Con “Il vincitore è solo“ Paulo Coelho torna, nel 2009, ai grandi temi di Undici minuti e lo Zahir offrendoci un romanzo avvincente e ricco di tensione, specchio del mondo in cui viviamo, dove la ricerca del lusso e del successo a tutti i costi spesso impedisce di ascoltare quello che ci sussurra il nostro cuore.
“Igor non ha nessuno con cui parlare: comunque è qualcosa che non gli interessa. Il vincitore è solo.”
Igor Malev ha una sola cosa in mente: la sua ex moglie Ewa. Anche se è un uomo ricco, affascinante e di innato carisma, lei lo ha lasciato per uno stilista di grande successo, una ferita, questa, da cui non è mai riuscito a riprendersi.
Così decide di riconquistarla.
Nella cornice del Festival di Cannes, circondato dal lusso e dagli eccessi della nuova aristocrazia, i vincitori definitivi nella gara edonistica della vita moderna, inizia una battaglia lunga ventiquattro ore.
Perché Igor è un uomo di rara forza e fredda intelligenza, e quella che vuole non sarà una riconciliazione ordinaria, pacifica. Perché ha fatto a se stesso la promessa di distruggere tutto ciò che si interpone tra lui e la sua amata.
E lui mantiene sempre la parola.
Prefazione.
Nei miei libri, un argomento ricorrente riguarda l’importanza di pagare il prezzo dei propri sogni. Ma fino a che punto i nostri sogni possono essere guidati o manipolati? Negli ultimi decenni, la cultura dominante ha privilegiato la fama, il denaro e il potere. E molte persone sono state indotte a credere che questi fossero gli unici valori degni di essere perseguiti: ignoravano che i manipolatori agiscono dietro la scena, in modo anonimo, poiché sanno che il potere più efficace è quello che passa inosservato – finché è troppo tardi, e ci si trova intrappolati. Ebbene, Il vincitore è solo parla proprio di simili trappole.
In questo romanzo, tre dei quattro personaggi principali permettono che i loro sogni vengano manipolati:
Igor, un miliardario russo, il quale reputa accettabile l’omicidio, purché sia giustificato da un buon motivo: per esempio, alleviare la sofferenza umana o determinare il ritorno della persona amata.
Hamid, un magnate nel campo della moda, il quale – dopo aver iniziato con le migliori intenzioni — finisce per essere catturato da quel sistema che stava cercando di usare.
Gabriela, una giovane che – come tantissime persone di quest’epoca – è convinta che la fama costituisca un fine autentico, l’estremo riconoscimento in un mondo che considera la celebrità come una realizzazione suprema di sé.
Questo libro non è un thriller, bensì un affresco desolante della nostra situazione attuale.Paulo Coelho
1 commento
Appassionata da sempre di Coelho sono profondamente delusa e incredula dopo aver letto il libro, non sembra scritto da lui, è uno dei libri più brutti che io abbia mai letto in vita mia.