Ho trovato questa lettera per Vittorio Arrigoni su un blog ed ho voluto riportarla qui perché racchiude tutto ciò che avrei voluto dire anch’io.
“Ciao Vik,
oggi è trascorso un anno dalla tua scomparsa, causata da un omicidio efferato, ancora tutto da chiarire, in un paese dove nulla è ancora chiaro.
Vorrei tanto raccontarti che qualcosa è migliorato.
Vorrei tanto raccontarti che la pace ha fatto qualche passo avanti.
Vorrei tanto raccontarti che in Palestina è stata riconosciuto come stato.
Vorrei tanto raccontarti che il mondo non assiste più impotente all’arroganza israeliana.
Vorrei tanto raccontarti che il popolo per il quale tu hai sacrificato la tua vita non è più oggetto di persecuzione.
Vorrei tanto raccontarti che lo stato italiano ti ha ricordato per quello che hai rappresentato.
Purtroppo non posso raccontarti nulla, perché non è cambiato nulla.
Spero che lo stato italiano domani si ricordi di uno dei suoi figli che meglio ha rappresentato la vera generosità degli italiani, non quella che si manifesta con le visite inutili di pseudo pacifisti o di statisti, peraltro quasi sempre unilaterali, ma quella che tanti praticano in silenzio, senza proclami e spettacoli mediatici.
Comunque devi sapere che resta la gratitudine di tanti che, come me, ti ammiravano e ti sostenevano.”
(da I Porcospini)
E’ un anno che Vittorio non ci scrive più da Gaza, ma il suo Restiamo Umani rimbomba nei nostri cuori, ma noi nel nostro piccolo, nelle nostre quotidianità siamo riusciti a restare umani? Se non riusciamo ad essere “umani” dentro i nostri piccoli mondi come possiamo pretendere di cambiare il mondo, sarebbe come voler trasformare il piombo in oro senza modificare gli atomi, ed è praticamente impossibile.
Per ricordare il lavoro di Arrigoni, e di tutti quelli che come lui si dedicano all’attivismo e al volontariato soprattutto nell’area israelo-palestinese, domenica 15 aprile 2012 una missione straordinaria partirà in aereo alla volta di Tel Aviv per raggiungere poi i territori palestinesi occupati.
La missione internazionale – del tutto autogestita e autofinanziata – si chiama Benvenuti in Palestina e vedrà la partecipazione di una delegazione italiana insieme a centinaia di attivisti, e famiglie intere, provenienti non solo da vari Paesi europei, ma anche americani.
Lo scopo è – secondo l’appello lanciato dalla ong Eje, Education, jeu et enfant – affermare il diritto alla libertà di circolazione impedita dallo Stato israeliano e, ovviamente, il diritto alla libertà dei palestinesi.
Per informazioni: http://www.freedomflotilla.it/2012/04/13/benvenuti-in-palestina-%E2%80%93-15-aprile-2012-fonte-delle-notizie-e-come-rilanciarle-in-tempo-reale-nel-web/
Il pensiero si allarga a tanti altri popoli che soffrono e che il silenzio del mondo contribuisce ad alimentare tale condizione.