La casa degli spiriti è il primo, e per alcuni il migliore, romanzo di Isabel Allende, scritto nel 1982. Una saga familiare dove l’amore, la magia, il mistero, i sogni si intrecciano alle violenze e agli orrori della guerra cilena che portò alla ascesa di Pinochet.
Il destino della famiglia Del Valle-Trueba è indissolubilmente legato al destino di un’intera nazione distrutta dalle ingiustizie sociali e privata della sua stessa identità.
Questo libro è considerato come il terzo volume di un’ideale trilogia formata da altri due romanzi scritti però successivamente: La figlia della fortuna e Ritratto in seppia.
“… la memoria è fragile e il corso di una vita è molto breve e tutto avviene così in fretta, che non riusciamo a vedere il rapporto tra gli eventi, non possiamo misurare le conseguenze delle azioni, crediamo nella finzione del tempo, nel presente, nel passato, nel futuro, ma può anche darsi che tutto succeda simultaneamente, come dicevano le tre sorelle Mora, che erano capaci di vedere nello spazio gli spiriti di ogni epoca. Per questo mia nonna Clara scriveva nei suoi quaderni, per vedere le cose nella loro dimensione reale e per schernire la cattiva memoria.”
Una saga familiare, che ricorda Gabriel Garcia Marquez, narra la storia di una famiglia cilena dai primi del ‘900 sino alla dittatura degli anni ’70. Ricchi possessori di latifondi, poveri operai e contadini, dissidenti e sostenitori del Presidente Allende, destra e sinistra, amore e odio, si avvicendano in questa opera.
Il possedimento delle “Tre Marie” diventa il set dove si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, che trascorre una vita avvolta nei ricordi; Fèrula, sorella di Esteban, che dedica la sua vita agli altri; Blanca, figlia di Esteban e Clara, caratterizzata da una forte passione per la giustizia, si innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, che dovrà invece affrontare la dittatura, mentre Esteban, conservatore, ambizioso e violento, scoprirà, proprio a causa di tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
“Così come quando si viene al mondo, morendo abbiamo paura dell’ignoto. Ma la paura è qualcosa d’interiore che non ha nulla a che vedere con la realtà. Morire è come nascere: solo un cambiamento – aveva detto Clara.”
Esteban Trueba si innamora della bellissima e ricca Rosa del Valle e per lei conquista lo splendido possedimento delle Tre Marie per chiederla in sposa, ma la donna purtroppo viene accidentalmente uccisa dagli avversari del padre. Inizia per Esteban un cammino fatto di odio, mutismo, rivalsa, che lo porta persino a violentare le figlie dei suoi contadini e a sposare la sorella dell’amata, la mite e dolcissima Clara che porta con sé un mondo fantastico, costituito da riti, credenze e magie.
La nascita di Blanca, una bimba ribelle, porta la confusione alle Tre Marie e con l’andare degli anni comporterà conflitti e lotte di classe. Nel frattempo la dittatura avanza con la sua brutalità e con la ferocia che tutto sopprime. Blanca e il suo amato ribelle Pedro sono in pericolo di vita, mentre Esteban decide di schierarsi con la destra estremista. La politica e l’amore si contrastano in La casa degli spiriti e Esteban è costretto a prendere una decisione e a decidere cosa davvero conta nella sua vita. Clara e i fantasmi del passato lo aiuteranno a prendere la strada giusta.
“I poteri mentali di Clara non davano fastidio a nessuno e non causavano grandi disordini; si manifestavano quasi sempre in fatti di poca importanza e nella stretta intimità della casa. Certe volte, all’ora dei pasti, quando erano tutti riuniti nella grande sala da pranzo della casa seduti secondo uno stretto ordine di dignità e di gerarchia, la saliera cominciava a vibrare e subito si spostava sulla tavola tra bicchieri e piatti, senza l’intervento di alcuna fonte di energia conosciuta né di alcun trucco da illusionista. Nivea dava una tirata alle trecce di Clara e con quel sistema otteneva che sua figlia abbandonasse la sua distrazione lunatica e restituisse la normalità alla saliera, che di colpo recuperava la sua immobilità”
Questo romanzo è un esempio di roman à clef, che si occupa di descrivere eventi effettivamente accaduti nella storia, celandoli dietro una facciata di finzione: esiste uno sfondo, geografico ma soprattutto storico, ben definito, chiaro e preciso, dinanzi al quale si sviluppano gli eventi della fabula nell’ordine dell’intreccio. Se si crede che ogni evento della fabula corrisponda ad un evento della storia reale, allora è possibile far corrispondere a quei personaggi del romanzo rimasti innominati, vale a dire il Poeta e il Presidente, figure che ricordano rispettivamente Pablo Neruda e Salvador Allende. Notevole è inoltre nel libro la presenza di elementi di realismo soprannaturale, come gli spiriti, da cui il titolo.
“Mi sarà molto difficile vendicare tutti quelli che devono essere vendicati, perché la mia vendetta sarebbe solo l’altra parte dello stesso rito inesorabile. Voglio limitarmi a pensare che il mio mestiere è la vita e che la mia missione non è protrarre l’odio, bensì unicamente riempire queste pagine mentre aspetto il ritorno di Miguel, mentre sotterro mio nonno che ora riposa vicino a me in questa stanza, mentre attendo che arrivino tempi migliori, tenendo in gestazione la creatura che ho nel ventre. figlia di tante violenze, o forse figlia di Miguel, ma soprattutto figlia mia.”
Con La casa degli spiriti Isabel Allende si è affermata come una delle più importanti voci della letteratura sudamericana. Il libro è una mescolanza tra realtà e fantasia, tra esoterismo e razionalità; la materialità di alcuni personaggi principali, come Esteban Trueba, si scontra con la chiaroveggenza di Clara Del Valle, immersa in un mondo parallelo di figure luminose, di mutismi, di spiriti e visioni.
Clara emana una luce che va al di là dell’umana comprensione, questa luce si estende anche fuori dalla carta, la quale rappresenta solamente un veicolo tra questa storia fantastica e il lettore, tra il mondo reale e la casa degli spiriti. Le donne sono le protagoniste indiscusse di questo romanzo. Sono donne forti, passionali e coraggiose. Donne che dalla loro apparente fragilità, hanno tratto l’energia per non soccombere e spesso per vincere.
Quattro generazioni a confronto. Isabel Allende con una scrittura intensa e ricca mi ha incantata, diventando una delle mie scrittrici preferite, la sue descrizioni non sono mai noiose, ma pura poesia.
Incipit del libro “La casa degli spiriti”
Barrabás arrivò in famiglia per via mare, annotò la piccola Clara con la sua delicata calligrafia. Già allora aveva l’abitudine di scrivere le cose importanti e più tardi, quando rimase muta, scriveva anche le banalità, senza sospettare che, cinquant’anni dopo, i suoi quaderni mi sarebbero serviti per riscattare la memoria del passato, e per sopravvivere al mio stesso terrore. Il giorno in cui arrivò Barrabás era Giovedì Santo. Stava in una gabbia lercia, coperto dei suoi stessi escrementi e della sua stessa orina, con uno sguardo smarrito di prigioniero miserabile e indifeso, ma
già si intuiva – dal portamento regale della sua testa e dalla dimensione del suo scheletro – il gigante leggendario che sarebbe diventato. Era quello un giorno noioso e autunnale, che in nulla faceva presagire gli eventi che la bimba scrisse perché fossero ricordati e che accaddero durante la messa delle dodici, nella parrocchia di San Sebastián, alla quale assistette con tutta la famiglia. In segno di lutto, i santi erano coperti di drappi viola, che le beghine toglievano ogni anno dalla polvere dell’armadio della sacrestia, e, sotto i lenzuoli funebri, la corte celeste sembrava un cumulo di mobili in attesa del trasloco, senza che le candele, l’incenso o i gemiti dell’organo potessero opporsi a questo pietoso effetto. Minacciose masse scure si ergevano al posto dei santi a grandezza naturale, con le loro facce tutte identiche dall’espressione raffreddata, le loro elaborate parrucche di capelli di morto, i loro rubini, le loro perle, i loro smeraldi di vetro colorato e i loro abiti da nobili fiorentini. L’unico favorito dal lutto era il patrono della chiesa, San Sebastiano, perché nella settimana santa veniva risparmiato ai fedeli lo spettacolo del suo corpo contorto in una posizione indecente, trafitto da mezza dozzina di frecce, grondante sangue e lacrime, come un omosessuale sofferente, le cui piaghe, miracolosamente fresche grazie al pennello di padre Restrepo, facevano tremare di ribrezzo Clara.
Ispirato al romanzo il film La casa degli spiriti (The House of the Spirits) del 1999 diretto da Bille August, Con Glenn Close, Winona Ryder, Jeremy Irons, Antonio Banderas, Meryl Streep.
1 commento
Un libro bellissimo,commovente e profondo. Leggerlo è stata un'esperienza intensa.
Il film per quanto bello non eguaglia in alcun modo il romanzo, nel film purtroppo molti particolari sono stati omessi e il ruolo che viene dato ad alcuni personaggi nel film non corrisponde a quello che rivestono nella storia originale.