I love mini shopping è il sesto romanzo del ciclo “I love shopping” di Sophie Kinsella, edito da Mondadori e pubblicato nel 2010, con protagonista Rebecca Bloomwood.
“Sono la Madre con la Bambina più Favolosa del Mondo. E insieme faremo faville. Lo so.”
Becky Brandon (nata Bloomwood) era convinta che essere madre fosse una passeggiata, ma naturalmente deve ricredersi. Ora che la piccola Minnie ha due anni è a dir poco un uragano, specie quando entra nei negozi afferrando tutto ciò che vede al grido di “Miiiio!”, e sembra avere già le idee molto chiare in fatto di shopping. Da qualcuno deve avere pur preso… Becky esclude che sua figlia sia una bambina viziata, anche se in realtà non sa come fare con lei. In fondo il mestiere di mamma non si improvvisa e, messa alle strette, deve ammettere che forse ha ragione suo marito Luke: c’è proprio bisogno di una supertata come quelle dei reality televisivi. Non che questo le faccia piacere, anzi. Vorrebbe avere l’ultima parola in fatto di educazione della figlia, e ricevere lezioni di vita da una tata non le va proprio giù. D’altra parte, è un momento un po’ delicato per tutti: Becky e Luke vivono ancora a Oxshott nella casa dei genitori di lei, la convivenza forzata alla lunga pesa e la crisi finanziaria si fa sentire, causando ogni genere di preoccupazione in famiglia. Una cosa è certa: Becky si deve dare una regolata con le spese – a modo suo, però -, e lei è animata dalle migliori intenzioni. Questo comunque non le impedisce di organizzare (molto in economia!) una strepitosa festa a sorpresa per il compleanno di Luke. In effetti le sorprese non mancheranno, soprattutto perché mantenere il segreto non si rivelerà affatto facile…
“«Magari mi hanno rubato l’identità, o forse sono affetta da sonnoshoppismo!» esclamo, colta da un’ispirazione improvvisa. Oddio, certo, assolutamente plausibile. Spiega tutto. Sono una sonnoshoppista e non lo sapevo. Mi pare di vedermi: mi alzo in silenzio dal letto, scendo al pianterreno con lo sguardo vitreo, accendo il computer, digito i dati della carta di credito… Ma allora come mai non ho comprato la favolosa borsa di Net-a-Porter per la quale sbavo da tempo? Forse il mio io sonnoshoppista è privo di gusto? Farei bene a lasciargli un promemoria?”
Non ho mai amato questo ciclo di libri, mi sono fermata alla lettura del secondo romanzo proprio perché ho voluto dare un’altra occasione, ma invano.
Però ho amiche a cui questi libri piacciono e secondo le loro opinioni questo libro è deludente e poteva tranquillamente non esistere, sembra essere esageratamente inverosimile da diventare irritante, quando scarseggiano le idee è meglio fermarsi e non continuare a pubblicare altri libri.
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Okay. Niente panico. Ho la situazione sotto controllo. Sono io, Rebecca Brandon (nata Bloomwood), l’adulta. Non la mia bambina di due anni.
Il problema è che non so bene se lei se ne renda conto.
«Minnie, tesoro, dammi il pony.» Cerco di assumere un tono pacato e deciso, come quello che ha Tata Sue in televisione.
«Poniiii.» Minnie stringe ancora di più il cavallino.
«Niente pony.»
«Mio!» grida isterica. «Miiiio poniiii!»
Accidenti. Ho in mano un milione di sacchetti, il sudore mi cola in faccia e questo vorrei proprio risparmiarmelo.
Filava tutto così liscio. Minnie e io abbiamo fatto il giro del centro commerciale per le ultime commissioni natalizie. Eravamo quasi alla grotta di Babbo Natale, quando mi sono fermata un attimo a guardare la casa delle bambole, al che Minnie ha afferrato un cavallino dallo scaffale e si è rifiutata di rimetterlo a posto. Così adesso sono nel pieno di un estenuante “Pony-gate”.
Una madre in jeans J Brand attillatissimi con figlia vestitaalla-perfezione mi passa davanti lanciando la classica Occhiata Mamma, e io sobbalzo. Da quando c’è Minnie ho imparato che l’Occhiata Mamma è persino più spietata dell’Occhiata Manhattan. Con l’Occhiata Mamma, ti squadrano da capo a piedi per valutare fino all’ultimo penny il costo dei tuoi vestiti. E non solo. Passano in rassegna anche gli abiti di tuo figlio, la marca del passeggino, la borsa dei pannolini, il tipo di merendina e se il pargolo sta sorridendo, urla o ha il moccio al naso.
So che è un bel po’ di roba da cogliere con uno sguardo in un secondo, ma credetemi, le madri sono multitasking.