L’ultimo giurato è un romanzo di John Grisham, pubblicato nel 2004. Una storia è raccontata in prima persona da un giovane giornalista, divenuto proprietario e direttore del giornale locale di un piccolo paese del Mississippi, il caso più importante di cui si occuperà è un omicidio.
“Il nuovo “Times” debuttò il 18 marzo 1970, solo tre settimane dopo la comparsa del nano con le sue carte. Era alto quasi due dita e carico di fotografie come mai era capitato per un settimanale di contea.”
Nel 1970, il “Ford County Times” della cittadina di Clanton, uno dei più vivaci settimanali del Mississippi, fallisce. Grazie a un po’ di fortuna e a una nonna ricca, il giovane reporter del giornale Willie Traynor – tra lo stupore generale – ne diviene il proprietario. Ad aiutare i suoi sforzi nel tentativo di risollevare le sorti della testata giunge inaspettato un clamoroso fatto di cronaca nera: una giovane madre viene brutalmente stuprata e uccisa. La scena è straziante perché la donna, insanguinata e morente, si trascina nel prato di fronte a casa attorniata dai vicini e dai suoi stessi bambini che, attoniti e terrorizzati, assistono ai suoi ultimi istanti. L’assassino è individuato in Danny Padgitt, membro di una spietata famiglia di malavitosi molto temuta nella zona. Tramite il suo giornale, Willie Traynor si lancia in una vera e propria campagna di stampa perché la giustizia trionfi, nonostante le omertà, nonostante le connivenze. E il colpevole – a dispetto degli insulti e delle minacce verso i giurati – viene condannato all’ergastolo. Ma nello Stato del Mississippi ergastolo non sempre significa “per tutta la vita”. Dopo nove anni Danny Padgitt torna in libertà e con la sua scarcerazione una sanguinosa vendetta inizia il suo corso…
“Però pubblicammo, eccome. Il titolo annunciava che Rhoda Kassellaw era stata violentata e uccisa, e che per il delitto era stato arrestato Danny Padgitt. Un titolo che si sarebbe potuto leggere a venti metri di distanza su uno qualunque dei marciapiedi della piazza del tribunale.”
Le recensioni non sono molto positive, forse perché come legal-thriller, c’è abbastanza legal, ma non troppo thriller.
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Nel 1970, dopo decenni di costante, incauta gestione e amorevole trascuratezza, il “Ford County Times” fallì. La proprietaria e editrice, Miss Emma Caudle, aveva novantatré anni ed era assicurata a un letto in una casa di riposo per anziani a Tupelo. Il direttore del settimanale, suo figlio Wilson Caudle, era ultrasettantenne e dai tempi della Prima guerra mondiale aveva una placca nella testa. Gliela copriva un perfetto cerchio di cute scura trapiantata in cima alla lunga fronte spiovente, e per tutta la vita adulta si era portato addosso il nomignolo di Spot. Spot fai questo. Spot fai quello. Spot di qua. Spot di là.
Da giovane preparava servizi sulle riunioni in municipio, le partite di football, le elezioni, i processi, le attività parrocchiali e su ogni sorta di avvenimenti mondani nella Ford County. Era un buon reporter, meticoloso e intuitivo. Evidentemente la ferita alla testa non aveva compromesso le sue capacità. Ma all’indomani della Seconda guerra mondiale pare che la placca si fosse spostata, e da quel momento Mr Caudle smise di scrivere qualsiasi cosa tranne i necrologi. Amava i necrologi. Vi dedicava ore. Compilava paragrafi di prosa ispirata ricostruendo la biografia fosse anche del più umile tra gli abitanti della sua contea. La scomparsa di un cittadino facoltoso o di una personalità locale meritava la prima pagina, con Mr Caudle a fare da coprotagonista. Non mancava mai a una veglia o a un funerale, e non scriveva mai male di nessuno. Alla fine, tutti trovavano la gloria. La Ford County era un gran bel posto dove morire. E Spot un personaggio molto popolare, anche se era matto.
La sola vera crisi nella sua carriera di giornalista ebbe luogo nel 1967, all’epoca in cui il movimento dei diritti civili arrivò finalmente nella Ford County. Il giornale non aveva mai lasciato trasparire il minimo indizio di tolleranza razziale. Sulle sue pagine non apparivano volti dalla pelle scura, se non quelli appartenenti a criminali noti o presunti. Nessun annuncio di nozze tra persone di colore. Nessuna menzione di studenti neri che si fossero in qualche modo distinti, o servizi su squadre di baseball composte da giocatori neri. Ma nel 1967 Mr Caudle fece una scoperta sorprendente. Una bella mattina, tutt’a un tratto, si accorse che nella Ford County c’era gente di colore che moriva, ma che della loro morte non si dava conto nel modo adeguato. Lo attendeva un intero mondo di necrologi, nuovo e fertile, e fu così che Mr Caudle fece vela verso acque ignote e insidiose. Mercoledì 8 marzo 1967, il “Times” fu il primo settimanale del Mississippi a proprietà bianca a pubblicare il necrologio di un nero. Venne in larga misura ignorato.