Quattro soli a motore è un romanzo scritto dal lombardo Nicola Pezzoli e pubblicato nel 2012 dalla Neo Edizioni. L’autore qualche anno fa aveva pubblicato per Kaos Edizioni il romanzo/pamphlet “Tutta colpa di Tondelli” che raccontava delle disavventure di uno scrittore esordiente nel mondo editoriale.
“Avevo una voglia matta di leggere un bel romanzo di formazione italiano, ambientato negli anni della mia infanzia, che fosse un avvincente romanzo pieno di enigmi e di misteri, ma al tempo stesso divertente, originale, profondo, irriverente, spiazzante. E in cui riecheggiassero, con la loro forza e le loro suggestioni, le grandi storie adolescenziali della narrativa americana, da Twain a Salinger, da La sottile linea scura di Lansdale a Panino al prosciutto di Bukowski, fino al racconto di King The body, da cui venne tratto il meraviglioso Stand by me. Avevo una voglia matta di leggerlo. Così me lo sono scritto da solo.”
Estate 1978. Lombardia occidentale. L’undicenne Corradino vive in preda alle paure: i bulli che lo attendono in prima media e lo chiamano Scrofa, la cinghia del padre violento, l’odiosa zia Trude, la vicina di casa e “viceprete” signorina De Ropp, e soprattutto il vecchio superstite di Villa Kestenholz, oscura stamberga al di là del campo di granturco.Su di lui circolano voci orrende. Sembra che abbia ucciso tre figli, che ne conservi le mummie o che li abbia addirittura mangiati.
«Eravamo una famiglia in bianco e nero ma io, pecora colorata della famiglia, mi innamoravo di tutto ciò che dava tono e vivacità al mondo.»
In mezzo a questo, una miriade di personaggi che concorrono a narrare una storia totale, esilarante e tremenda come solo l’adolescenza può essere. La storia comune a tutti i nati negli anni settanta e costretti a vivere nelle zone rurali di un Paese in via di sviluppo economico. Una storia dai mille misteri che porterà Corradino a stringere alleanze profonde, a scatenare la fantasia e, infine, a dubitare della sua stessa innocenza.
«La mamma beveva e papà mi picchiava. Ma questo non è il lamento del Corradino maltrattato, e se dall’inizio alla fine sulle mie chiappe e dietro le ginocchia ci saranno dei lividi, be’, non per questo verrò a piangere fra le vostre braccia. Sono un duro, io. E poi, chi vi conosce? I lividi fate finta di non vederli»
Quattro soli a motore è un romanzo corale toccante e avvincente. È l’archetipo del romanzo di formazione a tinte noir. È il capolavoro di un autore in evidente stato di grazia.
“Essere stato un duro a Lavinia non significava più nulla. Anzi, era peggio. Era come esser stato pantera e trovarsi di botto reincarnato, senza sapere perché, in un tapiro o in un merluzzo. Ti confondeva”
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4 commenti
Non potevo farti mancare il mio doveroso, e commosso, ringraziamento! 🙂
Un abbraccio.
Non l’ho fatto per te ma per il tuo secondogenito 😉
Eccomi di ritorno, carissima.
Non conosco né romanzo né autore. La tua recensione tuttavia invoglia – e molto – a leggerlo. Se lo farò ti farò sapere.
Ciao Ambra felice di rivederti tra queste pagine, spero che sia andato tutto bene, che ci racconti del viaggietto?