Se domani farà bel tempo è la terza opera di Luca Bianchini, pubblicata dalla Mondadori nel 2008, genere narrativa.
“Come avrei potuto ricompensarlo? Difficile fare regali agli amici “alla pari”, e mentre lo pensavo mi resi conto che l’amicizia non la puoi proprio incasellare in schemi commerciali. In quel momento a Stéphane avrei davvero regalato il mondo.”
Con questo romanzo, Bianchini ci racconta il jet set di oggi, mettendo in evidenza con ironia e cinismo tutti i tic e le debolezze di un rampollo speciale: bello, dannato e dannatamente sensibile, vittima e carnefice della sua stessa vita.
Si chiama Leonardo, ma per tutti è Leon. Ventisette anni, scuole svizzere, master alla Bocconi, una famiglia importante, una madre pesante, un padre assente, un fratello determinato e una sorellastra che può giocare con le bambole solo di nascosto. Case sparse in posti mai casuali: St. Moritz, Bellagio, Portofino, Ibiza. È un luogo comune, Leon. E il dramma è che lo sa: “Nessuno a Milano è più anni Ottanta di me” dice. Beve come una spugna, tira di coca – che però lui chiama ‘barella’ o ‘Antonella’ -, naturalmente non lavora, conosce l’oltraggio ma non il coraggio, sopravvive nella sua gabbia dorata in compagnia di fumetti, tv e puttane, e ha una ragazza-bene che lo ama da troppo tempo, Anita, e lo lascia nelle prime pagine di questo romanzo. È il primo grande no nella vita di Leon, e lui reagisce a modo suo: illudendosi di poter comprare tutto. Le manda un paio di tacchi di Manolo Blahnik, ma lei non cede. Nel suo disperato tentativo di riconquistarla, si accorge che il primo nemico da combattere è la cocaina, da cui cerca di stare lontano in un personalissimo fai-da-te. E per questo Leon decide istintivamente di trascorrere alcuni giorni nella campagna toscana, ospite della Fattoria del Colle, alla vigilia di quella che si preannuncia una grande vendemmia. Scettico – ma soprattutto viziato – decide di confrontarsi con una realtà di cui non si era mai reso conto: gente che fatica, che dice le cose come le sente, che parla di mosto e tafani e arriva al lavoro con i sacchetti di plastica. Oltre alla misteriosa proprietaria del podere, in campagna Leon incontrerà un cubano rubacuori, una cantiniera ballerina e soprattutto una vignaiola con le lentiggini sul petto, tra salumi di cinta e calici di vino rosso. Basterà a redimersi?
Un libro leggero che racconta una storia moderna, l’unica pecca la pubblicità, da evitare assolutamente, porta il lettore a provare proprio fastidio.