Buona settimana a tutti con la classifica dei libri più venduti che si presenta senza grandi cambiamenti, solo due nuove entrate al settimo e decimo posto.
“Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?”
(Harper Lee)
Classifica dei libri – 11 Dicembre 2023
In basso trovate i libri in dettaglio e altre curiosità letterarie della settimana.
Podio della classifica dei libri di narrativa italiana
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Podio della classifica dei libri di narrativa straniera
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Podio della classifica dei libri di saggistica
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Podio della classifica dei libri di narrativa per ragazzi
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I NatiOggi letterari della settimana
Maurice Leblanc (11 dicembre 1864 – 6 novembre 1941), scrittore francese, creatore del ladro gentiluomo Arsène Lupin.
Andrea De Carlo (11 dicembre 1952), scrittore, musicista e fotografo italiano.
Madeleine Wickham (12 dicembre 1969), nota con lo pseudonimo di Sophie Kinsella, scrittrice inglese di romanzi rosa e genere Chick lit.
Susanna Tamaro (12 dicembre 1957), scrittrice italiana.
Gustave Flaubert (12 dicembre 1821 – 8 maggio 1880), scrittore francese, conosciuto soprattutto per il romanzo Madame Bovary.
Heinrich Heine (13 dicembre 1797 – 17 febbraio 1856), poeta tedesco, il principale autore del periodo tra il romanticismo e il realismo.
Simona Sparaco (14 dicembre 1978), scrittrice e sceneggiatrice italiana.
Jane Austen (16 dicembre 1775 – 18 luglio 1817), figura di spicco della narrativa preromantica ed una delle autrici più famose e conosciute d’Inghilterra.
Eventi letterari della settimana
Classifica dei libri più venduti della settimana in dettaglio
1. (2)
In classifica da 3 settimane. Risale in prima posizione Tutto è qui per te di Fabio Volo.
“Domani mattina troverai un’auto sotto casa tua con un biglietto aereo per raggiungermi a Parigi. Non devi pensare a niente, ho già pensato a tutto io. Sarà un weekend indimenticabile.”
Luca è bravissimo nelle sorprese, ha il talento di rendere speciale ogni momento, anche le pause pranzo. È un uomo molto indipendente, però non gli piace stare da solo. Ha una storia importante alle spalle, finita non ha capito bene come (“quand’è che le cose belle poi diventano brutte?”). Esce con una ragazza che ha la metà dei suoi anni e un po’ se ne vergogna, ma lei è come una boccata d’aria fresca. Sua madre invece dispone di lui come se non fosse mai diventato un adulto e non perde occasione per farlo sentire sbagliato, in debito. Un giorno, per caso, incontra Lucia, la sua fidanzata di quando aveva vent’anni. Il loro era stato un amore da film, assieme avevano vissuto tutte le prime volte. Adesso lei ha una figlia e si sta separando dal marito. E se provassero a tornare al punto dove si erano fermati, vedere cosa è rimasto di quei due? Il nuovo romanzo di Fabio Volo coinvolge ed emoziona pagina dopo pagina, con scene romantiche in cui pare di volare – tra calici di vino buono e croissant caldi –, dialoghi che sembrano rubati dalla nostra vita quotidiana e riflessioni in cui ritrovarsi quando ci sentiamo un po’ persi.
“Tutto è qui per te” è un libro sulla linea d’ombra che ciascuno di noi si trova a superare alle età più differenti e inaspettate. Sulla voglia di mettersi in gioco davvero, di predisporsi ad accogliere l’amore anziché rincorrerlo ovunque. Sul valore che può avere anche la solitudine. Sul desiderio, e la possibilità, di un nuovo inizio.
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2. (1)
In classifica da 2 settimane. Scende in seconda posizione Soledad: Un dicembre del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni.
Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la piú bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi. La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato. La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.
«Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta».
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3. (3)
In classifica da 4 settimane. Stabile in terza posizione L’educazione delle farfalle di Donato Carrisi.
La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.
Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.
Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».
Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.
Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo?
E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
Questo non è semplicemente l’ultimo capolavoro di Donato Carrisi. Perché Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.
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4. (6)
In classifica da 10 settimane. Sale in quarta posizione, Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito di Aldo Cazzullo.
L’Impero romano non è mai caduto. Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l’Impero romano d’Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlo Magno; Mosca, la terza Roma. E poi l’Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L’impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura. Roma vive. In tutto il mondo le parole della politica vengono dal latino: popolo, re, Senato, Repubblica, pace, legge, giustizia. Kaiser e Zar derivano da Cesare. I romani hanno dato i nomi ai giorni e ai mesi. Hanno ispirato poeti e artisti in ogni tempo, da Dante a Hollywood. Hanno dettato le regole della guerra, dell’architettura, del diritto che vigono ancora oggi. Hanno affrontato questioni che sono le stesse della nostra quotidianità, il razzismo e l’integrazione, la schiavitù e la cittadinanza: si poteva diventare romani senza badare al colore della pelle, al dio che si pregava, al posto da cui si veniva. A noi italiani in particolare i romani hanno dato le strade, la lingua, lo stile, l’orgoglio, e il primo embrione di nazione. Il libro racconta la fondazione mitica di Roma, dal mito letterario di Enea a quello di Romolo. L’età repubblicana, con gli eroi – tra cui molte donne – disposti a morire per la patria. L’avventura di golpisti come Catilina e di rivoluzionari come Spartaco, lo schiavo che ha ispirato ribelli di ogni epoca. La straordinaria storia di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, due tra i più grandi uomini mai esistiti. E la vicenda di Costantino: perché se oggi l’Occidente è cristiano, se preghiamo Gesù, se il Papa è a Roma, è perché l’impero divenne cristiano. Attraverso un racconto pieno di dettagli e curiosità, alla portata del lettore colto ma anche di quello semplicemente curioso, Aldo Cazzullo ricostruisce il mito di Roma, partendo dai personaggi e dalle storie e arrivando alle idee e ai segni. A cominciare da quello che è stato il simbolo di tutti gli imperi del mondo, da Roma all’America: l’aquila.
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5. (2)
In classifica da 5 settimane. Stabile in quinta posizione Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? di Antonio Manzini.
Dopo Vecchie conoscenze e Le ossa parlano, il vicequestore Rocco Schiavone è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. L’antefatto è lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. E adesso Rocco e Brizio devono impedire «la pazzia» di Furio, ma vogliono anche capire i perché di Seba, quali sono stati i motivi profondi di quel tradimento orribile con cui Rocco ha già provato a fare i conti, in modo da poter dare l’addio come si deve a un’amicizia vecchia quanto loro. La ricerca appare vana, perché il continente è immenso e chi scappa lascia solo labili indizi, sospeso in realtà tra scomparire e voglia di spiegarsi o di espiare. Il vicequestore, da fine investigatore, sa bene come armare una caccia spericolata, e Brizio è abbastanza svelto di mano da spalleggiarlo adeguatamente. In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.
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6. (10)
In classifica da 10 settimane. Sale in ottava posizione Le armi della luce di Ken Follett.
Il quinto capitolo della saga di Kingsbridge. “Le armi della luce” si svolge tra il 1792 e il 1824, un’epoca di grandissimi cambiamenti in cui il progresso si scontra con le tradizioni del vecchio mondo rurale e il governo dispotico è determinato a fare dell’Inghilterra un potente impero commerciale. A Kingsbridge l’industrializzazione si fa rapidamente strada riducendo alla miseria la maggior parte della popolazione dedita alla manifattura tessile, la principale fonte di reddito della città. La vita di un gruppo di famiglie collegate tra loro viene stravolta dalla nuova era delle macchine, mentre imperversa la guerra con la vicina Francia di Napoleone Bonaparte che giunge alla sua epocale conclusione con la battaglia di Waterloo. Scoppiano le rivolte del pane, gli scioperi e la ribellione contro l’arruolamento forzato nell’esercito. Una coraggiosa filatrice, un ragazzo geniale, una giovane idealista che fonda una scuola per bambini disagiati, un commerciante di tessuti travolto dai debiti del padre, una moglie infedele, un operaio ribelle, un artigiano intraprendente, un vescovo inetto, un ricco imprenditore senza scrupoli sono solo alcuni dei personaggi che animano questa storia indimenticabile. Eroine ed eroi carismatici combattono per un futuro libero dall’oppressione, personaggi cattivi e perversi cercano di mantenere ad ogni costo i loro privilegi in un complesso intreccio ricco di dettagli storici accuratamente documentati.
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7.
Entra in settima posizione L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio.
Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.
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8. (8)
In classifica da 6 settimane. Stabile in ottava posizione Giù nella valle di Paolo Cognetti.
Ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio. In mezzo, tra l’ombra e il sole, scorre il fiume. I due fratelli sono Luigi e Alfredo, un larice e un abete: a dividerli c’è una casa lassù in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar. E poi Betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. In questo romanzo duro e levigato come un sasso, Paolo Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle. La sua voce canta le esistenze fragili, perse dietro la rabbia, l’alcol e una forza misteriosa che le trascina sempre più giù, travolgendo ogni cosa. Lungo la Sesia come in tutto il mondo, a subire il dolore dell’uomo restano in silenzio gli animali e gli alberi. Un padre ha piantato due alberi davanti alla sua casa, uno per ogni figlio. Il primo, un larice, è Luigi, duro e fragile, che in trentasette anni non se n’è mai andato dalla valle. Lui e Betta si sono innamorati facendo il bagno nelle pozze del fiume, tra le betulle bianche: ora non succede più così di frequente, ma aspettano una bambina e nell’aria si sente il profumo di un nuovo inizio. Lui ha appena accettato un lavoro da forestale, lei viene dalla città e legge Karen Blixen. L’altro albero è un abete: Alfredo è il figlio minore, ombroso e resistente al gelo, irrequieto e attaccabrighe. Per non fare più guai ha scelto di scappare lontano, in Canada, tra gli indiani tristi e i pozzi di petrolio. Ma adesso è tornato. Alfredo e Luigi in comune hanno due cose. La prima sta in un bicchiere: bere senza sosta per giorni, crollare addormentati e riprendere il mattino dopo, un bianco, una birra, un whisky e avanti ancora un altro giro, bere al bancone dove si scommette se l’animale che uccide i cani lungo gli argini sia un lupo, un cane impazzito o chissà cosa. Oltre all’alcol però c’è la casa davanti a quei due alberi. Adesso che il padre se n’è andato, Alfredo è tornato in valle per liberarsi dei legami rimasti: lui non lo sa, ma quella stamberga da un giorno all’altro potrebbe valere una fortuna. Col passo rapido e la lingua tersa dei grandi autori, Paolo Cognetti ha scritto il suo “Nebraska”.
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9. (4)
In classifica da 3 settimane. Scende in nona posizione, Israele e i palestinesi in poche parole di Marco Travaglio.
In principio fu la Diaspora degli ebrei, cacciati dalla loro terra dai romani dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. E dispersi nel mondo per 17 secoli. Poi una serie infinita di dominazioni e di persecuzioni, fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento, quando il Sionismo teorizza e organizza il ritorno a casa. Il resto lo fa la Shoah, lo sterminio di 6 milioni di ebrei per mano del nazismo. Nel 1947 l’Onu spartisce la Palestina transgiordana (più piccola del Piemonte sommato alla Valle d’Aosta) in due Stati: uno ebraico e uno arabo-palestinese. Ma nasce solo il primo. Le classi dirigenti arabe si giocano i palestinesi, vittime dei “fratelli” oltreché dei nemici israeliani, alla roulette russa delle guerre (quattro) e del terrorismo. E perdono sia le guerre sia i territori. Israele restituisce quelli occupati all’unico Paese arabo che nel 1978 accetta di riconoscerlo e fare la pace: l’Egitto. Poi nel 1993 lo fa anche l’Olp di Arafat col premier israeliano Rabin e si riaccende la speranza, subito frustrata dall’assassinio di Rabin da parte di un ebreo fanatico. Fra alti e bassi, violenze e attentati, massacri incrociati, torti e ragioni intrecciati, si arriva al ritiro israeliano da Gaza a opera del falco Sharon. Che però un ictus mette subito fuori gioco, inaugurando la lunga e buia era Netanyahu. Questi sabota il processo di pace con sempre nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania, appoggia addirittura Hamas per indebolire il moderato Abu Mazen e fa passare definitivamente Israele dalla parte del torto. In questo libro alla portata di tutti, che si legge d’un fiato come un romanzo, Marco Travaglio racconta con sintesi e chiarezza, lontano dalle opposte tifoseria da curva sud, la Guerra dei Cent’Anni israelo-palestinese. E risponde a tutte le domande e a tutti i dubbi suscitati dagli ultimi bagni di sangue.
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10.
Nuova entrata in decima posizione, La moneta dei mondi di Dieffe.
«David e Fred sono sempre stati appassionati di cacce al tesoro. E di canoa. E di tennis. E di life hacks. E di Fortnite. E di ricette di TikTok. Ma soprattutto di cacce al tesoro.» Così, quando si imbattono nell’App dei tesori nascosti si lasciano coinvolgere in un gioco che li trascina in giro per il mondo a caccia di manufatti occulti. Almeno fino al giorno in cui i due fratelli, raccogliendo l’ennesima sfida, si ritrovano in una piccola piazza della loro città, nei pressi di una grossa fontana. In quel momento il telefono di Fred comincia a comportarsi in modo strano… Seguendo le indicazioni dello smartphone, si addentrano in un bosco dove, nelle acque di uno stagno alimentato da una cascata, trovano uno scrigno contenente una strana moneta dall’aspetto antico. La missione si direbbe conclusa. Eppure, quello che sembra soltanto l’ennesimo tesoro recuperato si rivela ben altro: una chiave capace di schiudere qualcosa di molto più grande e di trasformare i due fratelli nei protagonisti di un’incredibile avventura, un’inarrestabile sequenza di sfide, labirinti, codici e indizi al cospetto dei quali soltanto il tuo aiuto, lettore, potrà permettere loro di trovare di volta in volta una soluzione, e condurli a una verità finale.
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Fonte IBUK
(Questa classifica si riferisce alla settimana dal 27 Novembre al 3 Dicembre 2023)