Tre settimane, un mondo è un libro autobiografico, pubblicato nel 2004, dove i sentimenti di Nicholas Sparks sono espressi in prima persona durante un viaggio intorno al mondo con suo fratello maggiore. Un racconto a due corredato da foto tratte dall’album di famiglia, in cui ritornano lo stile, l’umorismo e l’acuta sensibilità di Sparks.
“Questa, dunque, è una storia di fratelli.
Parla di Micah e di me, nonché della nostra famiglia. È una storia tragica e gioiosa, di speranza e sostegno reciproco, che racconta come noi siamo cambiati e maturati, prendendo strade diverse ma restando sempre uniti, forse più di prima.
Per dirla in un altro modo, è il resoconto di due viaggi: quello che ci ha condotto in luoghi esotici, e quello che, nel corso della vita, ci ha portato a diventare amici per la pelle.”
Quando il dépliant di “un giro del mondo in tre settimane” arriva a casa di Nicholas Sparks, per lui è una giornata di normale frenesia: cinque bambini che reclamano attenzione, cani che abbaiano, il telefono che continua a squillare… La stesura di “Come un uragano” procede a rilento, le energie sono esaurite, ma come fare a lasciare tutto?
Per fortuna il fratello Micah, con la sua esuberanza, convince Nicholas a intraprendere quello che inizia come un itinerario turistico e si trasforma in un percorso nella loro infanzia.
Mentre visitano il Machu Pichu o la Cambogia, dal passato riemergono così vividissime le figure della loro famiglia e i tanti avvenimenti drammatici che l’hanno colpita, ma anche episodi buffi, teneri, commoventi.
Esperienze e sensazioni che poi hanno ispirato i romanzi di Sparks, dalla struggente storia d’amore dei genitori nelle parole che non ti ho detto alla perdita dell’adorata sorella in Un segreto nel cuore…
“Questo libro è nato grazie a un depliant che ricevetti per posta nella primavera del 2002.
Era una giornata tipica in casa Sparks. Avevo trascorso gran parte della mattinata e il primo pomeriggio sul mio romanzo Come un uragano, ma non ero soddisfatto. Non avevo scritto abbastanza né avevo idea di come proseguire l’indomani, perciò non mi sentivo di buonumore quando mi decisi a dare forfait e a spegnere il computer.
Non è facile vivere con uno scrittore, come mi dice sempre mia moglie Cathy, che quel giorno me lo fece di nuovo notare.”
Le recensioni sono positive, accontenta la parte morbosa di noi lettori di sapere qualcosa sulla vita di uno scrittore e cosa ha ispitato i libri che ci hanno emozionato, non delude, anzi riesce perfettamente nel suo compito regalando dolci emozioni come lui sa creare.
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Come molte altre storie, anche quella della mia famiglia comincia da una semplice lezione di vita. Per amore di brevità, la riassumerò in poche parole.
Al principio, noi figli venimmo concepiti. E la lezione di vita – almeno secondo mia madre, che è cattolica – è semplice.
«Ricorda sempre», mi informò un giorno, «che nonostante quello che sostiene la Chiesa, la contraccezione naturale non funziona.» Io, che all’epoca avevo dodici anni, la guardai. «Vuoi dire che noi tre siamo stati un incidente?» «Sì. Tutti quanti, nessuno escluso.» «Però siamo stati incidenti positivi, giusto?» Lei sorrise. «Non potevano capitarmene di migliori.» Nonostante questo, la sua dichiarazione mi dette da pensare.
Da una parte, era evidente che lei non rimpiangeva di averci generato.
Dall’altra, però, il mio ego soffriva all’idea che la mia comparsa potesse essere dipesa da un bicchiere di champagne di troppo. Tuttavia, la notizia servì a chiarirmi le cose, visto che mi ero sempre chiesto perché i miei non avessero aspettato qualche anno ad avere dei figli. Di sicuro allora non erano pronti a diventare genitori, e del resto forse erano troppo giovani persino per sposarsi.
Entrambi i miei genitori sono nati nel 1942, durante la Grande Guerra. Mio padre, Patrick Michael Sparks, era figlio di un ufficiale di carriera, così trascorse l’infanzia passando da una base militare all’altra. Era il maggiore di cinque fratelli, molto intelligente e, dopo essere stato in collegio in Inghilterra, venne ammesso alla Creighton University di Omaha, nel Nebraska.
Fu lì che conobbe mia madre, Jill Emma Marie Thoene.