Svegliarsi e leggere questa notizia mi ha rattristano il cuore: addio Whitney Houston.
“Alla vigilia dei Grammy Awards, il mondo della musica deve dire addio a Whitney Houston. La cantante e attrice americana è morta all’età di 48 anni.”
“Whitney Houston è stata dichiarata morta nel Beverly Hilton hotel», ha detto il portavoce della polizia Mark Rosen. Non sembrano esserci “segni di aggressione”, ma per ora le cause della sua morte sono ancora oggetto di indagine.”
Il corpo senza vita di Whitney Houston è stato ritrovato ieri nella stanza di un hotel a Beverly Hills. La cantante, 48 anni, è morta per annegamento dopo una overdose di droghe.
La sua meravigliosa voce ci ha regalato fortissime emozioni, ha accompagnato la mia adolescenza.
Nata il 9 agosto 1963 nella periferia a Newark, città del New Jersey, Whitney Houston portava dentro di sè il germoglio della musica, la madre Cissy era una cantante di gospel e Whitney era cugina della star pop Dionne Warwick e figlioccia della grande Aretha Fraklin.
L’intensità e profondità della sua voce l’hanno portata nel 1986, all’età di 23 anni, a vincere il Grammy, inizio di una carriera sempre all’apice. Successo anche testimoniato dai sette singoli consecutivi piazzati al primo posto della “Billboard Hot 100”, la classifica dei 100 singoli più venduti e più trasmessi dalle radio negli Stati Uniti, facendo meglio di Diana Ross e dei Beatles. In totale si calcola abbia venduto circa 190 milioni di dischi.
Una popolarità confermata anche sul grande schermo con il film “The Bodyguard”, dove la cantante recitò al fianco di Kevin Kostner, sua sensuale guardia del corpo. La colonna sonora del film “I will always love you” raggiunse le 45 milioni di copie vendute.
Purtroppo la forza della sua voce nulla ha potuto contro i suoi problemi personali: la cantante ha cercato di superare i momenti di depressione, per lo più dovuti al fallimento del suo matrimonio con il cantante Bobby Brown, durato dal 1992 al 2006, facendo uso di cocaina, marijuana e pillole varie.
2 commenti
Com’è triste pensare ad una vita buttata. Una seconda non c’è.
Ho sempre pensato che per reggere la fama, la continua esposizione al pubblico, alle ovazioni ma anche alle critiche talvolta pesanti, ci voglia un temperamento forte e tutto tranne che l’essere soggetti alla depressione.
E invece non è così.
E’ quello che ho pensato anch’io, è triste anche pensare quanta gente soffre, ma spesso questo tipo di sofferenza non viene presa sul serio, quando è l’anima che piange tutto si complica.