Benvenuti nel post sulle novità in libreria di settembre 2024!
Settembre 2024 è finalmente arrivato e con esso nuove avventure letterarie da scoprire. Che siate appassionati di narrativa, saggistica, romanzi gialli o di qualsiasi altro genere, il mese di settembre offre un ventaglio di opzioni che soddisferà ogni palato letterario, lasciatevi conquistare dalla magia della parola scritta!
Vista la grande quantità di novità editoriali pubblicati al mese, per agevolare la lettura di questo post, ho deciso di suddividere i libri in uscita per genere nei link sottostanti, mentre la Narrativa varia e la saggistica la trovate di seguito in questo post.
Libri in uscita a settembre 2024
per genere narrativa varia
Fumana, scritto da Paolo Malaguti, pubblicato da Einaudi, data uscita 03/09/24.
Il suo nome è Fumana, che nella bassa del Po vuol dire nebbia. In quel mare pallido che copre ogni cosa come un mantello, a lei piace perdersi, e non ha paura di nulla. Lo sa bene suo nonno, il rude Petrolio, che di notte la porta nelle paludi a pescare le anguille. Fumana cresce libera e selvaggia, ma quando comincia a farsi donna, Petrolio deve chiedere aiuto alla Lena, la «strigossa» della zona. Lena le insegnerà molte cose, da come stendere la sfoglia per i cappelletti alle parole segrete che usa per guarire le persone. Così, mentre l’Italia passa da una guerra all’altra, Fumana scopre il suo dono, la sua vocazione. Una storia piena di tenerezza sui legami e sulla trasmissione dei talenti, sull’accettazione del proprio destino ma anche sulla tenacia nel cercare la propria strada. A Fumana la nebbia piace così tanto che a volte, quando si immerge in quel bianco opalescente, sembra ci sia qualcuno – o qualcosa – ad aspettarla. Le piace pure pescare con il nonno, la notte, sul sandolo, una lanterna a illuminare il buio della palude. E poi, da un certo punto in avanti, inizia a piacerle anche Luca: dopo aver fatto il bagno con lui alla pozza delle monache, torna a casa senza sapere bene che cosa le si agita dentro, e perché. La notte in cui è nata, la gente di Voltascirocco se la ricorda ancora, sembrava che l’Adige volesse portarsi via tutto il Veneto. Se sopravvivi a un disastro come quello, con tua madre che muore di parto e tuo padre che forse è fuggito verso la Merica a cercare fortuna, è perché la vita ti ha destinato a qualcosa. I primi anni col nonno Petrolio, nella quiete immobile dei margini del paese, tra i canali pieni di rane, anguille e tinche, Fumana li passa a esplorare tutto ciò che può e a far finta di non sentire i giudizi degli altri. Ma poi l’infanzia finisce, e persino il burbero Petrolio capisce che deve fare qualcosa, che sua nipote sta diventando una ragazza: l’incontro con Lena, che con certe sue parole, con certi suoi segni, con certe sue erbe guarisce la gente, sarà la svolta. Ma accettare il proprio dono – Fumana è «venuta al mondo con la veste» e ha perciò qualità prodigiose – significherà forse sacrificare tutto il resto. Paolo Malaguti ci racconta una storia antica eppure ancora vicina. Un mondo perduto tra il fiume e la pianura, tra la pesca e la magia contadina, al centro del quale c’è un personaggio femminile tenace, alle prese con le aspettative di una società chiusa, a tratti meschina, e il desiderio di essere sé stessa.
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Città senza demoni, scritto da Roberto Francavilla, pubblicato da Feltrinelli, data uscita 03/09/24.
Una città, una scrittrice. Nel paese che le ha donato la sua lingua sensuale e meticcia, Clarice Lispector si è imposta sin dal dirompente esordio di Vicino al cuore selvaggio. A Berna, dove approda nel 1946, è prima di tutto la moglie di un diplomatico. Una donna bellissima, enigmatica e colta, che attrae la curiosità di un ambiente elitario ma chiuso. La capitale svizzera è troppo piccola e silenziosa, fredda d’inverno, noiosa in ogni stagione. Una “città senza demoni” mentre la linfa creativa di Clarice si nutre di ciò che è sotterraneo, inconscio, indomabile. Maury, il marito, è spesso in viaggio e lei riesce a stringere un’unica vera amicizia. Solitudine, saudade, tempo in eccesso. E un senso totale di estraneità che lei, bambina scampata all’Europa dei pogrom, profuga ebrea che ha messo radici in Brasile, non aveva mai sperimentato da nessun’altra parte. Raccontare la crisi di un’artista è un compito fascinoso ma difficile. Lo è a maggior conto per questa scrittrice di culto la cui vita intera appare “come un romanzo” – tranne nel periodo bernese. Roberto Francavilla affronta quel vuoto immedesimandosi completamente in Lispector dopo averla tradotta e studiata per anni. Non è una biografia in forma di narrazione, ma un atto d’amore dove la sintonia tra l’autore e la protagonista riverbera nella scrittura intensa, ricercata, immersiva. Nato dalla passione e dalla frequentazione di una vita, questo romanzo d’esordio ci restituisce quella pienezza di voce e quella corporeità di Clarice Lispector che solo la “città senza demoni” ha saputo rubarle.
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La furia, scritto da Sorj Chalandon, pubblicato da Guanda, data uscita 03/09/24.
La sera del 27 agosto 1934 cinquantasei ragazzini evadono dalla Colonia penale per minori di Belle-Île-en-Mer, un’isola al largo della Bretagna. Subito le guardie e i gendarmi organizzano una vera e propria caccia, a cui prende parte anche la «brava gente» del posto e perfino qualche turista. La ricompensa è di venti franchi per ogni fuggiasco. In poco tempo tutti vengono catturati. Tutti tranne uno, non sarà mai ritrovato. Quando viene a conoscenza di questa storia Sorj Chalandon pensa: quel ragazzino sono io. Immagina il suo nome, Jules Bonneau, racconta la sua storia. Jules, abbandonato dai genitori, vive in casa dei nonni paterni, che non esitano a liberarsene appena finisce davanti alla Giustizia. A soli tredici anni si ritrova in un cosiddetto Istituto di rieducazione, in realtà una prigione. Dentro quelle mura, Jules impara a farsi rispettare e temere, guadagnandosi il soprannome di Tigna, per sopravvivere a una realtà dominata da soprusi e violenze. E mentre sogna di diventare marinaio, dentro di lui cova una rabbia che fa fatica a contenere. Chalandon si infila nella pelle di un ribelle cresciuto senza amore e scrive il suo romanzo più potente, che più gli assomiglia: «Perché questa rabbia è sempre stata in fermento dentro di me. È una rabbia autobiografica». E a quel ragazzo che avrebbe potuto essere lui, vissuto nell’oppressione degli adulti e della società, offre una possibilità di salvezza, quella di aprire i pugni per accogliere mani amiche, e trasformare la sua furia in bellezza, l’odio in fiducia.
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Caledonian Road, scritto da Andrew O’Hagan, pubblicato da Bompiani, data uscita 03/09/24.
Londra, maggio 2021. Campbell Flynn, storico dell’arte e intellettuale, figlio della working class scozzese che ha salito la scala sociale grazie al matrimonio e alla carriera, è all’apice del successo, ha una moglie amata e amabile e due figli che navigano disinvolti il mondo della moda e il jet set. È un uomo che a cinquant’anni ha tutto, anche quello che non vorrebbe: la fama e un disperato bisogno di soldi, una bella dimora e una pugnace, infestante inquilina del piano di sotto. La soluzione al problema denaro è “Perché gli uomini piangono in macchina”, il libro di self-help che Campbell pubblica col nome di un giovane attore di successo chiamato a interpretarlo secondo un patto stravagante quanto pericoloso. Ma all’improvviso tutto crolla attorno a lui: il suo migliore amico dai tempi di Cambridge è un industriale che ha costruito sul lavoro illegale e sul traffico di umani un impero ora smascherato da un’inchiesta; suo cognato è un nobile reazionario impegnato a mantenere il decoro delle sue immense proprietà a qualunque costo, anche accettando denaro sporco da un oligarca russo; Milo Mangasha, il suo allievo più brillante, la sua guida nel mare nero del Dark Net, lo usa a sua insaputa per condurre la propria spiazzante guerriglia ai danni del vecchio mondo e di tutto ciò che rappresenta. E tutto questo accade nel raggio di Caledonian Road, che come molte vie di Londra, ha due facce e tiene insieme due mondi diversissimi, confinanti quasi per caso, destinati allo scontro. Un romanzo di ascesa e caduta animato da un popolo di duchesse e migranti, pari e parrucchiere, artisti e modelle, operai del crimine e criminali in abito da sera: denso come un feuilleton, avvincente come una serie TV (e infatti lo diventerà), ha il passo saldo della letteratura che si fa specchio dei tempi e li giudica semplicemente raccontando.
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Amici di una vita, scritto da Hisham Matar, pubblicato da Einaudi, data uscita 03/09/24.
Per il giovane Khaled il Regno Unito è il luogo della libertà. Lo pensa sin da quando, nella sua casa di Bengasi, ha ascoltato la voce di un famoso speaker mediorientale leggere, sulle frequenze della Bbc, un racconto dello sconosciuto scrittore Hosam Zowa. Il potere dirompente di quelle parole non sfugge al quattordicenne Khaled, che ne serberà ancora la viva impressione quando, anni dopo, ne conoscerà per caso l’autore e legherà per sempre il proprio destino al suo. Giunto al diploma, Khaled opta per l’Università di Edimburgo; completati gli studi di letteratura e traduzione ritornerà in patria, assicura. «Non farti traviare» lo ammonisce suo padre alla partenza, ma non è alle solite tentazioni dell’adolescenza che si riferisce. A Edimburgo Khaled incontra Mustafa, un altro studente libico, come lui appartenente al ristretto gruppo dei «lettori», seriamente motivati allo studio e per questo tenuti d’occhio dalle «cimici» infiltrate. Con l’ardore e l’incoscienza dei ragazzi, Khaled e Mustafa decidono di partire per Londra e partecipare alla manifestazione anti-Gheddafi organizzata davanti all’ambasciata libica. Ma proprio dalla finestra di quell’ambasciata il 17 di aprile del 1984 parte una raffica che uccide una poliziotta e ferisce altre undici persone. È la fine della vita conosciuta, con i suoi legami, le sue certezze e i suoi progetti, e l’inizio di una nuova vita di vetro: non c’è luogo dove non ci si senta visibili e dunque in pericolo, non c’è momento in cui non si tema di andare in frantumi. Impossibile parlare con chicchessia dell’accaduto, impensabile tornare a casa, impervio andare avanti, nella vita, nel lavoro, nelle relazioni sentimentali. Solo chi ha conosciuto la medesima lacerazione può comprendere. Ma ciò che lega tanto strettamente può con facilità soffocare. Vent’anni dopo, alla vigilia della Primavera araba, la Storia presenta il suo conto, e il diverso modo dei tre amici di affrontare l’esilio, la perdita, la paura, l’amore e l’amicizia esplode in tutta la sua evidenza. L’autore di “Il ritorno” ci consegna ora un romanzo fatto di passi, un andirivieni dei suoi protagonisti nello spazio fisico e in quello mentale, e il cammino è affidato a pagine di dolente e luminosa bellezza.
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Cambio vita cercasi, scritto da Francesca Safina, pubblicato da Garzanti, data uscita 03/09/24.
Isabella Perfetti è tutt’altro che perfetta. Ha una relazione di cui non è convinta, un amore disastroso del passato che torna all’improvviso nella sua vita e una madre che non la sostiene. Poi ci sarebbe il fatto che Isa è una psicoterapeuta e per mestiere dovrebbe aiutare gli altri. Ma con una vita così ingarbugliata non è facile. Quando Pietro, un suo paziente, le confida che ha due padri e soffre di ansia e il piccolo Mario le domanda perché continua ad andare male a scuola, Isa sa cosa dovrebbe dire loro. Per esempio che devono far sentire la propria voce anche se questo può scontentare qualcuno; che l’approvazione non va cercata all’esterno ma solo dentro di sé; che ognuno ha la capacità di scegliere cosa vuole essere e cosa e chi chiamare casa. Eppure, questa volta non ci riesce. I soliti strumenti e consapevolezze che offre ai suoi pazienti stavolta non funzionano. La mente di Isa è affollata da mille domande e la sua fragilità si mostra quando meno dovrebbe. Ma, come per magia, proprio in quei momenti le persone che riceve nel suo studio la sentono davvero vicina. Proprio allora Isa trova le parole giuste per aiutarli a cambiare. Perché in fondo la felicità non è un metro da sarta uguale per tutti, è piuttosto un righello dalle mille forme e colori, con unità di misura diverse per ciascuno. Per essere felici va trovato il proprio modo unico e irripetibile di stare al mondo. “Cambio vita cercasi” è una storia necessaria in tempi in cui siamo sempre spinti a dare il massimo, a essere efficienti, a non sbagliare mai. Con la sua umanità e i suoi utili consigli, Isa ci dimostra che non c’è una sola strada da percorrere. E che il finale non è poi così importante. È importante l’entusiasmo con cui si affronta il cammino. L’autrice, che è psicoterapeuta, ci accompagna con mano brillante e sicura tra le pagine di un esordio che farà parlare di sé.
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Se mi guardo da dentro, scritto da Ilenia Zedda, pubblicato da Salani, data uscita 03/09/24.
È possibile prendere quel caos di emozioni che si accende dentro di noi quando incontriamo qualcuno, metterlo sotto una lente di ingrandimento e analizzarlo come se fosse un puro fenomeno biologico? O dobbiamo accettare che sia qualcosa di illogico, un mistero indecifrabile? Nina ha sedici anni quando cade in bicicletta. Non una caduta qualunque, di quelle che si risolvono con qualche graffio e un bello spavento. Rovinando a terra, il manubrio si è conficcato nella sua coscia, proprio nel punto in cui passa l’arteria femorale. È viva per miracolo, dicono i medici, e per il resto della vita dovrà ascoltare il proprio corpo, prestando attenzione anche al più piccolo sintomo. Nina inizia così a osservare non soltanto se stessa, ma il mondo intero, in maniera diversa, mettendo qualunque cosa tra i vetrini di un personalissimo microscopio. Vent’anni dopo, forte di un dottorato in Patologia Clinica, è ormai convinta che tutto possa essere spiegato in termini scientifici, compresa la felicità: che altro è, infatti, se non un alto livello di serotonina? Poi, un giorno, conosce un giornalista: si chiama Marte e proprio da un altro pianeta sembra venuto per far scoppiare la bolla in cui lei si è ostinatamente rifugiata. Con una scrittura che vibra di una delicatezza rara, Ilenia Zedda ha scritto uno di quei rari romanzi che riescono a trovare nuove parole per raccontare non soltanto l’amore ma anche la paura che abbiamo di buttarci nella vita, di affidarci alle braccia degli altri.
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Un grido di luce, scritto da Abi Daré, pubblicato da Nord, data uscita 03/09/24.
Non è una notte come tutte le altre. Domani, finalmente Adunni andrà a scuola. Tia ha lottato a lungo per dare a quella ragazzina brillante e coraggiosa la possibilità di lasciarsi alle spalle la miseria di Ikati, il villaggio nigeriano in cui è nata e cresciuta, per inseguire il suo sogno più grande: studiare, per costruirsi un futuro diverso e, un giorno, insegnarlo anche alle altre bambine che, come lei, sarebbero altrimenti relegate al ruolo di moglie e madre, senza prospettive né istruzione. Eppure, adesso che la guarda dormire, tutto ciò cui Tia riesce a pensare sono le parole che ha origliato per caso pochi giorni fa, mentre faceva visita alla madre gravemente malata. Perché, da quelle parole, è chiaro che la madre le ha mentito per vent’anni, nascondendo un segreto che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Tia vorrebbe cercare risposte, ma non c’è tempo: qualcuno sta bussando alla porta di casa sua, con l’intenzione di riportare Adunni a Ikati e dal marito da cui è fuggita. Dovrà quindi scegliere che cosa sia più importante: se fare luce sul proprio passato o aiutare Adunni, affinché la sua voce non venga messa a tacere, ma diventi un faro di speranza per tutte le ragazze del suo villaggio. Una storia commovente di amicizia e solidarietà femminile. Due protagoniste dal coraggio esemplare. Un viaggio sull’importanza di trovare la propria voce e restituirla a chi non ce l’ha o ancora non sa di averla.
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Le stagioni brevi. Storia di una famiglia perbene. Vol. 2, scritto da Rosa Ventrella, pubblicato da Mondadori, data uscita 03/09/24.
Fine anni Ottanta. Siamo tra i vicoli bianchi e assolati di Bari vecchia. Maria De Santis, occhi bruni e un piglio insolente che le è valso il soprannome di Malacarne, vive in un rione fatto di soprusi a cui è difficile sottrarsi. Il suo unico punto fermo, negli anni, è stato Michele, ultimogenito degli Straziota, la famiglia più in vista della malavita barese. Il loro è stato un amore potente ma impossibile. Troppo lontane le loro origini – pescatori onesti e orgogliosi da una parte, arricchiti collusi dall’altra -, troppo grande l’odio tra le due famiglie. Così quando Michele scompare e nessuno sembra sapere niente di lui, Maria pensa che sia semplicemente scappato: dal rione, dal famigerato padre – che tutti chiamano Senzasagne – e forse anche da lei. Ma Maria nasconde una verità pericolosa: aspetta un bambino, il figlio del suo amore disperato per Michele. Nel frattempo, si rifugia negli ambienti universitari, ricomincia a frequentare il suo vecchio amico Alessandro e si getta a capofitto nelle attività di un’associazione che aiuta i bambini del rione, alcuni dei quali hanno già compiuto piccoli reati. Lo fa anche per dare un futuro a suo figlio, perché le cose si possono cambiare, se si fa uno sforzo tutti insieme. Ma dimenticare Michele, cavarselo a forza dalla testa e dal cuore, le sembra impossibile. All’improvviso, in quartiere arriva uno sconosciuto che si presenta come Francesco Falco. Nessuno sa chi sia né da dove venga: un amico degli Straziota o un antagonista nella gestione degli affari illeciti di Bari vecchia?
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Una maschera color del cielo, scritto da Bassem Khandaqji, pubblicato da EO, data uscita 04/09/24.
L’autore palestinese è attualmente in carcere. È stato condannato all’ergastolo dalle autorità israeliane con l’accusa di aver avuto un ruolo nella preparazione di un attentato nel corso della seconda Intifada. Secondo il Human Rights Council dell’ONU, il processo si è svolto in modo improprio, e la sua detenzione è illegale. Nel 2022 è stata chiesta la sua scarcerazione, ad oggi senza alcun esito.
Nur, un giovane laureato in archeologia residente in un campo di rifugiati a Ramallah, trova nella tasca interna di una giacca usata, una carta d’identità israeliana. Contando sulla sua padronanza della lingua ebraica, Nur decide di adottare la maschera dell’occupante nel tentativo di capire la mentalità del nemico. Trova lavoro come guida presso un’agenzia viaggi di Gerusalemme, da cui viene però licenziato un giorno in cui sbotta dicendo ai turisti la verità su un presunto sito archeologico biblico che in realta sorge sulle rovine di un insediamento palestinese devastato nel 1948, durante quella che i palestinesi chiamano «Nakba» (la catastrofe). In seguito Nur parteciperà agli scavi e vivrà una storia d’amore con una giovane archeologa palestinese con cittadinanza israeliana. Ma infine deciderà di rinunciare alla «maschera azzurra», cioe la carta d’identità israeliana, e di tornare alla sua identita di rifugiato e al campo profughi dove viveva.
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Quelli che restano, scritto da Gerbrand Bakker, pubblicato da Iperborea, data uscita 04/09/24.
Simon vive da solo sopra il suo negozio in un quartiere bohémien di Amsterdam. Come il padre e il nonno è un parrucchiere, ma riceve solo su appuntamento i pochissimi clienti, mentre coltiva metodicamente la sua unica passione, il nuoto. Dietro la sua esistenza schiva e sospesa in un’ovattata routine c’è il grande vuoto lasciato dal padre che non ha mai conosciuto, che se n’è andato all’improvviso, abbandonando la moglie incinta, per poi morire nel disastro aereo di Tenerife del 1977, il più grave della storia dell’aviazione, con centinaia di vittime. L’argomento è tabù, la madre reprime i ricordi e il dolore riempiendosi le giornate di impegni e chiacchiere, al contrario del figlio che ora, a quarant’anni, sente il bisogno di scavare nel passato della propria famiglia e nel tragico incidente che ha segnato tante vite come la sua, per provare a colmare la perdita attraverso il racconto degli altri, per cercare di capire il padre e forse così anche se stesso. A scuoterlo è stato un cliente, uno scrittore che sta lavorando a un romanzo su di lui perché affascinato dalla storia di suo padre, ma anche dall’attrazione che Simon prova per un ragazzo con disabilità intellettive che assiste in piscina e che come lui appare chiuso in un’impenetrabile solitudine. Attraverso un sottile impianto metaletterario che sembra riflettere il gioco di specchi nel negozio di Simon, Bakker scrive la storia cruda e toccante di un’assenza, un romanzo sulla solitudine e la singletudine, sul rapporto tra individuo e legami famigliari. Un racconto che mette al centro il corpo, il desiderio, la ricerca di un contatto fisico a cui potersi aggrappare contro la volatilità del sentimento.
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Cinema love, scritto da Jiaming Tang, pubblicato da EO, data uscita 04/09/24.
Lo scalcinato Cinema dei Lavoratori di Mawei proietta vecchi film di guerra che celebrano l’eroismo della Cina di Mao. Dietro questa improbabile facciata, però, si nasconde un ritrovo per uomini gay, che si incontrano e si amano al suono di spari e di esplosioni di granate. È qui che Secondo, ripudiato dai genitori, conosce e si innamora di Shun-Er, affezionato alla moglie Yan Hua alla quale però è legato solo da un matrimonio combinato. Ed è qui che la bigliettaia Bao Mei crede di poter comunicare col fratello morto, il cui spirito le bisbiglia all’orecchio le storie degli uomini del cinema – immigrati con le loro vite appese a un fagotto, padri di famiglia, impudenti sognatori che solo lì possono essere sé stessi. Quando, negli anni ’80, il vecchio cinema verrà chiuso, i suoi protagonisti andranno incontro a un futuro incerto: Secondo e Bao Mei negli Stati Uniti, così come, a loro insaputa, la moglie di Shun-Er, Yan Hua. Ma le loro vite, legate per sempre a quel cinema, s’incroceranno nei successivi quarant’anni, assieme a quelle di tanti altri immigrati in cerca di fortuna nel reticolo di strade di Chinatown. Con una scrittura freschissima, ironica e poetica Jiaming Tang scrive un romanzo dai molti volti: una celebrazione della dignità di una vita queer, una straordinaria epopea dell’emigrazione cinese in America, ma anche e soprattutto un toccante racconto corale sul dolore, l’amore, la perdita e la memoria.
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La vita contro, scritto da Rita Ragonese, pubblicato da Fazi, data uscita 06/09/24.
Umberto e Angela si incontrano. Lui alla soglia della pensione, alcolista, cresciuto al CEP – esperimento di aggregato popolare affacciato sulla laguna di Venezia – e lei poco più che ventenne, appena uscita dal carcere della Giudecca, proveniente da una rispettata famiglia ottusamente cattolica, la cui infanzia è stata scandita dalle ossessioni di un padre bigotto. Quando si incontrano per la prima volta, Umberto è il serio, scorbutico e apprezzato macellaio di un supermercato di Mestre che porta sulle spalle il peso di una terribile tragedia accaduta vent’anni prima. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, trascina la sua esistenza in solitudine. Angela, ospite di una comunità, arriva al reparto macelleria come stagista, grazie al progetto di recupero proposto dai servizi sociali, al solo fine di ottenere l’affido di Martin, il figlio avuto da Florian, che durante la sua detenzione era stato affidato ai nonni. L’errore di Angela è stato quello di aver ingenuamente creduto alla lealtà del giovanissimo padre del bambino, finendo invischiata, invece, in una serie di attività criminali. Umberto e Angela, dopo un primo momento di collisione, iniziano ad avvicinarsi. Senza volerlo, senza sapere di esserne capaci, finiranno per proteggersi a vicenda, accompagnati dalla lenta scoperta della bellezza, sino all’inaspettato finale.
Con una voce calibrata, emozionante, autentica, l’autrice ci racconta una storia di dolore e riscatto con due protagonisti diversissimi che saranno capaci, tuttavia, di dare vita a un’amicizia virtuosa imperniata sulla solidarietà e il sostegno reciproco.
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La più brava, scritto da Carolina Bandinelli, pubblicato da Nutrimenti, data uscita 06/09/24.
Emma ha trentasei anni e vive a Londra da dodici, una mattina si sorprende adulta: ha un gatto stabile, un compagno stabile, un lavoro stabile in un’università prestigiosa. Sta addirittura per comprare casa e smetterla con la sequela degli amati appartamenti in affitto. Si ritrova involontariamente ossessionata dagli sportelli della cucina, controlla le linee che le stanno comparendo sul viso, mentre si interroga sulla differenza che c’è tra lei e le sue alunne, tra la sua relazione duratura e monogama e il loro modo di destreggiarsi tra varie situationship sentimentali. Quello che per anni ha chiamato ‘futuro’ adesso è presente e irrevocabile. Cos’è che l’ha portata in quel preciso punto della vita? Da cos’è composta la sua identità? Intorno a questo interrogativo, si raccolgono le esperienze che hanno segnato la sua storia: dalla famiglia ormai distante al rapporto con gli uomini e il sesso, dalla relazione con le amiche alla questione, irrisolvibile, della maternità. Emma sa di essere evoluta eppure rimangono molte domande su questa crescita, questi traguardi raggiunti. E mentre le ore scorrono, emergono dal passato dubbi, disfatte, e le tracce di cose accadute e cadute nel silenzio, cose che suo malgrado l’hanno cambiata per sempre… La più brava è un esordio eclettico, pieno di ironia e pensiero sul mondo, con una protagonista calata nella contemporaneità, voce delle fatiche e della bellezza del diventare donne oggi. La sua autrice, Carolina Bandinelli, ci porta con sé in una dimensione generazionale che parla di expat e di desideri, di contagi e conforti, di femminismo e consapevolezze, del non sentirsi mai all’altezza, del non poter essere – nonostante tutto – le più brave.
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Wunderland, scritto da Francesco Recami, pubblicato da Sellerio Editore Palermo, data uscita 10/09/24.
Bruno Stock ha una moglie, un figlio e due amanti. Rappresentante di articoli di cartoleria, abita in una località dalle caratteristiche singolari. Ogni cosa funziona a meraviglia, in particolare i trasporti, con una rete ferroviaria stupefacente. Certo, il luogo ha le sue regole: la corrente elettrica viene tolta dalle 9 di sera alle 8 di mattina, non piove mai, barriere invalicabili sembrano cingerne i confini. L’esistenza di Bruno scorre tranquilla fra il tran tran domestico, il lavoro, sempre in giro in treno a visitare le clienti, e il circolo maschile dove va a giocare a carte. Ma un giorno, in una bettola, incontra Trudy, una giovane che gli fa perdere la testa. Il suo è un amore folle, acceso da un desiderio costante, alimentato dal racconto reciproco di sogni, pensieri e passioni. Questo amore tutto farà esplodere, spalancando possibilità e destini inaspettati. All’orizzonte, unico approdo possibile, si staglia la leggendaria Wunderland, immensa città dell’intrattenimento, grandioso parco divertimenti senza regole e limiti, dove si può ricominciare da capo, crearsi una nuova vita e una diversa identità. Per Bruno e Trudy, Wunderland è un nuovo giro di giostra, dalle conseguenze imprevedibili, dove servono molto fegato e pochi scrupoli. Francesco Recami ha abituato negli anni le lettrici e i lettori a un racconto del mondo plasmato da un umorismo caustico, che altro non è che una forma estrema di realismo. In questo romanzo sperimentale, lo scrittore si spinge oltre, aggiungendo un ulteriore tassello alla demolizione sistematica di cliché e idee codificate. Molti dei suoi temi sembrano declinarsi qui con cinismo ancora maggiore del solito: la debolezza dei singoli rispetto ai grandi sistemi che determinano il flusso del potere e della storia, il sentimento costante di un grande complotto, la banalità e la debolezza dell’immaginazione individuale, la falsità dei desideri. Tutto questo in Wunderland deflagra in un rovesciamento degli eventi e delle attese, in un universo in scala degno del miglior Philip K. Dick, folle e impossibile, incubo e rivelazione al tempo stesso.
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I titoli di coda di una vita insieme, scritto da Diego De Silva, pubblicato da Einaudi, data uscita 10/09/24.
«Io vorrei isolare il momento in cui ho visto la crepa e ho preso atto della fine, ma non lo trovo, perché non c’è. L’amore è discreto nel morire, non si lamenta e non fa scenate, non c’informa quando si ammala. Siamo noi a risponderne, e tutto quello che gli capita è colpa nostra».
Fosco e Alice si sono amati tanto. E tra poco, senza sapere bene perché, si diranno addio. Per questo, nel vortice di parole più o meno giuste o più o meno sbagliate, abbracci notturni, porte sbattute, avvocati nuovi di zecca e antiche recriminazioni, decidono di raccontare la loro storia a modo loro. Con ostinazione, dolore e persino ironia: tutto quello che nei documenti legali non potrà mai trovare spazio. Diego De Silva lascia riposare il suo personaggio più amato, l’«avvocato d’insuccesso» Vincenzo Malinconico, per consegnarci un grande romanzo sulla fine dell’amore. «L’amore non è una storia, ma due». Per questo Fosco e Alice hanno affidato ai loro rispettivi avvocati le parole che non sanno dirsi, lasciandosi. Alice aspira a una conclusione drammatica, come se un grande amore si misurasse dalle ferite, dal male che è possibile farsi. Vuole enfasi, conflitto, palcoscenico. Fosco è più morbido, quasi passivo, incline ad accettare qualsiasi condizione. E alla fine, come in tutte le separazioni, le loro posizioni si tradurranno in documenti mortificanti, che nulla dicono perché nulla sanno di una vita insieme. Che riassumono il dolore, e anche la gioia, in parole povere. Per riscrivere con una dignità diversa i titoli di coda della loro storia, decidono allora di ritirarsi in una casa amata, tra i fantasmi dal passato e di ciò che è stato tradito, che siano gli anni felici dell’infanzia, quel tempo bello in cui s’impara il mondo, gli amici di sempre o il loro stesso legame. Trovarsi lì, in quella casa, significa anche cercare un fuoco comune: il loro fuoco. Significa attraversare in due i rimpianti fino a esaurire la sofferenza, estrarre dalle macerie del tempo ciò che rimane vivo e trovare la forza di andare addosso alle cose, persino quando fanno paura. Senza rinunciare all’ironia che lo contraddistingue, come modo di illuminare ciò che conta, Diego De Silva riesce a raccontare con forza, attraverso le voci di Fosco e Alice, le speranze, le delusioni, le felicità sepolte, il complicato groviglio di sentimenti che accompagnano da sempre la fine di un amore.
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L’inverno della Lepre Nera, scritto da Angela Tognolini, pubblicato da Bompiani, data uscita 10/09/24.
Nadia ha nove anni, una mamma che non la abbraccia mai e un padre del quale le restano solo ricordi lontani. Ma una mattina, subito dopo Natale, la mamma le fa indossare un paio di scarponcini e le consente di prendere con sé solo l’oggetto a lei più caro: il registro su cui annota le caratteristiche e le abitudini di tutti gli animali, perché dentro il loro universo di piume e di zanne, di versi e di canti, trova un ordine che le dà conforto. Partono insieme, Nadia e sua madre Rosa, per un lungo viaggio fino alla baita di zio Tone, che vive con il cane Fumo in mezzo a un grande bosco, lontano da tutto. È qui che Nadia impara a conoscere i bagliori della neve e la voce della montagna, qui ascolta la leggenda della Lepre Nera, che nella sua inarrestabile corsa fa mutare le stagioni, qui comincia a capire quale peso grava sulle spalle di sua madre: non certo quello dello zaino con cui ogni mattina parte per lunghissime camminate solitarie, ma qualcosa di molto più grave e indicibile. Sarà proprio nell’aria sottile delle montagne e in mezzo alla neve alta che Nadia e Rosa dovranno trovare la forza per sciogliere il freddo che stringe i loro cuori e il coraggio per muovere di nuovo i loro passi lungo il sentiero della vita. Angela Tognolini esordisce con una narrazione genuina e solida come gli alberi che ne sono silenziosi personaggi. L’inverno della Lepre Nera è un romanzo su una relazione madre-figlia e su un amore malato e violento ed è una coraggiosa meditazione sulla vita di montagna con i suoi aspetti incantati ma anche con le sue chiusure e le sue asprezze. Ma, soprattutto, è un racconto aperto al potere della magia, che consegna anche a noi la saggezza della Lepre Nera: nel momento più buio dell’inverno bisogna saper annusare l’aria, trovare il sud e ricominciare a correre verso la primavera.
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Lo spirito bambino. Le strane storie di Fukiage. Vol. 3, scritto da Banana Yoshimoto, pubblicato da Feltrinelli, data uscita 10/09/24.
Una strana presenza si aggira a casa di Misuzu, forse il preludio a una gravidanza o l’eco lontana di un passato doloroso. Mimi intanto continua a vivere la propria vita a Fukiage, immersa nell’atmosfera familiare della casa di Isamu e nella calma di quella cittadina stretta tra i monti e il mare. Un nuovo episodio della saga di Mimi e Kodachi, in cui ogni vicenda è lo spunto per una meditazione sul significato profondo della vita, sull’assenza e il suo contrario, sull’amicizia e sull’amore. “In questo periodo a casa mia c’è lo spirito di un bambino. Si manifesta la notte. È un bimbo piccolo, perciò sono certa che non sia la Misuzu nera. Né è il fantasma di mio fratello, che veglia sempre su di me.”
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Ogni cosa è per Giulia. Antonio Gramsci e Giulia Schucht: una storia d’amore, scritto da Lucia Tancredi, pubblicato da Ponte alle Grazie, data uscita 10/09/24.
Giulia Schucht affronta le trappole del Novecento vestita di bianco, circondata da uno spensierato disordine. Musicista di talento, cittadina di una terra, l’Unione Sovietica, governata da un uomo-acciaio, è una splendida lupa che vive sull’orlo di un baratro. Figlia di Apollon, un rivoluzionario aristocratico devoto a Rousseau, ha tante sorelle, tante speranze, tanti cammini possibili. Ma quando incontra Antonio Gramsci e gli si consegna perdutamente, incappa nel punto cieco dell’amore. Intorno a questo legame appassionato, fatto di assenze e di profonde felicità, fioriscono passeggiate notturne e panchine solitarie, lunghi viaggi in treno e spoglie camere d’albergo, funzionari di partito e lettere dal carcere. E due bambini, spettinati e scalzi, cotti dal sole. Da San Pietroburgo a Roma, da Cagliari a Vienna, da Mosca all’Alto Adige, Lucia Tancredi tesse magistralmente la sua rete dando vita a un personaggio tanto letterario quanto tragicamente reale. In queste pagine, Giulia intreccia il suo destino, vissuto o più spesso solo immaginato, a quello di un uomo che non può essere suo perché appartiene alla Storia, sperimentando sulla sua pelle il vento dell’utopia e i disastri dei totalitarismi, le sorprese di una relazione mai veramente vissuta, il desiderio impossibile di essere normale. E nella sua struggente freschezza, lascia affiorare una voce unica, sospesa e dimenticata come quella del suo violino.
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La roccia bianca, scritto da Anna Hope, pubblicato da Einaudi, data uscita 10/09/24.
A due o trecento metri dalla spiaggia di San Blas, in Messico, si trova una strana roccia bianca che sorge dall’oceano come un miraggio. Per i nativi è il luogo di origine del mondo. Immobile e silenziosa, nel corso dei secoli la roccia è stata testimone di spietate missioni di conquista, deportazioni verso i campi dello Yucatán, vagabondaggi psichedelici e pellegrinaggi laici come quello della scrittrice inglese che inaugura il racconto. È tornata alla roccia bianca per ringraziare di una preghiera esaudita. Ma davanti all’oceano si rende conto che le sue ragioni non sono così limpide e che anche lei è arrivata fin laggiù per rubare qualcosa. È l’inizio del 2020 e, mentre dall’Europa arrivano notizie allarmanti sul dilagare di un nuovo coronavirus, un gruppo di sconosciuti attraversa il Messico a bordo di un pulmino soffocante. La meta? San Blas, una sonnolenta cittadina sul Pacifico, e più in particolare la roccia bianca da cui, secondo i nativi di quelle zone, ha avuto origine il mondo. Fa parte del gruppo anche una scrittrice senza nome. È lì per rendere grazie per la nascita della figlia, ma anche per fare ricerche per un libro. A quella roccia dal profilo mutevole sono infatti legate tante storie poco note ma degne di essere raccontate. Nel 1969 un cantante rock si rifugia all’insaputa di tutti in un albergo lì vicino, a metà strada tra la giungla e l’oceano. Vuole sfuggire a una fama ormai ingombrante, ma i suoi demoni e le sue dipendenze lo seguono. San Blas è, nel 1907, anche l’approdo di due ragazzine yoeme. La loro, però, non è una scelta volontaria: sono state portate lì con la forza e, ad attenderle dopo una sfiancante marcia sulle montagne, non c’è che il lavoro forzato nei campi dello Yucatán. Una sorte tanto tragica quanto comune, un genocidio che affonda le radici nel colonialismo. E San Blas, a fine Settecento, è proprio un avamposto delle forze di conquista spagnole e il punto di partenza di un’ambiziosa missione esplorativa. Poco prima di levare gli ormeggi, però, uno degli ufficiali dei tre vascelli pronti a risalire la costa sembra impazzire. Colpa del caldo e della stanchezza oppure, magari per maggiore lungimiranza e sensibilità, ha visto qualcosa che agli altri sfuggiva o non interessava? Mescolando realtà e fantasia, vicende personali e temi universali, Anna Hope crea quattro storie disposte a matrioska che, oltre alla roccia del titolo, hanno al cuore il complesso groviglio di bene e male che muove e condiziona gli esseri umani.
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L’emporio del cielo e della terra, scritto da James McBride, pubblicato da Fazi, data uscita 10/09/24.
Il capolavoro che ha conquistato l’America: oltre un milione di copie vendute, considerato tra i migliori libri degli ultimi venticinque anni dai lettori del «New York Times».
James McBride, uno degli autori americani contemporanei più brillanti, già vincitore del National Book Award, torna con un capolavoro assoluto che negli Stati Uniti è stato il romanzo letterario più importante dell’anno.
Nell’America degli anni Trenta, il quartiere di Chicken Hill a Pottstown, Pennsylvania, è una vivace comunità in cui persone di colore e immigrati ebrei convivono condividendo sogni e sofferenze. I coniugi Moshe e Chona, originari dell’Est Europa, sono profondamente legati alla gente del posto, che aiutano sempre come possono, e nel tempo sono diventati un punto di riferimento per tutti. Un giorno bussano alla loro porta i vicini Nate e Addie: il nipote Dodo, un ragazzino di dodici anni rimasto sordo in seguito a un incidente domestico, è in pericolo; sua madre è venuta a mancare, il piccolo ora è orfano e gli zii hanno ricevuto una lettera. Dodo verrà prelevato dalle autorità per essere mandato in un istituto speciale per ragazzi con problemi. Moshe e Chona accettano di nasconderlo, ma in seguito a una soffiata si reca sul posto Doc Roberts, un medico bianco e razzista che finisce per aggredire la donna mentre Dodo, unico testimone, viene portato via dalla polizia. Non tutto, però, è perduto…
L’Emporio del Cielo e della Terra, votato come uno dei migliori cento libri degli ultimi venticinque anni dai lettori del «New York Times» e per oltre trenta settimane consecutive stabile ai vertici delle classifiche di vendita americane, è un potente romanzo intriso di speranza: un inno alla forza salvifica dell’amore che dimostra come la solidarietà sia in grado di abbattere tutti i muri.
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Vicino a casa, scritto da Michael Magee, pubblicato da Mondadori, data uscita 10/09/24.
Anthony, il fratello di Sean, è un tipo tosto. Quando erano bambini, la madre cercava di tenerlo lontano dai guai, ma senza successo. Sean doveva essere diverso, doveva andarsene lontano e non tornare mai più. Ma Sean torna. Torna a Belfast, dove i posti di lavoro sono sempre meno, la sua laurea non ha valore e nessuno lo considera. Torna, suo malgrado, alle vecchie abitudini: notti folli, prestiti non restituiti, affitti non pagati, lavori occasionali che falliscono. Torna in queste strade lacerate, dove la prosperità promessa dalla pace non è mai arrivata. Torna dai suoi fratelli, dalla madre e da tutte quelle cose di cui non parlano mai. Finché una sera, a una festa, esausto e circondato da estranei che lo prendono in giro, commette un grosso errore che fa precipitare tutto nel caos. Il romanzo racconta le conseguenze di quella notte, mentre Sean cerca di dare un senso a ciò che è diventato e di confrontarsi con le relazioni che lo hanno formato, nel bene e nel male. Attingendo alla propria esperienza, Michael Magee esplora la mascolinità contemporanea plasmata dal luogo e dalla classe, dal trauma individuale e collettivo, dal silenzio e dalla violenza, ma anche dal coraggio, dalla lealtà e dalla volontà di sopravvivere. Scrive delle complesse forme di amore che esistono in una famiglia, tra fratelli, tra madre e figlio. Scrive dell’intimità dell’amicizia maschile e della dolorosa sensazione di non appartenere più alle persone con cui si è cresciuti. E scrive, con intelligenza e umanità sorprendenti, della povertà e della criminalità che minacciano i giovani della classe operaia, e della lotta per liberarsene. Luminoso e devastante, “Vicino a casa” parla di decidere che tipo di uomo si vuole essere e di come trovare il proprio posto nella città ferita che si chiama casa.
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La ragazza nascosta, scritto da Lucinda Riley, pubblicato da Giunti, data uscita 13/09/24.
Da umile studentessa a top model nel giro di qualche mese. È quello che succede alla giovane Leah Thompson, diciassette anni, quando viene notata da una delle più importanti agenzie di modelle inglesi e dal piccolo villaggio nella brughiera in cui vive si trova catapultata sulle passerelle di Milano e New York. I suoi lunghi capelli castani e lo sguardo luminoso catturano chiunque la incontri. La sua gentilezza e riservatezza li fanno innamorare. Ma il suo cuore batte solo per Brett, il suo primo amore, che l’ha profondamente ferita e che non vede più da tempo. La nostalgia di casa è tanta e le insidie del mondo della moda non le rendono facile il distacco, tra rivalità inaspettate e amicizie per niente disinteressate. E mentre il fato tesse i suoi fili, intrecciando la sua storia con quella di due ragazzini polacchi fuggiti da Treblinka e in cerca di vendetta, Leah dovrà fare i conti con una profezia che incombe su di lei… stai attenta, la bellezza potrebbe non essere una benedizione. Non puoi cambiare il destino… Finalmente pubblicata in Italia una delle opere giovanili di Lucinda Riley, riveduta e attualizzata dal lavoro editoriale del figlio e co-autore di Atlas, Harry Whittaker.
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L’immortale King Rao, scritto da Vauhini Vara, pubblicato da Guanda, data uscita 13/09/24.
King Rao non è davvero immortale. E non è neppure un re nel senso convenzionale del termine, a dispetto del suo nome. Tuttavia, per un certo periodo, è stato senza dubbio la persona più potente del mondo. Questa è la sua storia, raccontata da Atena, la sua amatissima figlia ribelle. Il romanzo d’esordio di Vauhini Vara racconta l’ascesa e il declino di un intoccabile che, nato in una famiglia indiana di coltivatori di cocco e guidato solo dal suo intuito e dalla sua ambizione, arriverà negli Stati Uniti ai vertici di una società governata da algoritmi e da memorie condivise, proiettata in un futuro dove la tecnologia si pone il traguardo – forse irrealizzabile – di riequilibrare le differenze sociali, portare giustizia e salvare il pianeta dalla catastrofe climatica. Ma fino a che punto siamo disposti ad accettare l’insinuarsi di questa ambigua rivoluzione nei nostri Paesi e nelle nostre case, nelle trame più intime della nostra coscienza e identità? Un romanzo originale e profetico, che tocca temi centrali nel dibattito contemporaneo: la crisi climatica, l’impatto della tecnologia, dei social network e dell’intelligenza artificiale sulla vita delle persone. Ma anche la storia commovente di un uomo che, partito dal nulla, insegue il sogno di fare del mondo un posto migliore per poi finire vittima della sua stessa creatura, perdendo uno dopo l’altro i suoi affetti più cari.
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Una cosa per la quale mi odierai, scritto da Erica Mou, pubblicato da Fandango Libri, data uscita 13/09/24.
“Una cosa per la quale mi odierai” è il racconto che Erica Mou fa della malattia di sua madre. Un racconto senza enfasi che si appoggia sulle parole che la madre ha affidato al suo diario, per esorcizzare il dolore e la paura. Erica trova il coraggio di leggerlo, di ripercorrere i nove mesi della malattia di sua madre proprio mentre vive i nove mesi che la renderanno mamma. In un dolente, tenero e perfino divertente scambio di voci, Erica ritroverà e riconoscerà Lucia. Una collezione di ricordi che, come fiori, arricchiscono l’istantanea di una famiglia in jeans e maglietta nell’Italia agli albori del nuovo millennio. La promessa di non dimenticarsi.
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Certe sere Pablo, scritto da Gabriele Pedullà, pubblicato da Einaudi, data uscita 17/09/24.
C’è stato un tempo, ed era solo ieri, in cui il richiamo della militanza era inevitabile per tutti, in una nebbia di sigarette, poche ore di sonno e nottate al freddo ad attaccare manifesti. Adesso quel tempo sembra finito, anche se il fuoco della politica brucia ancora in tanti «no» di oggi. Gabriele Pedullà rievoca come una grande storia d’amore collettiva lo spirito di un periodo – dagli anni Settanta ai primi anni Novanta – in cui tutto sembrava possibile. Anche l’assalto al cielo. «Andavamo in piazza e ci sentivamo invincibili. Sapevamo che in tutte le città del continente, e anche più in là, in quel preciso momento c’era una manifestazione assolutamente uguale alla nostra, e sarebbe bastato che ci mettessimo in fila tenendoci per mano per stringere l’intero globo in un solo abbraccio». Dov’è finita la militanza politica? Che ne è stato del movimento dei lavoratori che si proponeva di cambiare il mondo? Gabriele Pedullà appartiene all’ultima generazione che ha vissuto almeno uno scampolo delle battaglie ideologiche di allora: adolescenti arrivati tardi, ma ancora capaci di intuire qualcosa della grande politica novecentesca sporgendosi appena sull’universo degli adulti. E che per questo, forse, non hanno saputo o voluto prenderne congedo: come se quella esperienza, tanti anni dopo, continuasse a infestare una casa vuota. I tre racconti lunghi o romanzi brevi che – alla maniera di una pala d’altare – compongono il volume attraversando l’incendio degli anni Settanta, la cupa pacificazione degli anni Ottanta e la crisi successiva, sino ai giorni nostri, sono scritti per chi allora non c’era e vorrebbe sapere, per chi testardamente non ricorda e per chi, invece, proprio non riesce a dimenticare. In “Portolano degli anni bisestili”, un giovane liceale scopre la politica nel momento stesso in cui i più grandi la abbandonano. In “Certe sere Pablo”, Pablo e Clara sono i più belli, i più intelligenti e i più carismatici, e il loro idillio, nel turbine del Sessantotto, pare annunciare per tutti un avvenire migliore – ma qualcosa potrebbe non essere quello che sembra. In “È stato un soffio”, Carlo ha passato una vita a battersi a fianco dei più deboli, finché un incontro inaspettato non arriva a scuotere le sue certezze dalle fondamenta, come in un racconto dell’orrore dei nostri tempi… Nessuna nostalgia, però. Perché ridendo, commuovendosi, palpitando per gli amori, le idee, gli atti di coraggio e di viltà dei vari personaggi, la posta in gioco rimane qui, semmai, un’altra: capire con gli strumenti insostituibili della letteratura. Dare degna sepoltura al passato con un libro in mano. Poi, forse – come dopo ogni seduta spiritica andata a buon fine -, ci si potrà anche rimettere in cammino, tutti assieme.
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Ascension, scritto da Nicholas Binge, pubblicato da Mondadori, data uscita 17/09/24.
Nell’Oceano Pacifico è comparsa improvvisamente una montagna, e un gruppo di scienziati viene mandato in missione segreta per scoprire cosa ci sia sulla sua sommità. Tra di loro c’è Harold Tunmore, eminente studioso, esploratore, solitario cronico. A spingerlo a unirsi alla squadra ci sono motivi personali che vanno ben oltre la curiosità scientifica. Più la spedizione sale, però, e più le cose si fanno strane. Lo spazio e il tempo non sono gli stessi sulla montagna, i minuti diventano ore, le ore giorni. Sferzati dai venti gelidi e minacciati dai pericoli dell’altitudine, gli scalatori sentono intorpidirsi le membra e sfumare i ricordi delle loro vite prima di quell’ascesa. Cosa scopriranno su se stessi e sul loro mondo mano a mano che salgono? Cosa, o chi, troveranno sulla vetta?
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Il male che non c’è, scritto da Giulia Caminito, pubblicato da Bompiani, data uscita 18/09/24.
Capita, nella vita, che l’universo ci appaia diviso tra quelli che agiscono e non si fanno spaventare dal mondo e quelli come noi, abitati da un dolore nascosto sottopelle. Per Loris tutto ha avuto inizio nel tempo bambino, quando le estati erano piene di fascino come l’orto di nonno Tempesta, vicino alle rovine dell’antica Galeria. Quando era insieme al nonno, il bisogno eccessivo di leggere per scacciare le angosce scompariva e lui imparava cose meravigliose come costruire una voliera e allevare i colombi, fedelissimi e iridescenti. Ora Loris ha trent’anni, ha fatto della lettura il suo mestiere, vive in città e ha una fidanzata di soprannome Jo. Ma il lavoro in casa editrice è precario, l’ansia di non essere all’altezza dell’età adulta lo schiaccia, lo divora. Loris scivola dentro sé stesso, prima per difendersi, poi per auscultare i messaggi d’allarme che il suo corpo gli manda. C’è un male dentro di lui, un male capace di portarsi via ogni residuo di speranza. E mentre i medici, la fidanzata, i genitori appaiono sempre più lontani, a Loris rimangono solo due alleati: i social media, sollievo e nutrimento per i suoi fantasmi, e Catastrofe, la creatura mutaforme – gatta, lupa, amica, sposa – che gli sta vicino nei momenti più difficili. Ancora una volta Giulia Caminito sceglie la via del romanzo per raccontare sé stessa e la sua generazione, che non ha subito guerre o privazioni materiali ma ha avuto in sorte la solitudine della Rete e della precarietà. La sua scrittura essenziale si apre in questo libro a una sorprendente atmosfera onirica, facendo dell’ipocondria una memorabile protagonista – la seducente e beffarda Catastrofe – e mettendo in scena tra i palazzi urbani la selva oscura in cui tutte le nostre più dolorose esperienze si muovono. Il male che non c’è è un libro sul potere dell’immaginazione e dell’infanzia, è il romanzo di una discesa agli inferi e della risalita verso l’origine luminosa a cui tutti, se vogliamo, possiamo tornare, come solo i colombi sanno fare.
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Nessuno può uccidere Medusa, scritto da Giuseppe Conte, pubblicato da Bompiani, data uscita 18/09/24.
Amedea, la più giovane delle tre sorelle Corallo, è per tutti Med. Ribelle e anticonformista, a differenza delle due maggiori non sembra attratta dalle solide sicurezze di una vita borghese, ma è capace di coltivare amicizie speciali: quella con il giovane fruttivendolo Abdelnur, giunto dalle sponde africane del Mediterraneo; o quella con il sacerdote e professore di greco Homer Grant, che le insegna che Dio è Amore, anche se ha nomi diversi. L’amicizia con la bellissima Esmeralda, di antica e nobile famiglia, invece è destinata a diventare un amore segreto… Ma nelle vite di entrambe entra un uomo ricco e potente, uno di quei maschi che non tollerano di sentirsi rifiutati, e quello che sembrava un gioco di seduzione diventa una tragedia senza tempo che pone al centro la violenza e l’oppressione esercitata sul femminile. È così che Med diventa Medusa. Anche lei ha capelli lunghi e meravigliosi, anche lei da bellissima diventa mostruosa. È una vittima che non accetta il proprio destino, fino a capovolgerlo, come nel mito tramandato da Ovidio, così grondante di bellezza e di orrore. Giuseppe Conte ambienta la “sua” metamorfosi di Medusa in Sicilia, la terra dove affondano le radici della sua famiglia paterna e dove la potente sensualità di Lawrence e le sontuose atmosfere di Visconti non possono che accrescere l’immaginazione. Narrato con una lingua capace di accensioni dialettali, percorso da una viva sensibilità contemporanea riguardo ai temi della pace e del rispetto della natura, “Nessuno può uccidere Medusa” è un romanzo pieno di forza e di poesia, che celebra il potere del mito di riportare equilibrio nel nostro mondo malato.
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The cheerleaders, scritto da Kara Thomas, pubblicato da Giunti, genere per ragazzi, data uscita 18/09/24.
Cinque ragazze hanno mentito. Cinque ragazze sono morte. Non è rimasta neanche una cheerleader a Sunnybrook. Prima c’è stato l’incidente stradale in cui sono morte due ragazze. Poco dopo, altre due sono state brutalmente uccise dal vicino di casa, ma la polizia ha ucciso il killer e nessuno saprà mai il movente. La sorella di Monica è stata l’ultima a morire, e dopo il suo suicidio la Sunnybrook High ha sciolto la squadra. È successo cinque anni fa, ma Monica non riesce a dimenticare: ci sono le lettere trovate nella scrivania del patrigno, un vecchio cellulare riapparso, uno strano personaggio che si aggira per la scuola… Qualsiasi cosa sia accaduta cinque anni fa, non è finita e adesso torna a bussare alla porta. Un thriller ingannevole, un puzzle i cui pezzi si ricompongono alla perfezione. Un’autrice di spicco nel panorama dei thriller YA, conosciuta in tutto il mondo ma mai pubblicata in Italia.
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Il bambino, scritto da Fernando Aramburu, pubblicato da Guanda, data uscita 19/09/24.
Nicasio ogni giovedì si reca al cimitero di Ortuella per parlare con il nipotino, Nuco. Non riesce a rassegnarsi all’idea che il bambino non ci sia più, che sia morto insieme a tanti altri nell’esplosione di gas che ha distrutto la scuola. E quindi, nella sua testa, continua a portarlo in giro per il paese, a rimproverarlo, a giocare con lui. A partire da un tragico incidente, un fatto di cronaca che nel 1980 sconvolse i Paesi Baschi e l’intera Spagna, Fernando Aramburu torna nei luoghi e fra la gente di “Patria” e mescola finzione e realtà per raccontare la storia di una famiglia che deve affrontare la più dolorosa delle perdite. Ognuno dei protagonisti reagirà a modo suo, e dovrà trovare in sé la forza per andare avanti. Indimenticabile la figura del nonno con la sua lucida follia; ammirevole quella della madre Mariaje, che cerca con ostinazione di ricominciare a vivere ma per farlo non può continuare a nascondere i segreti su cui ha costruito il suo matrimonio; tenera e dolorosa quella del padre José Miguel, uomo semplice e goffo, che si aggrappa alla moglie nell’illusione di riuscire a salvare qualcosa. Aramburu accompagna il lettore in un’esplorazione psicologica e letteraria. Il suo nuovo romanzo è carico di emozioni profonde e contrastanti, ma soprattutto pieno di amore, l’amore infinito per i figli che unisce e divide, che fa nascere e può spezzare le famiglie.
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L’albero che volò sulla luna, scritto da Thao Thai, pubblicato da HarperCollins, data uscita 24/09/24.
Vietnam, anni ’60. Un’antica leggenda vietnamita racconta la storia di un uomo che, seguendo una tigre e i suoi cuccioli, si imbatte in un albero magico, un baniano, che cambierà per sempre la sua esistenza, portandolo fino in cielo. Minh ha sempre amato ascoltare questo racconto fin da bambina ed è per questo che, dopo il suo trasferimento dal Vietnam in America, cura un po’ della sua nostalgia ammirando l’albero di baniano che sovrasta la nuova casa. Florida, giorni nostri. Quando riceve la telefonata che le comunica che l’amatissima nonna, Minh, è morta, Ann è a un bivio. Ha costruito una vita che sembra perfetta, con una bella casa sul lago, un fidanzato affascinante e inviti a feste eleganti, ma tutto si è sgretolato di fronte a un’inaspettata gravidanza. Con le idee ancora confuse, Ann torna in Florida, dove deve affrontare una madre risentita e addolorata, e soprattutto tornare nella casa della sua infanzia, Banyan House, una dimora fatiscente ma colma di ricordi e segreti. Segreti che Minh ha nascosto per decenni, da quando era un’adolescente innamorata all’ombra della guerra del Vietnam, per poi diventare una giovane madre determinata che emigra in cerca di una vita migliore per i figli. Segreti che Ann ritrova nella soffitta di Banyan House, come se fossero da sempre in attesa… Attraversando decenni e continenti, dal Vietnam degli anni Sessanta alle paludi selvagge della costa della Florida.
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I miei due papà, scritto da Érik Mukendi, pubblicato da EO, data uscita 25/09/24.
Boris, quattordici anni, congolese naturalizzato francese, non crede ai suoi occhi quando vede arrivare il padre di cui non ha più notizie da anni e che credeva morto. Boris vive a Bondy, nella banlieue nord di Parigi, con lo zio Fulgence e sua moglie Béatrice, francese bianca. Sono una coppia mista, aperta, moderna. Béatrice crede che Boris sia figlio di Fulgence – a questo titolo, infatti, Fulgence è riuscito a farlo venire dal Congo – e come tale l’ha adottato. Ormai francese, Boris frequenta con profitto l’ultimo anno delle medie. L’arrivo del vero padre spezza la serenità della famigliola tranquilla, gli equilibri si alterano, nasce un conflitto di autorità nei confronti del ragazzo, un problema di identità da parte del nuovo venuto. Una situazione intricata la cui matassa si sbroglia nel corso di un racconto tenero, divertente, leggero e profondo insieme, che segue con acume e ironia le vicende di un ragazzo di periferia integrato eppure africano, le sue pulsioni adolescenziali, i suoi contatti con il mondo borghese di Parigi centro, in cui si innamora della bella Hortense, il suo giro di amici in cui sono rappresentate tutte le nazionalità dell’immigrazione. Un racconto che fa ridere e che soprattutto e uno spaccato lucido del modo in cui si sta trasformando la società occidentale.
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La donna dai piedi nudi, scritto da Scholastique Mukasonga, pubblicato da Utopia Editore, data uscita 29/09/24.
Questo romanzo è una sorta di sudario di parole che l’autrice tesse per Stefania, la madre, in sostituzione del telo funerario con il quale avrebbe voluto ricoprirne il corpo. Nel genocidio del Ruanda, infatti, l’autrice ha perso trentasette membri della propria famiglia, ma la morte è seguita a una lunga vigilia, iniziata con la deportazione in una sperduta e arida regione del paese, molto diversa dalle verdi colline sulle quali intere generazioni di pastori tutsi erano nate e cresciute. Tra riflessioni e aneddotica (sull’educazione, sul cibo, sul matrimonio, sui costumi), ricordi di una felicità precaria e di una cultura ormai lontana, l’autrice riporta in vita la madre, una donna che non ha mai davvero calzato in vita sua un paio di scarpe, e un’intera civiltà orale, che la storia rischia di archiviare del tutto.
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