Khalil Gibran è stato un poeta, pittore e filosofo libanese, nacque il 6 Gennaio 1883 in Libano, nella città maronita di Bsharri, nel nord montagnoso del paese.
A causa della condizione precaria della famiglia Gibran non ebbe una educazione formale, anche se fu istruito da alcuni preti sulla Bibbia, la lingua siriaca e quella araba.
Fu in questo periodo che Gibran iniziò a sviluppare le idee che ispirarono i suoi primi lavori (come Il Profeta) Il padre di Gibran, un esattore, fu imprigionato per peculato e le autorità ottomane confiscarono tutti i suoi beni, compresa la casa di famiglia, prima di rilasciarlo nel 1894.
Mentre il padre rimase in Libano, la madre di Gibran, Kamila, decise di trasferirsi con i figli (Khalil, le sorelle Mariana e Sultana, il fratellastro Boutros/Pietro) presso suo fratello, che era già emigrato negli Stati Uniti (a New York): partirono il 25 giugno 1895.
“Non sono né un artista né un poeta.
Ho trascorso i miei giorni scrivendo e dipingendo,ma non sono in sintonia con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube,una nube che si confonde con gli oggetti,ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube,e nella nube è la mia solitudine, la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà, anela di udire qualcunaltro che dica:
Non sei solo in questo mondoma siamo due, insieme,e io so chi sei tu. “
Gibran a New York
Subito dopo l’arrivo a New York, la famiglia si trasferì a Boston, dove allora viveva la seconda comunità siriana più grande d’America, compresi altri parenti; la madre cominciò a lavorare come merciaia ambulante. Dal 30 settembre 1895 Gibran frequentò la sua prima scuola a Boston, dove l’insegnante di inglese lo persuase a cambiare il suo nome completo, Jibran Khalil Jibran, in Kahlil Gibran, con modifica della grafia originaria (Khalil) per adattamento alla pronuncia americana.
Gibran si iscrisse poi ad un istituto d’arte, dove mostrò una particolare inclinazione per il disegno, attirando l’attenzione del fotografo, all’epoca all’avanguardia, Fred Holland Day: già nel 1898 un editore pubblicava alcuni suoi disegni come copertine. Holland Day gli fece conoscere la scrittrice Josephine Peabody, che più tardi avrebbe esercitato su di lui un’influenza benefica e stimolante.
“Ogni volta che un essere umano fa qualcosa di sbagliata, lo facciamo tutti noi: ciò che accade sulla terra è un riflesso delle emozioni di ciascuno dei suoi abitanti. Noi siamo in tutti, e tutti sono in noi. Il poeta e il criminale vivono nel cuore di ciascun uomo”
Il ritorno in Libano
Nel 1899, dietro consiglio della madre, Gibran fece ritorno in Libano, dove si iscrisse al College de la Sagesse, una scuola superiore maronita di Beirut. Qui frequentò anche corsi di letteratura araba e fu attratto dalla letteratura romantica francese, fondò una rivista letteraria studentesca e fu eletto “poeta del collegio”. La vita in comune con il padre, nel frattempo, divenne insostenibile, tanto che Gibran decise di ritornare in America, dopo aver terminato diligentemente gli studi nel 1902.
Rientrato a Boston, apprese della morte di Sultana, appena quattordicenne, per tubercolosi; l’anno successivo fu testimone anche della morte di Boutros, sempre per tubercolosi, e della madre, di tumore. Successivamente Gibran decise di vendere la merceria, aperta dalla madre anni prima, non sentendosi portato per un simile lavoro. Sua sorella Mariana dovette mantenere entrambi lavorando presso una sartoria.
Nel frattempo Gibran venne introdotto in un circolo molto esclusivo di intellettuali, da Josephine Peabody, che divenne sua amante. Li rendeva simili l’indipendenza e la fierezza di carattere. La passione svanì ben presto e nel 1904, in occasione della sua prima mostra, alla galleria di Day, Gibran fece conoscenza con Mary Elizabeth Haskell di cui si innamoro perdutamente dedicandogli moltissime lettere. Ma il suo amore era puramente platonico. Lei era di dieci anni più anziana e ammiratrice delle sue opere. Tramite lei ebbe la possibilità di esporre le sue opere nell’istituto dove la Haskell era preside.
Negli anni che vanno dal 1904 al 1908 collaborò con il giornale al-Muhajir (“L’emigrante”) nella stesura di articoli dedicati agli arabi. Inoltre si intensificava sempre più il legame con la Haskell. Visto l’amore di entrambi per le lettere, nacque una duratura comunanza letteraria che, grazie ai preziosi consigli di natura linguistica di Mary, avrebbe dato a Gibran negli anni futuri la possibilità di scrivere in inglese. Nonostante la loro discrezione pubblica, la loro corrispondenza rivela una forte intimità.
“Mi dicono, svegliandosi: “Tu e il mondo in cui vivi non siete altro che un granello di sabbia sulla spiaggia infinita di un infinito mare”. Rispondo, in sogno: “Sono io il mare infinito, e tutti i mondi non sono che granelli di sabbia sulla mia spiaggia”.
Viaggio a Parigi
La Haskell nell’anno 1908 gli fece dono di un viaggio a Parigi, dandogli la possibilità di studiare arte con Auguste Rodin per due anni. Gibran accettò volentieri ed a Parigi studiò Nietzsche, Voltaire, Rousseau, oltre a pittura presso l’accademia “Julian”, dove conobbe l’artista e amico per la vita Youssef Howayek. Si recò brevemente a Londra con l’amico e scrittore arabo Amin al-Rihani (Ameen Rihani) che ammirava moltissimo. Nell’anno 1909 morì il padre e Gibran, avuta notizia della benedizione in punto di morte del genitore, ne fu confortato.
Ritornato negli Stati Uniti, riprese gli studi d’arte a Boston. In America, dove le sue opere vennero esposte in centinaia di gallerie, trascorse gli ultimi vent’anni di vita, mentre la sua fama superava i confini del continente americano arrivando presto in tutto il mondo.
Gibran morì a New York il 10 aprile 1931 di cirrosi epatica e tubercolosi incipiente a uno dei polmoni. Aveva sempre espresso il desiderio di essere sepolto in Libano, dove la sua salma fu subito trasportata con grandi onori, il desiderio fu realizzato appieno nel 1932, quando la sorella Mariana e Mary Haskell acquistarono il Monastero Mar Sarkis (San Sergio) in Libano.
La corrispondenza tra Gibran e Mary Haskell è archiviata presso la University of North Carolina Library. Una collezione di un centinaio di opere d’arte è conservata al Telfair Museum of Art di Savannah (Georgia).
“Gli alberi sono poemi che la terra scrive nel cielo. Noi li abbattiamo per farne carta su cui scrivere il nostro vuoto.”
Molti degli scritti di Gibran hanno per argomento il cristianesimo, in particolare il tema dell’amore spirituale. La sua opera poetica si distingue per l’uso di un linguaggio formale e per osservazioni sui temi della vita mediante termini spirituali.
Libri di Kahlil Gibran
Il Profeta
Il giardino del Profeta
Le ali spezzate
Il folle
Le tempeste
Sabbia e schiuma
Il Vagabondo
Pensieri e meditazione
La voce del maestro
Lettere d’amore del profeta
Alcuni dei suoi dipinti di Kahlil Gibran
4 commenti
Gibran non può non avere un commento! ma che carino questo blog, una pausa caffè istruttiva in questo caso 🙂
Grazie e benvenuta 😀
Salve, complimenti al blog! volevo sapere se i dipinti di Gibran hanno dei titoli! Perché non riesco a trovare nulla..avete qualche buon sito da fornirmi??
Ciao, grazie per i complimenti, purtroppo non ero riuscita a trovare il titolo, ma puoi provare qui http://www.gibran-academy.com