Fuga dal Natale è un libro di John Grisham, pubblicato nel 2001, che fa scoprire questo scrittore giallista come geniale autore di questa commedia umoristica, si rivela ironico e divertente, con una buona dose di “crudeltà” e disincantato osservatore di una tradizione di cui ormai non possiamo fare a meno.
Tra pochi giorni sarà Natale, la festa più bella (e costosa) dell’anno, con le luci, il pupazzo Frosty sul tetto, il tacchino, i dolci, le donazioni ai boy-scout, alla polizia, ai pompieri e se invece …
“Il vecchio messicano che vendeva sigari stava appendendo allegramente luci colorate nella sua vetrina, con la pipa a un angolo della bocca e il fumo che si disperdeva alle sue spalle. La neve artificiale era già stata spruzzata sull’albero finto.
C’erano presagi di neve vera in serata. La gente si affrettava dentro e fuori i negozi per gli acquisti.”
Solo l’anno prima la famiglia Krank aveva speso 6100 dollari per preparare il Natale! 6100 dollari per le decorazioni, le luci, i fiori, il pupazzo Frosty sul tetto; 6100 dollari in tacchino, dolci, vini, liquori e sigari; 6100 dollari per i calendari, per l’Associazione della polizia, per la colletta dei pompieri!
E quando papa e mamma Krank si trovano all’aeroporto per salutare, pochi giorni prima di Natale, la figlia Blair in partenza per una missione umanitaria in Perii, un pensiero un po’ folle si insinua in loro, ma poi via via più concreto: che senso ha trascorrere il Natale senza Blair? E se lo saltassero? E se risparmiassero quei maledetti 6100 dollari?
E se, in definitiva, utilizzassero quel denaro per la crociera ai Caraibi che da anni si sono sempre negati? Il grande piano è messo subito in atto: niente albero, niente party, niente regali, niente beneficenza…
Ma fuggire dal Natale non è così facile. E la festa più amata e più odiata, con la sua potenza consumistica e il suo ingombrante moralismo, sta per prendersi la più esilarante e sferzante rivincita sui poveri Krank…
“Quindi fu la volta di Jingle Bells, in un’interpretazione vivace e fragorosa, ispirata senza dubbio dall’eccitazione che si era creata. La direttrice del coro invitò i vicini a partecipare, cosa che essi fecero con slancio, e quando attaccarono Silent Night il gruppo aveva ormai raggiunto la trentina di persone. I coristi erano abbastanza intonati; i vicini non se ne davano pensiero. Cantavano a squarciagola perché il vecchio Luther là dentro si contorcesse.
Dopo venti minuti i suoi nervi cedettero e Nora andò a mettersi sotto la doccia. Luther fingeva di leggere una rivista in poltrona, ma ogni canzone risuonava più forte di quella precedente. Il sangue gli salì alle orecchie e imprecò sottovoce. L’ultima volta che spiò fuori vide gente sparpagliata sull’intero prato, tutti a sorridere e a strillare in direzione di casa sua.
Quando attaccarono Frosty the Snowman, andò al suo studio nel seminterrato e prese il cognac.”
John Grisham contro il consumismo. La più originale parabola sul Natale di tutti i tempi. Luther e Nora Krank sono un’affiatata coppia di mezza età, abituata a vivere secondo le tradizioni. Quando però la loro unica figlia decide di partire come volontaria per il Sudamerica, i due decidono concordemente di rinunciare per una volta ai costosi e inutili festeggiamenti di Natale e di andare finalmente a farsi una bella crociera ai Caraibi. Ma le cose non sono affatto semplici come sembrano, il Natale infatti è un tiranno crudele e i poveri Krank, presi di mira da tutta una comunità che non accetta deroghe alla norma, dovranno rivedere i loro piani.
Un romanzo grottesco e divertente che non rinuncia a far riflettere sui vizi della società moderna.
Un divertimento prettamente natalizio, da leggere sotto l’albero tra una cena e l’altra, per ironizzare sul natale consumistico, sulle tradizioni eccessive e farsi qualche risata con il protagonista che ricorda un po’ il Grinch. Ma veramente in USA la gente non ha nulla di meglio da pensare alle decorazioni del vicino?
L’uscita era affollata di viaggiatori stanchi, per lo più in piedi e accalcati lungo le pareti perché da tempo, ormai, gli scarsi sedili di plastica erano stati occupati. Almeno un’ottantina di passeggeri arrivavano e partivano su ogni aereo, eppure c’era da sedere solo per poche decine.
Sembravano mille le persone in attesa del volo delle diciannove per Miami. Erano infagottati e carichi, e dopo essersi districati nel traffico, al check-in e nell’assembramento dell’atrio apparivano tutti un po’ spenti. Era il martedì prima del Ringraziamento, il giorno più caotico dell’anno per i viaggi in aereo e, mentre sgomitavano e venivano compressi in un nodo ancora più stretto a ridosso dell’uscita, molti si chiedevano, non per a prima volta, perché mai avessero scelto quella data per volare.
Le ragioni erano svariate e in quel momento irrilevanti. Qualcuno cercava di sorridere. Qualcuno cercava di leggere, ma in quella ressa e in quel baccano non era facile. Altri guardavano il pavimento e aspettavano. Poco distante, uno smilzo Babbo Natale dalla pelle nera suonava un’irritante campanella dispensando auguri per le feste.
La famigliola che arrivò in quei momento, vista la moltitudine di gente davanti all’uscita a cui era stata indirizzata, si fermò ad attendere qualche passo più indietro. La ragazza era giovane e molto graziosa. Si chiamava Blair ed era chiaramente in partenza. I suoi genitori no. Tutti e tre osservarono la folla e anche loro, in quel momento, si domandarono in silenzio perché avessero scelto quel giorno per viaggiare.
E’ stato tratto dall’omonimo romanzo il divertente film Fuga dal Natale nel 2004, diretto dal regista Joe Roth. Con Tim Allen, Jamie Lee Curtis, Dan Aykroyd, Erik Per Sullivan, Cheech Marin.
Dopo aver degnamente celebrato il Natale per tutta la loro vita, ora che la figlia Blair è impegnata come volontaria in Perù, per Luther e Nora Krank sembra arrivato il momento di partire soli soletti per una vacanza di sogno. In una serata di tempesta, a Chicago, Luther si trova davanti al seducente scenario riprodotto nel poster di un’agenzia di viaggi e subito immagina se stesso e Nora stesi a cuocersi al sole su una nave da crociera diretta ai Carabi. E se quest’anno si facesse a meno del solito albero, delle luminarie, delle decorazioni, del pranzo e della torta di frutta, in una parola…del Natale?