Mansfield Park è un romanzo della celebre scrittrice britannica Jane Austen. Scritto fra il 1812 e il 1814, venne pubblicato per la prima volta nel 1814. È stato definito come il lavoro più oscuro e disturbato della scrittrice.
“Il fasto della casa la sbalordiva, ma non riusciva a consolarla. Le stanze erano troppo grandi perché vi si potesse muovere con disinvoltura; temeva di rompere qualsiasi cosa toccasse e si aggirava quasi furtivamente, nel costante terrore di una cosa o di un’altra, rifugiandosi spesso a piangere nella sua camera.»
Fanny Price è diversa da tutte le altre eroine di Jane Austen: non ha il senso dell’umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, e nemmeno la consapevolezza di Elinor Dashwood o l’irruenza di sua sorella Marianne. Fanny è tutta buon senso, umiltà, riservatezza e vulnerabilità. È il personaggio più passivo del romanzo, eppure, dal punto di vista dell’azione morale, Fanny è la più attiva perché è l’unica che riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva fin dal principio. Nella sua immobilità, è un personaggio chiave, simbolo di quel mondo di pacata quiete e solidi valori che era l’Inghilterra rurale del primo Settecento, contrapposto alla frenesia e dinamicità di una Londra ormai alle soglie della Rivoluzione industriale, che trova espressione in altri due protagonisti, Henry e Mary Crawford, tutti movimento, prontezza di spirito e intelligenza ironica.
La Austen, con sottile perfidia, sembra mettere in guardia da qualità che, pur innocenti, possono divenire armi pericolose nelle abili mani di personaggi corrotti e superficiali. E disegna il ritratto di un’eroina positiva non per abbondanza, ma per difetto di qualità mondane: un’eroina che fa dell’immobilità la propria forza, e vince non facendo nulla.
Il mondo descritto da Jane Austen non varca mai i limiti della vita e degli ambienti da lei direttamente conosciuti, non si avventura nel fantastico o nell’ignoto. Eppure, il suo fine tocco ironico, la sua prosa elegante e fredda, la sottigliezza con cui analizza e descrive i conflitti tra esigenze psicologiche e morali conferiscono alla sua narrativa una non comune complessità e collocano l’autrice tra i più grandi nomi del romanzo inglese.
Circa trent’anni or sono, Miss Maria Ward, di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di attrarre Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere così elevata al rango di moglie di un baronetto, con tutti gli agi e le prerogative di una bella casa e di una rendita cospicua.
Tutta Huntingdon si dichiarò stupita dalla grandezza del matrimonio, e lo zio, l’avvocato, anche lui ammise che le mancavano almeno tremila sterline per poter legittimamente aspirare a tanto.
Miss Maria aveva due sorelle che avrebbero tratto beneficio dal suo innalzamento di rango, e quelli tra i conoscenti che ritenevano Miss Ward e Miss Frances belle quanto Miss Maria, non esitarono a pronosticare che i loro matrimoni sarebbero stati quasi altrettanto vantaggiosi. Ma sicuramente al mondo gli uomini di larghi mezzi non sono tanti quante sono le donne graziose che li meriterebbero. Miss Ward, dopo una mezza dozzina di anni, si trovò costretta a unirsi al reverendo Mr. Norris, un amico del cognato, con quasi nulla di suo, e a Miss Frances andò ancora peggio. A dire il vero, il matrimonio di Miss Ward, quando si venne al dunque, non si rivelò disprezzabile, dato che Sir Thomas fu fortunatamente in grado di fornire all’amico un’entrata nel beneficio ecclesiastico di Mansfield, e Mr. e Mrs. Norris iniziarono il loro cammino di felicità coniugale con poco meno di mille sterline l’anno. Miss Frances invece si sposò, come si suol dire, per far dispetto alla famiglia, e unendosi a un tenente della polizia militare della Marina, senza né istruzione, né soldi, né conoscenze, lo fece davvero fino in fondo. A malapena avrebbe potuto fare una scelta più sconveniente.
Consiglio la traduzione di Giuseppe Ierolli, disponibile in ebook (formato PDF), oppure in formato cartaceo, nell’edizione per il bicentenario realizzata dalla Jane Austen Society of Italy (JASIT) che trovare nel link sotto:
http://www.jausten.it/jarcmp.html
Tra le trasposizioni cinematografiche degne di nota ricordiamo il film del 1999 di Patricia Rozema, con Frances O’Connor, Embeth Davidtz, Jonny Lee Miller, Harold Pinter, Alessandro Nivola.
Nel complesso il film rispecchia fedelmente l’evoluzione dei personaggi principale e la successione temporale del romanzo, ma per altri versi ne è un libero adattamento.
Nel 2007 è stata prodotta una serie Inglese con con Billie Piper e Blake Ritson nelle parti di Fanny Price ed Edmund Bertram.