Questa sera mentre leggevo qualche blog amico ho trovato quest’articolo che voglio condividere con voi, l’ho trovato nel blog che seguo spesso “Amici di Chicca“.
Lawrence Anthony, noto per essere l’autore del libro “The Elephant Whisperer” (“L’uomo che sussurrava agli elefanti”) è morto lo scorso marzo all’età di 61 anni.
Nel 1999 aveva salvato e riabilitato un gruppo di elefanti selvatici del Sud Africa che erano stati considerati pericolosi per l’uomo.
Anthony Lawrence aveva comprato insieme alla moglie Françoise una immensa riserva di caccia in Sudafrica con l’idea di fondare un grande parco naturale. Un giorno Lawrence ricevette una telefonata che gli cambiò la vita: gli offrono di adottare un branco di elefanti ‘pericolosi’.
Secondo quanto raccontato dalla famiglia dell’uomo, gli elefanti si sarebbero dimostrati in grado di ricordare quanto egli avesse fatto per loro, ed avrebbero trascorso un periodo di due giorni di fronte alla casa di Anthony, prendendo parte alla sua veglia funebre.
Anthony, che visse tra Zimbabwe, Zambia e Malawi, era noto per la sua capacità di comunicare con gli elefanti, riuscendo a calmare quegli esemplari che avessero subito dei traumi. Nel suo libro raccontò la propria storia di salvataggio degli elefanti sudafricani, sotto richiesta di una associazione animalista. Anthony riuscì a comprendere come l’unico modo per salvare quegli elefanti, considerati violenti ed indomabili, fosse vivere al loro fianco notte e giorno, per poter apprendere i loro comportamenti e comunicare con loro.
Quando l’uomo fu colpito da un infarto che gli fu fatale, gli elefanti, che si trovavano a numerose miglia di distanza dalla sua abitazione, sparsi in diversi punti del parco che li ospitava, viaggiarono per oltre 12 ore al fine di raggiungere il luogo in cui si trovava il loro salvatore.
Secondo quanto dichiarato dal figlio di Anthony, Jason, entrambi i gruppi di elefanti di cui si era occupato arrivarono poco dopo la morte dell’uomo. Gli elefanti non raggiungevano il villaggio in cui egli viveva da un anno e mezzo, e ciò aveva lasciato supporre ai famigliari che essi avessero in qualche modo percepito quanto era accaduto.
E’ difficile spiegare in che modo essi abbiano avvertito che la vita di Anthony era in pericolo, ma pare che proprio gli elefanti siano tra quegli animali in grado di provare dolore per la scomparsa di un membro del loro branco, che verrebbe, in un certo senso, compianto per giorni. Secondo gli esperti, gli elefanti sarebbero in grado di provare dolore per la morte di un loro famigliare, proprio come facciamo noi.
Molti dei nostri compagni non umani piangono la perdita dei loro amici umani. La maggior parte di loro rimangono leali a lungo ed a volte scelgono di fermarsi sul luogo dove è sepolto il loro amico umano per mesi, anni, per sempre.
Il lutto per i defunti mostra chiaramente che gli animali sono socialmente consapevoli di ciò che sta accadendo nel loro mondo e che sentono emozioni profonde quando gli amici o i parenti muoiono. Hanno le capacità cognitive ed emotive di addolorarsi.
Fonte: http://www.greenme.it
3 commenti
Gli animali hanno una grande sensibilità.
Salutoni a presto.
E’ oltremodo commovente questo racconto. Anche perché non conosciamo gli elefanti, sono così lontani dal nostro mondo ed intuire che dispongono di una sensibilità eccezionale, ecco, mi commuove.
Come ben sappiamo gli elefanti non dimenticano!