La leggenda di Re Artù, con le sue epiche imprese, ha raggiunto anche la Sicilia, coinvolgendo il vulcano Etna, amato e venerato per la sua storia e la sua aura magica. Ecco dunque la narrazione di questa storia che mescola realtà e fantasia.
La conquista normanna, come ben sappiamo, avvenne prima in Inghilterra, quindi siciliani e inglesi si trovarono, senza grande voglia, gemellati.
Proprio per questo motivo un detto siciliano dice: a tutti fazzu guerra, fora che a l’Inghilterra.
In quel periodo quindi iniziarono a nascere leggende anglo-sicule, alcune di queste molto carine.
Oggi vi parlerò del grande re Artù, quello della spada nella roccia, quello dei cavalieri della tavola rotonda, quello della fata Morgana, quello lì insomma!
Sfidato a duello dal figlio Mordred, nato da lui e dalla sorellastra Morgana, venne ucciso in battaglia e le ferite riportate erano mortali.
Prima di morire consegnò Excalibur a Lancillotto, che la rigettò nel lago dal quale uscì una mano che l’afferrò e la ritrascinò in profondità, da dove era venuta.
Questa qui è la leggenda “nordica”, mentre in quella siciliana la storia è andata diversamente.
Re Artù venne ferito dal figlio, e fino a qui nulla cambia rispetto alla storia precedente, ma, sul punto di morte gli venne in mente di riparare la spada che gli si era spezzata durante il duello (a tutti verrebbe in mente una cosa simile, no?).
Il suo desiderio era quello di farla tornare lucente e forte.
Giusto giusto, proprio in quel momento si trovava a passare da lì l’Arcangelo S.Michele che, volle esaudire l’ultimo desiderio del re.
Lo portò per i cieli fino a farlo arrivare in Sicilia.
Artù venne poggiato sulle cime dell’Etna dove potè saldare, con la lava, la sua spada e stanco e felice, si addormentò in una grotta.
Quando all’alba si svegliò rimase folgorato dal paesaggio e dalle bellezze naturali che si presentarono ai suoi occhi.
I bellissimi fiori colorati, il profumo di limoni, il cielo azzurro, il mare che si vedeva in lontananza lo fecero innamorare dell’isola.
Re Artù supplicò il Signore finché potesse vivere più a lungo per poter godere ancora di tutte quelle meravigliose bellezze che non aveva mai visto prima (dove poteva mai vederlo il sole in inghilterra).
Così avvenne e re Artù poté continuare a vivere vegliando affinchè l’Etna non distruggesse Catania e la natura meravigliosa che gli sta attorno.
Si dice anche che il vulcano si sveglia solo quando Re Artù va tra i bimbi inglesi a portar loro i fiori e i dolcissimi frutti della Sicilia.
Fonte: www.lamiasicilia.org
3 commenti
un po’ più sereno questo finale siciliano di re Artù
Eh si Francesco, ogni tanto una leggenda siciliana che non finisce in tragedia 😀
La versione sicula non la conoscevo, è sicuramente ad usum Delphini, ma la trovo più banale dell’altra sicuramente più sanguinaria.