Il giorno in più è un film tratto dall’omonimo romanzo di Fabio Volo, protagonista del film al fianco di Isabella Ragonese.
“Il problema nella vita non è tanto quanto aspetti, ma chi aspetti.”
Giacomo Pasetti è bravo nel lavoro, con le donne e soprattutto nell’evitare accuratamente ogni sorta d’impegno affettivo e sentimentale. La sua vita cambia quando incontra una ragazza su un tram, un’apparizione improvvisa che diventa una vera e propria ossessione. Quando finalmente riesce a parlarle e passare una serata con lei viene a sapere che si chiama Michela ed è il suo ultimo giorno in Italia, sta per andare a vivere a New York, le hanno offerto un incarico in una prestigiosa casa editrice. Un bacio lunghissimo e poi piú niente, solo un saluto dal finestrino di un taxi. Si sono incontrati troppo tardi. In viaggio per il Sud America Giacomo fa scalo in una città non troppo distante da New York. È un attimo, un impulso irresistibile, Giacomo scende dall’aereo e va a cercare Michela. Lei non sembra così contenta di rivederlo, ha fatto di tutto per tagliare i ponti col suo passato, con l’Italia e gli uomini italiani. Giacomo le propone così di fare i fidanzati a tempo, solo per quei pochi giorni che lo separano dal suo ritorno in Italia. È un gioco stupido ma perfetto per due persone che si piacciono e hanno una paura matta di lasciarsi andare. E di ammettere di essersi innamorati.
Ho letto il libro ed ho visto il film, differenze ci sono, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, ho apprezzato nel libro i giochi di sguardi sul tram prima di conoscersi, che manca quasi del tutto nel film, la Michela del libro era un personaggio di grande interesse, capace di capire Giacomo dai primi sguardi in tram e di giocare con lui (il diario che lei scrive in tram dove è finito?) e di inventarsi una soluzione per la loro storia che invece nel film viene a Volo e per motivi molto più banali. Silvia, la migliore amica di Giacomo su carta era un personaggio sfaccettato, capace di tenere testa a Giacomo e di spronarlo a correre a New York, mentre sullo schermo diventa un’amica che pare solo frustrata e vanamente innamorata di Volo.
Il libro è decisamente migliore, il film non si può dire bruttissimo, ma non lascia niente, il potenziale c’era, ma come ormai ci siamo abituati qui in Italia è stato sprecato, creando una brutta imitazione di Serendipity.