I contendenti è un legal thriller di John Grisham edito da Mondadori e pubblicato nel 2011. Una storia di piccoli avvocati alle prese con un grande caso giudiziario, e lo fa aggiungendo ai classici e inconfondibili elementi del legal thriller un pizzico di umorismo.
“Perciò Finley & Figg è l’unico posto in cui puoi lavorare?”
“O un altro posto del genere. Lo considererò come un seminario per un anno o due e poi magari aprirò una bottega tutta mia.”
“Perfetto. Un solo giorno di lavoro e stai già pensando di andartene.”
“Non proprio. Quel posto mi piace.”
“Hai perso la ragione.”
“Sì. Non sai quanto è liberatorio.”
Oscar Finley e Wally Figg sono due avvocati di Chicago soci da vent’anni in un piccolo studio legale sempre sull’orlo del fallimento. Litigiosi come una vecchia coppia, cercano di rimediare clienti come possono, perlopiù offrendo la loro consulenza “su misura” in divorzi lampo o alle vittime dei frequenti incidenti d’auto all’incrocio vicino al loro ufficio. I due tirano avanti più o meno dignitosamente nella speranza di fare prima o poi il colpo grosso e di imbattersi in una causa che li renda finalmente ricchi. Il tran tran viene bruscamente stravolto il giorno in cui da loro irrompe David Zinc, giovane e rampante avvocato che fino a poche ore prima lavorava in uno dei più rinomati studi legali della città. Stanco dei ritmi massacranti e deciso a cambiare vita una volta per tutte, David non si è presentato in ufficio, si è preso una sbronza colossale e, per una serie di circostanze fortuite, è arrivato lì, chiedendo di essere assunto. Sembra decisamente un segno del destino perché proprio in quei giorni ai tre si presenta l’opportunità della vita: un caso scottante che riguarda un’importante industria farmaceutica e che può farli diventare finalmente ricchi. A quanto pare fama e soldi sono dietro l’angolo, ma è tutto troppo bello per essere vero e, quasi senza rendersene conto, Oscar, Wally e David si troveranno alle prese con un processo che rischia di stritolarli, dove sono in gioco miliardi di dollari e in cui i più agguerriti avvocati dei migliori studi legali si sfidano in una guerra all’ultimo sangue.
“ogni volta ne è valsa la pena. Sai come si dice: il motivo per cui il divorzio costa così tanti soldi è perché li vale tutti.”
Nonostante il re del legal thriller non sia più quello di una volta resta sempre un maestro nel raccontare questo tipo di storie.
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Finley & Figg si autoproclamava “studio legale boutique”. La poco appropriata definizione veniva inserita con la massima frequenza possibile nelle normali conversazioni e compariva addirittura stampata nelle varie forme di pubblicità studiate dai due soci per attirare clienti.
In tal modo si lasciava intendere che Finley & Figg fosse qualcosa di più del tipico studio da due soldi. Boutique, per suggerire uno studio dalle misure ridotte ma pieno di risorse e specializzato in un settore particolare. Boutique, qualcosa di raffinato e chic, come evocato dalla stessa parola francese. Boutique, per indicare uno studio legale felice di essere piccolo, selettivo e prospero.
Dimensioni a parte, Finley & Figg non era nessuna di queste cose. La sua attività consisteva nel dare la caccia a casi di lesioni personali, un duro lavoro quotidiano che richiedeva poche capacità professionali e scarsa creatività, e nessuno lo avrebbe mai considerato elegante o ricercato. I profitti erano sfuggenti e vaghi quanto il suo status. Lo studio era piccolo perché non poteva permettersi di crescere. Era selettivo solo perché nessuno voleva lavorarci, compresi i due avvocati titolari.
Perfino l’ubicazione suggeriva una monotona sopravvivenza nelle categorie inferiori. Con un centro massaggi vietnamita a sinistra e un riparatore di tosaerba a destra, bastava una semplice occhiata per capire che Finley & Figg non stava prosperando. Sulla stessa strada, esattamente di fronte, c’era un altro studio boutique, odiato rivale, e subito dietro l’angolo c’erano altri avvocati. In effetti il quartiere brulicava di legali; alcuni lavoravano da soli, altri in modesti studi, altri ancora secondo la propria versione personale di boutique.
Lo studio F&F si trovava in Preston Avenue, una strada trafficata lungo la quale si allineavano vecchi villini ristrutturati e utilizzati per ogni sorta di attività. C’erano esercizi di vario tipo: negozi di liquori, lavanderie, centri massaggi, riparatori di tosaerba; studi professionali: avvocati, dentisti; e venditori di specialità gastronomiche: enchiladas, baklava, pizza da asporto. Oscar Finley aveva vinto l’edificio in una causa vent’anni prima. Tutto sommato, ciò che mancava allo studio sotto l’aspetto del prestigio era in parte compensato dalla posizione.