Goffredo Mameli è stato un giovane poeta e patriota italiano autore del testo dell’inno nazionale, una figura di rilievo nella storia italiana, a cui la Rai ha dedicato una fiction “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia”, per questo ho pensato di consigliare dei libri da leggere per scoprire di più su Goffredo Mameli.
Libri da leggere su “Mameli”
Il primo libro che vi segnalo è quello legato alla fiction Rai, ma che in una intervista l’autore dichiara che il romanzo non è una semplice “sbobinatura” della serie, ma ci sono molti approfondimenti.
Mameli. Un grande romanzo storico sull’Inno che fece l’Italia di Giulio Leoni.
Negli anni del primo Risorgimento, densi di sogni e di lotta per un’Italia unita, il giovane Goffredo Mameli è il brillante e affascinante rampollo di una famiglia genovese, con una spiccata attitudine per la poesia.
Fratelli d’Italia. Pagine politiche di Goffredo Mameli, a cura di David Bidussa.
“Tutta l’Europa è scossa e in grande ansietà; la quiete sepolcrale che dai superbi tiranni si diceva ‘pace’ ed era ‘morte di popoli’ in tanti lustri di turpe schiavitù, ha cessato per dar luogo all’azione di vita e di risorgimento. Finalmente siamo alla vigilia del tremendo conflitto dei due principii, indipendenza o schiavitù, ‘assolutismo o libertà’, né v’ha transazione o altra via conciliativa.”
Negli scritti di Goffredo Mameli c’è tutto il ’48 italiano: l’anelito della patria; la convinzione che la storia si produca solo attraverso un riscatto popolare; il culto del gesto eroico; l’ansia dell’azione esemplare; l’idea che la storia si fa solo stando nei processi concreti, ‘sporcandosi le mani’. In sintesi: la convinzione che l’azione politica sia prima di tutto partecipare in prima persona. Due tratti lo collocano nel canone del ribelle moderno: tutte le rivoluzioni appaiono come insurrezioni della gioventù e, soprattutto, partecipare significa non risparmiarsi, consumare tutte le proprie energie. Come molti altri dopo di lui, per arrivare fino a oggi, ribellarsi ha significato sostenere ‘sei quello che fai’ contrapposto senza possibilità di mediazione a ‘sei quello che pensi’.”(dall’Introduzione)
«L’Italia chiamò». Goffredo Mameli poeta e guerriero di Gabriella Airaldi.
Un libro che, attraverso una scrittura biografica, cerca di rivivere la stagione risorgimentale senza cadere in facili miti e nei luoghi comuni del patriottismo.
Freme la vita. I sogni di Goffredo Mameli di Francesco Randazzo.
“Quel ragazzo è un simbolo!” gridò uno mentre lo portavano via. “Salvate almeno lui, se non per questa Repubblica sotto assedio e quasi vinta, per la Repubblica che verrà!” La biografia romanzata di Goffredo Mameli, patriota e scrittore, ragazzo entusiasta e pieno di gioia di vivere, morto a soli ventuno anni durante la difesa della Repubblica romana. Vissuto tra Genova, Milano e Roma, fu una vera star del Risorgimento, ed ebbe grande influenza nella cultura del suo tempo. Amico di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, amato dalle donne e venerato dagli amici è l’autore del testo dell’attuale Inno d’Italia che fu musicato da Michele Novaro.
Il Canto degli italiani. L’Inno di Mameli illustrato di Goffredo Mameli, curato da Giusi Parisi e Paolo Domeniconi (Illustratore).
Un libro in versi illustrato per bambini dai 5 anni, adatto a tutti, grandi e piccoli, per scoprire o riscoprire insieme l’inno nazionale italiano. Note solenni e gioiose. Parole di speranza, coraggio, fratellanza e amore. Un’emozione segreta, misteriosa, condivisa da un popolo intero. Questo è l’Inno di Mameli. Questo è il Canto degli italiani che scelgono la giustizia e la libertà. Sempre.
Chi era Goffedo Mameli
Nato a Genova il 5 settembre 1827, Goffredo Mameli dei Mannelli si distinse fin dalla giovane età come studente e poeta dalle inclinazioni liberali e repubblicane. Nel 1847, aderì al movimento mazziniano e partecipò attivamente alle grandi manifestazioni a Genova per le riforme, creando nel medesimo anno Il Canto degli Italiani. Da quel momento in avanti, la sua esistenza fu interamente dedicata alla causa italiana. Nel marzo del 1848, guidò 300 volontari fino a Milano insorta, per combattere poi gli Austriaci sul Mincio con il grado di capitano dei bersaglieri.
Dopo l’armistizio di Salasco, fece ritorno a Genova e collaborò con Garibaldi. Nel novembre del medesimo anno, si unì all’impresa garibaldina raggiungendo Roma, dove il 9 febbraio 1849 fu proclamata la Repubblica. Nonostante la malattia, rimase in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi, ma il 3 giugno rimase ferito alla gamba sinistra, che dovette essere amputata a causa di una grave infezione.
Mameli morì il 6 luglio dello stesso anno, alle sette e mezza del mattino, all’età di soli ventidue anni, a causa di complicazioni da infezione. Le sue spoglie riposano oggi nel Mausoleo Ossario del Gianicolo, simbolo eterno del suo sacrificio per la causa italiana.
L’eredità di Mameli è profondamente radicata nell’identità nazionale italiana. Il suo inno è diventato un simbolo di unità e orgoglio nazionale per gli italiani di ogni generazione.
Inno di Mameli, testo e significato
L’inno di Mameli, conosciuto anche come Il Canto degli Italiani e Fratelli d’Italia, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, inno nazionale della Repubblica Italiana.
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò
Nella prima strofa è contenuto un richiamo al fatto che gli italiani appartengono a un unico popolo e che sono, quindi, «Fratelli d’Italia».
All’interno della seconda strofa si fa invece riferimento ad un desiderio: la speranza che l’Italia, da secoli politicamente divisa e che perciò è stata trattata come terra di conquista, si raccolga finalmente sotto un’unica bandiera fondendosi in una sola nazione.
La terza strofa incita alla ricerca dell’unità nazionale con l’aiuto della Provvidenza e grazie alla partecipazione dell’intero popolo italiano finalmente unito in un intento comune.
La quarta strofa è ricca di riferimenti a importanti avvenimenti legati alla secolare lotta degli italiani contro il dominatore straniero.
La quinta strofa è invece dedicata all’Impero austriaco in decadenza.
La sesta ed ultima strofa preannuncia con gioia l’unità d’Italia e prosegue chiudendo il canto con gli stessi sei versi che concludono la strofa iniziale.