La vendetta di Poseidone è un romanzo d’avventura scritto da Clive Cussler insieme a Robin Burcell, pubblicato in Italia, il 22 ottobre 2024, da Longanesi, tradotto da Andrea Carlo Cappi.
E’ il dodicesimo volume della serie “Fargo Adventures”, con protagonisti Sam e Remi Fargo, archeologi e cercatori di tesori, che in questa nuova avventura sono sulle tracce del leggendario tesoro di re Creso, scomparso oltre duemilacinquecento anni fa. Ma un vecchio nemico è tornato per vendicarsi. In una corsa contro il tempo, i Fargo dovranno superare sfide letali per svelare il mistero.
“«È così», rispose Sam. «La riserva aurea che re Ciro di Persia strappò a Creso dopo la conquista di Sardi nel 546 avanti Cristo. Fu questo a innescare il nostro amore per l’avventura.»
«E quello tra voi?»
Remi appoggiò una mano su quella del marito. «Direi che ha avuto una parte modesta. Ma, anche se non abbiamo trovato quel mitico oro, ora disponiamo della prova che esiste.»
«Ma questo è successo… dieci anni fa o più?»”
Trama del libro La vendetta di Poseidone
L’aria era intrisa di mistero e di una tensione sottile, il tipo di tensione che Sam e Remi Fargo conoscevano fin troppo bene. Il loro obiettivo? Una leggenda d’oro, nascosta da oltre duemilacinquecento anni. Re Creso, il sovrano della Lidia, possedeva una fortuna talmente immensa da diventare mito, eppure, quell’oro era svanito, inghiottito dai meandri della storia. Ma non dimenticato.
I Fargo erano sulle sue tracce da più di un decennio. Anni fa, la loro prima spedizione era stata interrotta da una complessa rete criminale internazionale, un’operazione che li aveva costretti a deviare dalla loro missione per fermare un’organizzazione pericolosa. Tuttavia, oggi le carte erano cambiate. Con l’obiettivo più chiaro che mai e il ricordo di un amico caduto che li spingeva avanti, Sam e Remi erano pronti a tornare in quei luoghi dimenticati dal tempo. Questa volta, niente li avrebbe fermati.
Ma non erano soli. Qualcuno dal passato, un nemico vecchio e implacabile, era uscito dall’ombra. Dopo anni di prigione, aveva solo due cose in mente: vendetta e il tesoro di Creso. E per ottenere entrambi, non si sarebbe fermato davanti a nulla. Il destino li stava chiamando, e la corsa contro il tempo e contro un avversario spietato era appena iniziata.
Recensioni
Le recensioni, se pur poche, ci raccontano di lettori positivamente sorpresi nel ritrovare la storia di Sam e Remi, che si incontrano per caso e scoprono un’attrazione comune per l’archeologia oceanica. Secondo molti questo libro potrebbe essere l’ultimo della serie, con un finale che i fan di Cussler troveranno sicuramente appagante. Si torna indietro di dieci anni, quando tutto è iniziato, alternando due linee temporali che raccontano la loro avventura e la ricerca del misterioso Tridente di Poseidone. Alcuni si aspettavano più azione nella caccia al tesoro, che invece arriva solo verso la fine, un po’ come quando aspetti un evento che sai sarà grandioso, ma sembra non arrivare mai. Però, tutto ha un senso: i capitoli brevi, le pause giuste, sembrano tenere ancorati alla storia e ti fanno capire perché il finale è così importante.
Incipit del libro La vendetta di Poseidone
Prologo I
Sardi, Impero persiano,
546 a.C.L’acropoli si stagliava nel cielo notturno. Molto più in basso, alla periferia della città, le fiamme consumavano le case dal tetto di paglia. Il generale Mazares era stato inviato da re Ciro II di Persia appena questi era stato informato della rivolta. Aveva cavalcato per ore alla testa della cavalleria, armata fino ai denti. Stando al messaggero, i mercenari ionici avrebbero scatenato la ribellione all’alba.
A quanto pareva, avevano cominciato prima del previsto.
«Stolti», gridò il luogotenente Artaban sopra il frastuono degli zoccoli, quando i cavalli si avvicinarono alle porte. Nei pressi delle raffinerie d’oro, un edificio di legno fu avvolto per intero da una vampata. «Non si rendono conto che Ciro li schiaccerà?»
«Non c’è più nulla da schiacciare», urlò a sua volta Mazares. «Mi stupisco che sia rimasto ancora qualcosa da bruciare.»
Era la seconda volta che marciavano su quella città. La prima era stata quando Ciro aveva rotto l’assedio alla ricca capitale lidia, catturato re Creso e saccheggiato il suo vasto tesoro. Non fosse stato per la rivolta, Mazares sarebbe rientrato a Ecbatana portando con sé le ricchezze del sovrano di Sardi.
«Prima soffochiamo la rivolta, prima torniamo a casa.» Il generale scrutò le lingue di fuoco che si levavano da numerose costruzioni all’esterno delle porte.
Quando furono vicini alla furia delle fiamme, comprese a quale scopo fosse stato appiccato il fuoco: lui e i suoi cavalieri erano pressoché accecati. I ribelli, in agguato con le spalle all’incendio, si trovavano in una posizione di vantaggio. In pochi istanti la cavalleria di Ciro fu investita da un’orda invisibile di soldati, armati di lance, scuri e spade.
Divisi i suoi uomini in due schiere, Mazares guidò quella di sinistra, Artaban quella di destra. Il cozzo del metallo risuonò assordante nella notte. Abbagliati dalle fiamme, i persiani si battevano contro gli insorti senza riuscire a vederli. Il generale si lanciò verso una sagoma armata. La spada urtò qualcosa di solido: lo scudo dell’avversario. Mazares gridò alla sua schiera di serrare i ranghi, mentre Artaban dava lo stesso ordine alla propria, aggirando la linea del nemico. D’un tratto, i rivoltosi si trovarono intrappolati tra le due schiere. Spronando il cavallo all’indietro, il generale parò l’affondo di una lancia e trafisse con la spada il petto dell’avversario, protetto da un’armatura inadeguata.
Ritratta la lama, voltò la cavalcatura alla sua destra e colpì il ribelle più vicino, abbattendo anche lui.
Lo scontro non durò a lungo. Gli insorti si diedero alla fuga. Sulle strutture di legno le fiamme, non più alimentate, si affievolirono. Nel cielo a oriente un’alba fumosa rosseggiava come le braci della rivolta fallita.
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