. Zhu Xin, governatore del cuore. Seppellisci il passato e i sensi di colpa, Teresa, non i tuoi talenti.»
Teresa dischiuse le labbra. Parlare le provocava dolore. Il tutore tratteneva ancora la mandibola trafitta dai ferri dell’operazione.
«Sono pol-vere» riuscì a dire.
Chiunque avrebbe potuto soffiare su di lei e spazzarla via. Un uomo che aveva amato aveva gettato le sue ossa su un altare nero. Teresa le sentiva ruotare, mosse dal soffio della vita, come a tentare di ricomporre uno scheletro su cui poter posare un nuovo principio. Scrocchiavano con la voce delle paure che la svegliavano in piena notte. Strepito d’ossa spezzate. Le sue.
Gli attacchi di panico la sorprendevano sempre al buio, nel silenzio, con le braccia e le gambe aggrovigliate alle lenzuola, offerta alla rovina. Arrivavano sul dorso di una mandria di cavalli bui lanciati al galoppo lungo i pendii della pelle martoriata. Cavalcavano percuotendo i punti di sutura, conficcavano gli zoccoli nelle ginocchia, nella curva dei gomiti, scalpitavano sulle clavicole, sulle caviglie. Sbriciolavano ciò che Teresa teneva assieme con fatica, rompendo la donna d’ossa che era diventata, spellata. La riducevano in frammenti minuscoli e ogni volta un pezzetto di lei si disperdeva.
Alle sue spalle, Mei Gao depose gli strumenti per l’agopuntura. Le prese il viso tra le mani ed esercitò una lieve trazione, fino a farle alzare il mento.
Teresa sentì il corpo aprirsi alle fitte e a un respiro più profondo, consegnarsi a una forza che aveva pur sempre un prezzo e veniva pagata con monete di dolore.
«Eri polvere, ma la sofferenza è diventata fuoco» sussurrò la donna. «Ti ha resa incandescente. E dalla cenere della tua vita precedente sei rinata. Questo è il destino dei comandanti, commissario Battaglia. Non abbassare mai più la testa, davanti a niente e a nessuno. Nemmeno a te stessa.»