Il Circolo Pickwick (The Pickwick Papers, 1836) fu il primo romanzo dello scrittore inglese Charles Dickens. Viene considerato uno dei capolavori della letteratura britannica.
«Davvero felice di conoscervi, e spero che questa conoscenza possa durare a lungo, come disse quel tale a un biglietto da cinque sterline».
Il romanzo fu pubblicato a fascicoli, come molte altre opere dell’epoca, sia di Dickens che di altri autori. La pubblicazione dei fascicoli divenne, secondo Oreste del Buono e altre fonti, una sorta di evento: nelle famiglie, nei cortili, si aspettava che chi ne aveva i mezzi comperasse il fascicolo e lo leggesse a chi non ne aveva la possibilità.
Dickens, con umorismo e sagacia, inventa un ritratto eccentrico e nostalgico di un’Inghilterra di un’epoca umana e cordiale, immagine che verrà capovolta nei successivi romanzi, più drammatici, che rappresenteranno invece tutto il cinismo della società del suo tempo.
«non contenti di avere scritto Pickwick, ci hanno piazzato davanti anche “Mosè”, che è come aggiungere l’ingiuria al torto, come disse quel pappagallo quando non solo lo portarono via dalla sua terra, ma gli insegnarono a parlare in inglese»
Il Circolo Pickwick fu pubblicato in 19 puntate distribuite in 20 mesi; l’ultimo fascicolo fu di doppia lunghezza e costò due scellini. In lutto per sua cognata, Mary Hogarth, Dickens mancò il numero del maggio 1837. I fascicoli venivano solitamente pubblicati alla fine del mese.
“Ormai è fatta e non c’è rimedio, e questa è una consolazione, come dicono sempre in Turchia quando tagliano la testa a un innocente.”
Essendo il primo romanzo dell’autore, Il Circolo Pickwick ebbe una storia alquanto tormentata: i primi due numeri comprendevano quattro illustrazioni di Robert Seymour e da 24 pagine di testo; dopo il suicidio del disegnatore, quest’ultimo fu sostituito da R.W. Buss per il terzo fascicolo e la composizione dei numeri fu cambiata in due illustrazioni e 32 pagine di testo ognuna. Tuttavia, Buss non piacque e fu così sostituito a sua volta da Hablot Knight Browne per il quarto fascicolo; egli continuò a lavorare per l’autore per ben 23 anni. Il libro fu così popolare che molti altri artisti continuarono a creare disegni per esso senza il permesso dell’autore.
– “In questi casi è sempre meglio fare quello che fa la folla”.
– “E se ci sono due folle?”, chiese Mr Snodgrass.
– “Bisogna gridare con la folla più numerosa”, rispose Mr Pickwick.
Pullulanti di personaggi, più d’una sessantina, quasi tutti comici, i Pickwick Papers sono uno dei capolavori dell’umorismo inglese. Mr. Pickwick, l’atticciato vecchio signore calvo e occhialuto, in falde, entra in scena come una caricatura, e via via si muta in uno di quei caratteri verso cui il romanziere si sentiva attratto, un essere fatto di semplicità di cuore e di benevolenza, coi suoi lati deboli — l’alzare talvolta il gomito, il cacciarsi negl’impicci, il divenire preda dei gabbacristiani — che lo rendono più umano e simpatico: alla fine dell’opera il suo cranio calvo e lucido si cinge quasi d’un’aureola di santità, quasiché in lui si sublimasse l’essenza spirituale d’una borghesia proba e pedestre.
Degli altri personaggi, Sam Weller, il servo di Pickwick, è il più vivo, ideale cockney dall’ imperturbabile buonumore e dall’ infallibile buon senso, col frizzo sempre pronto sulle labbra, e il cuore sempre leale verso il suo padrone. Nella coppia Pickwick-Weller il Dickens ripete, sia pure in minor misura, il miracolo di Cervantes, di presentare due caratteri comici che pur trascendono per significato umano i limiti d’una bizzarra eccentricità.
«Come vi chiamate, signore?», domandò il giudice.
«Sam Weller, eccellenza», rispose Sam.
«Si scrive con la “v” o con la “w”?»
«Questo dipende dal gusto e dalla fantasia dello scrivente, eccellenza», rispose Sam. «Io non ho avuto occasione di scriverlo più di due o tre volte in vita mia, ma l’ho sempre scritto con la “v”».
A questo punto una voce dal fondo strillò a tutta forza: «Bravo, Samivel, bravo! Mettete una “v”, eccellenza! Mettete una “v”!».
Ma è tutto un mondo che s’agita in questa fresca creazione giovanile del Dickens, contenente in embrione pressoché interamente la sua opera futura, in una fluidità di contorni, retaggio della tradizione picaresca, che è più affascinante dei predisposti intrecci e dei caratteri costruiti delle opere più mature.
Trama:
L’opera vuole essere un resoconto dei viaggi che il signor Samuel Pickwick, fondatore del circolo Pickwick, compie, assieme agli amici Nathaniel Winkle, Augustus Snodgrass e Tracy Tupman, attraverso l’Inghilterra del primo Ottocento con l’intenzione di descriverne gli abitanti, fra situazioni paradossali e personaggi bizzarri. Ad esempio, fin dall’inizio delle loro avventure vengono notati da Jingle e dal suo domestico Job Trotter, due abili delinquenti che non faticano ad ingannare e a mettere nei guai l’anziano gentiluomo e i suoi compagni.
L’episodio principale del romanzo è tuttavia quello dell’incontro con Mr. Wardle, un gioviale e ricco gentiluomo di origini campagnole, che i viaggiatori incontrano durante una gita e di cui diventano buoni amici; torneranno a trovarlo più volte nel corso del racconto. A Natale partecipano ad una caccia assieme a lui; in quest’occasione Pickwick si arrabbia con Winkle, che pur vantandosi della sua abilità col fucile, fa inavvertitamente, senza cattive intenzioni, partire un colpo verso un compagno di caccia (l’episodio si conclude senza gravi complicazioni). Durante tutte queste visite nascono anche degli amori: Snodgrass si innamora della figlia di Wardle, Emily, Winkle si invaghisce di Arabella, un’amica di Emily, e Tupman dalla sorella di lui, di nome Rachel. Tuttavia, Jingle decide di sposare Rachel e fugge con lei; Pickwick e Wardle scoprono il loro nascondiglio e pagano il furfante per abbandonare la signora, cosa che egli fa senza alcun rimorso, dato che la voleva sposare unicamente per la sua dote. Durante questo inseguimento Pickwick fa la conoscenza di Sam Weller, un onesto lustrascarpe che diventa suo domestico e, in breve, anche un suo grande amico.
Altro episodio significativo è la causa legale mossa ingiustamente a Pickwick per mancata promessa di matrimonio dalla sua governante, Miss Bardle, a causa di un equivoco e che si conclude con la condanna ad un risarcimento, nonostante la testimonianza di Winkle, che viene “gabbato” e messo in difficoltà dall’avvocato della signora. Pickwick però rifiuta di pagare, non per avarizia ma perché ritiene errata la pena, e viene rinchiuso nella prigione per debitori della Marshalsea[1], dove fra l’altro incontra un miserrimo Jingle. Riesce infine ad uscire di prigione e tutto si conclude al meglio: ci sono i matrimoni tra le coppie che si sono formate nel corso del romanzo, e fra la cameriera Mary e Sam, e Pickwick, chiuso il circolo, vive felicemente coi suoi compagni.
I. I Pickwickiani
Il primo raggio di luce che rischiara le tenebre e muta in fulgido giorno l’ombra da cui sembra avvolto l’esordio nella vita pubblica dell’immortale Pickwick, scaturisce dall’attenta lettura dei seguenti estratti degli Atti del Circolo Pickwick, che l’editore di tali pagine presenta con gran piacere ai suoi lettori quale prova della diligente attenzione, dell’instancabile attività e dello squisito acume che hanno accompagnato la sua ricerca entro il gran cumulo di documenti a lui affidati.
12 maggio 1827. Presidente Mr. Joseph Smiggers, VPPMCP * . Venne approvato all’unanimità quanto segue:
La presente Associazione ha ascoltato, con sentimenti di sincera soddisfazione e con illimitata approvazione, la comunicazione di Mr. Samuel Pickwick, PMGCP**, intitolata Studi sulle sorgenti degli stagni di Hampstead, con alcune osservazioni sulla teoria dei girini; e questa Associazione porge i suoi più sentiti ringraziamenti al sullodato Mr. Samuel Pickwick pgmcp per quanto sopra.
La presente Associazione, mentre è profondamente convinta dei vantaggi che possono derivare alla causa della scienza dalla suddetta comunicazione nonché dalle inesauste ricerche di Mr. Samuel Pickwick pgmcp a Hornsey, Highgate, Brixton e Camberwell, non può esimersi dal pensare agli inestimabili benefici che inevitabilmente riceverebbero il progresso, l’istruzione e la diffusione del sapere dall’estendersi degli studi di questa dotta mente in un più vasto campo, dall’ampliarsi dei suoi viaggi e dal conseguente allargarsi della sua sfera di osservazione.
Da tale punto di vista, lai presente Associazione ha preso in seria considerazione la proposta del suddetto Samuel Pickwick pgmcp e di tre altri Pickwickiani qui appresso indicati, per la formazione di una nuova sezione di Pickwickiani Uniti sotto la denominazione di Società Corrispondente del Circolo Pickwick.
La detta proposta è stata approvata e ratificata dalla presente Associazione.
La Società Corrispondente del Circolo Pickwick con questo atto è dunque costituita; i signori Samuel Pickwick, pgmcp, Tracy Tupman, mcp, Augustus Snodgrass, mcp, e Nathaniel Winkle, mcp, sono con tale atto nominati e indicati membri della medesima; ed essi sono incaricati di inviare di tanto in tanto al Circolo Pickwick di Londra dei rendiconti autentici dei loro viaggi e delle loro ricerche, delle loro osservazioni sulle persone e sui costumi, del complesso delle loro avventure unitamente alle narrazioni e agli studi ai quali possano dare origine le usanze del luogo o tutto ciò che con esse abbia una qualche relazione.
La presente Associazione abbraccia di buon grado il principio che ogni membro della Società Corrispondente provveda in proprio alle spese di viaggio, e non ha nulla da obiettare a che i membri della suddetta Società prolunghino le loro ricerche per tutto il tempo che riterranno necessario, sempre alle medesime condizioni.
I membri della suddetta Società Corrispondente siano, e sono, con questo atto, informati che la loro proposta di pagare le spese postali delle loro lettere e di qualsiasi altra spedizione è stata seriamente ponderata dalla presente Associazione. L’Associazione stessa giudica tale proposta degna dei grandi spiriti dai quali viene emanata, e ne dichiara, con questo atto, il completo accoglimento.Un osservatore superficiale – aggiunge il segretario delle cui note ci serviamo per il rendiconto che segue – un osservatore superficiale non avrebbe forse notato nulla di straordinario in quella testa calva, in quegli occhiali rotondi puntati dritti verso di lui durante la lettura delle deliberazioni di cui sopra, ma per quelli che sapevano che il gigantesco cervello di Pickwick era al lavoro dietro quella fronte e che gli scintillanti occhi di Pickwick lampeggiavano dietro quelle lenti, lo spettacolo doveva essere sommamente interessante. Là sedeva l’uomo che aveva risalito fino alle sorgenti i capaci stagni di Hampstead e messo a soqquadro il mondo scientifico con la sua teoria sui girini, e appariva calmo e imperturbabile come le profonde acque dei primi in un giorno di gelo o come un solitario esemplare dei secondi nei più intimi recessi di una brocca di coccio. E quanto più interessante si fece lo spettacolo quando, animandosi improvvisamente al grido simultaneo di «Pickwick» che erompeva dai petti dei suoi seguaci, quell’illustre personaggio montò pian piano sulla sedia Windsor dove prima sedeva e si rivolse al Circolo da lui stesso fondato! Quale soggetto per un artista avrebbe offerto quella magnifica scena! L’eloquente Pickwick, con una mano elegantemente celata tra le falde dell’abito, agitava l’altra in aria per dare forza al suo magnifico parlare. Da quella elevata posizione facevano bella mostra di sé quelle ghette e quei pantaloni che se avessero rivestito un uomo qualunque sarebbero passati del tutto inosservati, ma che, indossati da Pickwick – se ci è lecito usare una tale espressione – incutevano involontari sentimenti di riverenza e rispetto. Intorno a lui erano gli uomini che avevano spontaneamente scelto di partecipare ai rischi dei suoi viaggi, destinati a condividere la gloria delle sue scoperte! Alla sua destra sedeva …
3 commenti
Uno dei più grandi Scrittori di tutti i tempi. Grazie di essere esistito, Charles!
Conosco molto bene Dickens: i racconti e i romanzi, Tempi difficili, La piccola Dorrit, Canto di Natale, Oliver Twist etc. etc., ma, stranamente, non ho mai letto il Circolo Pickwick.
La tua recensione ricca e approfondita mi ha invogliato a leggerlo. Devo giusto andare in libreria venerdì, prenderò anche questo. Prima controllo, magari ce l’ho in alto sulla libreria, rimasto sepolto sotto altri.
Ottima la tua rievocazione, i classici, che siano inglesi o francesi o russi si leggono e si rileggono sempre con grande piacere.
Parole sante Zio!
Ambra devo essere sincera, questo libro non è tra i miei preferiti, ma vale la pena comunque leggerlo, adoro Dickens in tutto e per tutto 😀