Assassinio a Central Park è il secondo romanzo della serie NYPD Red firmata dal maestro del thriller James Patterson insieme a Marshall Karp. Il libro è stato pubblicato in Italia il 26 novembre 2024, da Longanesi, tradotto da Federica Merati. Una giostra nel cuore di Central Park, un corpo legato a un cavallo di legno e un messaggio inquietante, il serial killer che terrorizza New York colpisce ancora. La NYPD Red, con Zach Jordan e Kylie MacDonald, si immerge in un’indagine tra potere, segreti e terrore senza fine.
“New York ha otto milioni di abitanti. La missione del dipartimento è proteggere e servire ognuno di loro, ma alcuni ricevono una maggiore protezione e un servizio più vantaggioso degli altri. Può sembrare un comportamento antidemocratico, ma gestire una città è come gestire un’azienda: ti dedichi con più solerzia ai clienti migliori. Nel nostro caso, si tratta di gente che genera entrate e attira i turisti. In poche parole, i ricchi e i famosi. Se uno di loro è vittima di un crimine, riceve tutta la nostra attenzione. E credetemi, queste persone sono abituate a ricevere moltissima attenzione. “
Trama del libro Assassinio a Central Park
Se il buongiorno si vede dal mattino, allora quello di Zach Jordan e Kylie MacDonald è stato un risveglio che non dimenticheranno tanto presto. New York si svegliava, pigra, con i suoi primi rumori che si mescolavano alla musica di un carillon. Ma lì, nel cuore di Central Park, una giostra continuava a girare. I cavalli di legno sembravano fissare il vuoto con i loro occhi dipinti, mentre un corpo, avvolto in una tuta anticontaminazione, era legato al dorso di uno di loro.
La vittima era Evelyn Parker-Steele, nome noto nei corridoi del potere e nei salotti dell’élite cittadina, appartiene a una famiglia molto potente. Scomparsa da giorni, ora giaceva lì, brutalmente torturata, un messaggio muto e inquietante lasciato dall’assassino. La scena era macabra, quasi teatrale, come se il killer avesse voluto allestire uno spettacolo per spettatori invisibili. E lo schema di ferite sul suo corpo parlava chiaro: era la quarta vittima di un serial killer che stava trasformando New York in un palcoscenico del terrore.
Quando la NYPD Red arriva sulla scena, la città trattiene il fiato. Loro sono la squadra d’élite, i custodi dei crimini che fanno tremare i potenti e riempiono le prime pagine. E Zach Jordan, il miglior detective del gruppo, è quello che non si ferma mai, che mette tutto sé stesso in ogni caso, anche quando i suoi demoni personali bussano alla porta. Perché accanto a lui c’è Kylie MacDonald, la sua partner, la donna che una volta gli aveva spezzato il cuore e che ora, forse, nasconde qualcosa. Un segreto che potrebbe costare caro, a entrambi.
L’indagine si fa serrata, ogni indizio è un pezzo di un puzzle che nessuno vuole vedere completato. Il tempo stringe, la pressione cresce, e le ombre si allungano su un caso che non è solo un gioco perverso di un assassino, ma anche una partita pericolosa dove politica e potere intrecciano i loro fili. In mezzo a tutto questo, Zach e Kylie devono trovare una verità che sembra sfuggire, sempre un passo avanti. E intanto la giostra continua a girare, in un lento, inquietante cerchio che sembra non voler finire mai.
La serie NYPD Red di James Patterson e Marshall Karp
La serie NYPD Red, scritta da James Patterson in collaborazione con Marshall Karp, è un’entusiasmante saga poliziesca ambientata a New York, che combina azione, mistero e intrighi con uno stile avvincente e cinematografico. La storia ruota attorno a una divisione d’élite del Dipartimento di Polizia di New York, denominata appunto “NYPD Red”, incaricata di proteggere l’élite della città: celebrità, politici e figure potenti che richiedono una sorveglianza speciale.
1 – 2012 – NYPD Red – New York. Allarme rosso (con Marshall Karp)
2 – 2014 – NYPD Red 2 – Assassinio a Central Park (con Marshall Karp)
3 – 2015 – NYPD Red 3 (con Marshall Karp)
4 – 2016 – NYPD Red 4 (con Marshall Karp)
5 – 2018 – Red Alert
6 – 2020 – NYPD Red
7 – 2022 – NYPD Red 7: The Murder Sorority
Incipit del libro Assassinio a Central Park
PROLOGO
GIDEON E DAVE1
31 ottobre 2001«Eri serio quando parlavi di Hitler?» chiese Dave, cospargendo di liquido infiammabile i jeans e il maglione di Meredith.
«Vacci piano con quella roba, piromane!» esclamò Gideon. «Dobbiamo solo dare fuoco ai suoi vestiti, mica bruciare la casa.»
«Ho cercato di fermarla» disse Dave, gettando il reggiseno e le mutandine in cima al mucchio con la disinvoltura di un adolescente che si sbarazza della biancheria intima della sorella maggiore. Per lui erano soltanto stracci da bruciare. Ma per Gideon quel reggiseno di pizzo nero e il sottile perizoma abbinato erano carburante per le sue fantasie di sedicenne.
Meredith aveva ventun anni e andava al college: capelli rossi, occhi verdi, pelle bianca come porcellana. Per quanto la riguardava, Gideon era solo un altro degli amici nerd di suo fratello minore. Non aveva idea di quanto lontano lo avesse spinto la sua immaginazione.
Dave aggiunse qualche altra generosa spruzzata di accelerante al mucchio di vestiti. «L’hai visto anche tu» disse all’amico, in cerca di rassicurazioni. «Ho cercato di fermarla!»
«Tenti sempre di impedire a tua sorella di fare cose stupide» ribatté Gideon. «Ma lei ha cinque anni più di te ed è cinquanta volte più testarda. Sta’ indietro.»
Dave si allontanò dal vecchio barbecue Weber tutto arrugginito.
«E comunque sì, ero serissimo quando parlavo di Hitler» proseguì Gideon, accendendo un fiammifero e gettandolo sul maglione a brandelli di Meredith. Mentre le fiamme blu-arancio si sprigionavano nell’aria, si concesse di rivivere ciò che era accaduto quella sera…
Era la serata della festa di Halloween organizzata dai Salvi sulla spiaggia e Dave ce la mise tutta per convincere Meredith a non andarci. «Cos’è che ti ispira tanto?» le chiese. «Le vongole, i cannoli, o la semplice idea di uscire con un gruppo di mangiaspaghetti ubriachi?»
«No, David» rispose lei, che lo chiamava sempre per nome quando faceva la voce grossa. «Ci vado perché c’è una band da urlo e fuochi d’artificio come se fosse il Capodanno cinese e perché ho il cervello fritto dopo essere rimasta incollata per quattro ore a un libro di macroeconomia. Perché non venite anche tu e Gideon?»
«A una festa di mafiosi?» ribatté Dave. «No. Sai quanto papà odiava i Salvi.»
«Tutti li odiano, ma ci vanno lo stesso. E che importa se sono mafiosi? La birra è gratis e stai sicuro che non ti controlleranno la carta d’identità.» Meredith aprì la porta d’ingresso. «A che ora stacca la mamma dal lavoro?»
«Il bar sarà pieno stasera. Non tornerà a casa prima delle tre.»
«Bene, allora rientrerò per le due e cinquantanove.» Soffiò un bacio a entrambi i ragazzi e se ne andò ridendo.
Due ore dopo era di ritorno con i jeans e il maglione strappati, la faccia sporca di sangue rappreso e i capelli impiastrati di sabbia bagnata.
«Enzo» disse, trattenendo a stento le lacrime. «Enzo Salvi.»
«Ti ha picchiata?» domandò Dave.
Lei lo abbracciò e singhiozzò contro il suo petto. «Peggio.»
«Non fare la doccia» intervenne Gideon. «La polizia ha il kit stupro.»
«Niente polizia» replicò lei, staccandosi dal fratello. Chiuse la porta del bagno e passò i successivi trenta minuti sotto il getto dell’acqua, cercando di lavare via lo sporco, l’odore e la vergogna.
Poi li raggiunse in cucina con indosso una felpa grigia e un berretto da baseball dei Mets che le nascondeva metà del viso.
«Ti abbiamo preparato la cioccolata calda» disse Dave.
«Vuoi dei marshmallow?» chiese Gideon, che teneva in mano un sacchetto di mini Jet-Puffed.
«Non è proprio una serata da marshmallow» ribatté Meredith, versando metà della cioccolata nel lavandino. Prese una bottiglia di whiskey irlandese Jameson dal mobile della cucina e rabboccò la tazza. «Sono seria. Niente poliziotti» ribadì. «E di certo non puoi dirlo alla mamma.»
Dave scosse la testa. «Non credi che la mamma dovrebbe…»
«No!» urlò lei. «No, no, no!» Quando le lacrime ripresero a rigarle le guance, si asciugò il viso con la manica. «Ha detto che se glielo dico…» Cercò la forza nella cioccolata. «Ha detto che se glielo dico… lei sarà la prossima.»
Dopo altri due bicchieri di whiskey, Meredith era pronta per andare a letto. «Grazie, non so cosa avrei fatto senza di voi.» Abbracciò entrambi i ragazzi e diede a ciascuno un tenero bacio sulla guancia. Un bacio da fratello minore. Non quello che Gideon sognava da anni.
«Un ultimo favore» disse, gettando i suoi vestiti sul pavimento. «Bruciateli!»
I jeans elasticizzati ardevano lentamente. «Vorrei che ci fossero le palle di Enzo Salvi lì dentro» sbottò Dave, finendo la sua terza birra mentre le fiamme risalivano il cavallo dei pantaloni.
Per più di un anno, Hitler era stato l’argomento preferito di Gideon. «Pensi che Hitler fosse un bravo ragazzo, quando frequentava il liceo?» chiedeva all’amico. «No, era malvagio, un pazzo furioso» diceva senza aspettare la risposta. «E peggiorava giorno dopo giorno. Non credi che il mondo sarebbe stato un posto migliore, se qualcuno lo avesse fatto fuori quando era ancora giovane? Perché Howard Beach sarebbe di sicuro un posto migliore, se qualcuno uccidesse Enzo Salvi.»
La risposta di Dave era sempre la stessa. «Sei matto.» Ma quella sera, mentre guardava i vestiti di sua sorella trasformarsi in cenere, quell’idea non gli sembrava più così folle.
«È colpa mia» farfugliò. «Sono in ritardo di tre rate.»
«Stronzate» replicò Gideon. «Nessuno stupra la sorella di qualcuno per sessanta dollari. Enzo Salvi è uno psicopatico.»
Dave stappò un’altra bottiglia di Bud Light e finalmente si decise a porre la domanda che Gideon si aspettava di sentire.
«Come potremmo farlo?»
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